Sembra una maledizione che si ripete da decenni: ogni volta che il progetto del Ponte sullo Stretto sembra finalmente avvicinarsi alla realizzazione, ecco spuntare una nuova commissione, un comitato, una corte, un presunto esperto pronto a bloccare o rallentare tutto. Sempre con una scusa diversa, ma con lo stesso identico risultato: non fare, rinviare, ostacolare.
Quando non è il vento, è la faglia. Quando non è la faglia, è il rischio sismico. E quando anche la scienza e la tecnologia hanno dimostrato che il ponte si può fare in piena sicurezza, allora arriva qualcun altro a sollevare nuovi cavilli, nuove ombre, nuovi pretesti. È un “palleggiamento” infinito, un rimpallo di responsabilità e di paure che da troppo tempo penalizza la Sicilia e i siciliani, calpestando i nostri sacrosanti diritti allo sviluppo, alla mobilità, alla dignità.
Il Ponte sullo Stretto non è solo un’opera ingegneristica: è un simbolo di riscatto, di unità nazionale, di progresso. È la porta d’Europa che si apre sul Mediterraneo, un’infrastruttura strategica capace di connettere non solo due sponde, ma due visioni dell’Italia: una ferma e timorosa, e un’altra che guarda al futuro con coraggio.
Sappiamo bene che il Ponte porterebbe enormi benefici alla Sicilia e al Mezzogiorno: più investimenti, più lavoro, più turismo, più opportunità. Ma è proprio questo che qualcuno, forse, teme. Perché un Sud che cresce, che si emancipa, che diventa protagonista, non è più un Sud da controllare o da compatire.
È ora di dire basta a questa manfrina senza fine. Basta con gli alibi, i rinvii, i “vedremo”. Il Ponte sullo Stretto si deve fare, e si deve fare adesso. Non per vanità o per propaganda, ma per giustizia, per coerenza, per rispetto verso un popolo che da troppo tempo attende di essere messo nelle stesse condizioni del resto d’Italia.
Costruire il Ponte significa costruire futuro: un futuro di collegamenti, di sviluppo, di prosperità condivisa. È il primo passo concreto verso un Mezzogiorno che non chiede più elemosine, ma pretende pari opportunità.
Salvatore Giunta – I Circoli della Società Civile
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