Riceviamo e pubblicato la nota di una lettrice, disoccupata e con lavori saltuari, malpagati, che ci racconta la sua situazione
“Buongiorno, mi permetto di mandarvi questa mia personale visione sulla festa del lavoro che si è tenuta ieri a Caltanissetta.
Mi fa molto piacere che l’amministrazione organizzi questi eventi, servono almeno a risollevare la gente e a riempire le vie cittadine, anche se non c’è un ritorno economico per la città, ma a me sembra essere un modo per distrarre l’attenzione dagli altri problemi, perchè pur essendo un bel momento di gioia e divertimento, lo si poteva fare anche in un altro momento, ma non ha senso festeggiare il lavoro che non c’è e quel poco che c’è non è dignitoso.
Mi presento, ho 55 e un’esperienza quarantennale nel mio settore, lavoravo a tempi pieno ed ero ben retribuita, poi la crisi, molte volte pretesto per i datori di lavoro che piangono miseria ma viaggiano con macchinoni.
In questi anni ne ho viste tante, lavoratori sfruttati sia con stipendi da fame che negli orari, buste paghe intere ma che il lavoratore era costretto a restituirne parte, in alcuni casi abbiamo letto anche della metà, assunti a nero e quando qualcuno si faceva male sul posto di lavoro, doveva subito andare via dicendo di essersi fatto male a casa.
Se poi qualcuno protestava, oltre a perdere il lavoro nessuno lo chiamava più, perchè avevano paura che si ribellasse chiedendo i propri diritti.
Poi arrivò il Reddito di cittadinanza e i titolari dicevano di non trovare più personale, grande bugia, per loro era la scusa per fare lavorare a nero, facendo secondo loro un favore, adesso che lo hanno tolto ne approfittano sapendo di potere pagare anche meno perchè la richiesta è aumentata.
Vero è che adesso il reddito di cittadinanza è stato sostituito, ma sfido chiunque a cercare di ottenerlo, troppi particolari che rendono difficile prenderlo.
Delle volte al lavoro sono venuti dei controlli e c’era il fuggi fuggi, persone che non potendo uscire si fingevano clienti e prendevano la prima cosa che trovavano e la mettevano in bocca, peccato che, come successe una volta, il finto cliente dimenticò di levarsi il grembiule e quindi venne scoperto.
Non parliamo poi dei lavoratori agricoli, conosco persone che raccontano di alzarsi alle 4 per andare nelle campagne, gli danno 40 euro al giorno per lavorare molte più ore di quelle regolari, ma quei soldi spesso, dati molte volte a nero, non se li mette tutti in tasca chi lavora, deve dare 5 euro a chi li accompagna al lavoro e 5 a chi glielo ha procurato, almeno questo è quello che dicono.
Poi però se qualcuno protesta non solo non lavora, ma rischia di fare la fine del povero Adnan che ha avuto il coraggio di denunciare.
I controlli ci sono, ma forse sono troppo pochi, oggi ad esempio con i droni non sarebbe difficile vedere lavoratori nelle campagne, o cercare di capire come fa un’attività, che ha molti clienti ad avere pochi dipendenti.
Per tutto questo e per altre cose io non ho partecipato al concertone, ma mi fa piacere che molti ci siano andati, francamente non mi andava di divertirmi quando di motivi per farlo non ce ne sono. Grazie e spero che pubblicherà”
