Cosimo Lorina, profondo conoscitore e amante di Caltanissetta e del centro storico, in suo post su Facebook scrive:
“Quando guardo la nostra città, vedo una Caltanissetta che sembra aver perso il suo cuore pulsante. Il centro storico vuoto, mentre le periferie sempre più allungate.
E i progetti per rivitalizzare la città?
Spesso sono opere fatte male, inutili, che non rispondono alle vere esigenze della gente (vedi scalinata A. Manzoni).
Si tocca una carità che si è radicata, ma che rischia di diventare una vera assistenza, senza riuscire a generare un vero e proprio cambiamento.
Non bastano gli “spettacoli” per dare un valore aggiunto a una città. Non bastano le luci e la musica se le strade sono vuote e le attività commerciali chiuse una dopo l’altra.
Ci troviamo in un paradosso dove la città nel suo complesso sembra sempre più ferma, sempre più bloccata.
Ma c’è una ferita ancora più profonda: la scomparsa delle realtà religiose che un tempo erano il fulcro della nostra comunità. La partenza dei Salesiani, dei Gesuiti, dei Domenicani non ha significato solo dei conventi.
È stata la perdita di pilastri morali e culturali, di centri di educazione e di aiuto per i più poveri di spirito.
Questi ordini non erano solo luoghi di culto, ma fari di conoscenza e di solidarietà.
La loro assenza ha creato un vuoto che nessuna altra istituzione è riuscita a colmare. Ci ritroviamo in una sorta di secolarizzazione forzata, ma senza una nuova etica civica.
Sembra che abbiamo perso LA NOSTRA ANIMA, il nostro senso di comunità, e questo si riversa anche sulla “polis”, sulla vita della città.
E in questo quadro, il politico di turno.
Spesso un rappresentante di quella borghesia che un tempo ha governato la città. Oggi sembra disinteressato agli affari, con una sensibilità che lo rende incompreso, quasi un estraneo al proprio ceto. Ma il suo spirito critico, la sua inquietudine intellettuale, non si traduce in azioni concrete.
Noi siamo stanchi di aspettare. La città è “piantata al palo” da troppo tempo.
Non possiamo permettere che le persone che ti devono dare l’esempio e poi sono al servizio della comunità, si dimostrino complici di questa situazione.
Non è il momento di “INASPARE LA MENSILITÀ PUBBLICA”, ma di dimostrare la capacità di amministrare, di fare un passo indietro per il bene di tutti se non si è in grado di portare un cambiamento.
La nostra città ha bisogno di un’amministrazione CAPACE che non si limiti a gestire l’ordinario, ma che abbia una visione, un’etica, e che sappia riaccendere la speranza nei suoi cittadini”
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