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Equinozio di Primavera, cosa significa e perché non è il 21 marzo

Last updated: 21/03/2025 6:09
By Redazione 89 Views 7 Min Read
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Alle 04,06 italiane, 12 ore di luce e 12 di buio, un fenomeno raro che si verifica solo due volte l’anno, a marzo e a settembre. Nella stessa giornata si celebra anche la Giornata Internazionale della felicità

Contents
Il movimento della Terra12 ore di luce e 12 di buioIl termine equinozioLa Giornata Mondiale della FelicitàLa felicità come diritto fondamentaleIl benessere e la gioia fondamentali per la salute mentale e fisica


Per anni abbiamo attribuito al 21 marzo l’inizio della stagione primaverile ma in realtà non è più così. Dal 2008 la primavera inizia con un giorno di anticipo, il 20 marzo e questo anticipo durerà per tantissimi anni, esattamente fino al 2102. Che cosa ha originato questo cambiamento? La causa è soprattutto di tipo astronomico, nel dettaglio è dovuta all’inclinazione della Terra rispetto al proprio asse.

Il movimento della Terra

L’asse di rotazione della Terra è inclinato e descrive un cono durante la sua orbita intorno al Sole. Questo movimento varia durante l’anno: la Terra si avvicina al Sole per sei mesi e poi si allontana per i successivi. L’equinozio è la data in cui il giorno ha esattamente la stessa durata della notte: data che cade proprio il 20 marzo.

12 ore di luce e 12 di buio

Il giorno avrà infatti 12 ore di luce e 12 ore di buio. Gli equinozi accadono quando nessuno dei due emisferi terrestri è inclinato verso il Sole e, per questo, il Sole si trova esattamente perpendicolare all’equatore, evento che vede tutti e due gli emisferi ricevere la stessa quantità di luce solare. Dopo l’equinozio di primavera, uno dei due emisferi – quello boreale a marzo e quello australe a settembre – si inclina verso il Sole, facendo sì che quell’emisfero abbia più ore di luce, grazie al Sole che sorge ogni giorno un po’ prima e tramonta ogni giorno un po’ dopo.

Il termine equinozio

L’Istituto Nazionale di Astrofisica ricorda che l’origine etimologica del termine “equinozio” viene dal latino aequa-nox, appunto notte uguale, e indica che in un dato giorno la durata del periodo diurno e di quello notturno sono uguali. L’Inaf sottolinea inoltre che dal punto di vista astronomico gli equinozi, così come i solstizi, coincidano con precise posizioni della Terra nel suo moto di rotazione intorno al Sole e questo vuol dire, in termini pratici, che la definizione astronomica degli equinozi ha non solo un giorno, ma anche un orario preciso e quest’anno sarà domani 20 marzo, alle ore 4,07 ora italiana, le 03,07 Gmt.

L’equinozio però non identifica un intero giorno ma solo un istante in cui il Sole attraversa l’equatore celeste, da qui l’esigenza degli astronomi di definire un orario ben preciso che scandisce il passaggio e l’ingresso della primavera che avviene solo nell’emisfero boreale, mentre nell’emisfero australe accade il contrario: inizia l’autunno. 

L’equinozio di primavera, indica l’Inaf, è legato all’inclinazione di 23°27′ dell’asse terrestre rispetto al piano orbitale del pianeta, e questo è anche il motivo alla base della durata variabile di giorno e notte e dell’alternarsi delle stagioni. Inoltre la diversa inclinazione dei raggi solari crea le condizioni climatiche che caratterizzano ciascuna di esse. Gli astronomi dell’Inaf segnalano che il cielo di marzo è dominato dalla figura del Leone e dall’asterismo del Grande Carro. La Via Lattea invernale si sposta sempre più verso occidente, lasciando il posto ad un’area con bassa densità di stelle. Orione e Cane Maggiore sono sempre più basse sull’orizzonte, sostituite a sud dalla costellazione del Leone, la cui presenza indica l’arrivo prossimo della primavera, e dall’Idra, quest’ultima tanto grande quanto poco appariscente.

La Giornata Mondiale della Felicità

Un appuntamento istituito dall’Onu nel 2012 per valorizzare un diritto fondamentale dell’uomo spesso trascurato. Un data non causale, considerata la coincidenza con l’Equinozio di primavera: giornata simbolo della rinascita della natura, quando le temperature si fanno più calde e i colori tornano ad accendersi influenzando positivamente l’umore di tutti.

Questa la risoluzione con cui l’Assemblea ne dichiara l’istituzione: “L’Assemblea generale […] consapevole che la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità, […] riconoscendo inoltre un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità (International Day of Happiness), invita tutti gli Stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica”.

La felicità come diritto fondamentale

La felicità viene riconosciuta, quindi, come diritto fondamentale dell’uomo, da promuovere, tutelare e garantire in ogni sua forma, anche attraverso uno sviluppo sostenibile e una crescita economica che punti a un benessere che sia davvero diffuso. Nel 2015, l’Onu è tornata su questo concetto, ribadendo all’interno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile quelli che sono considerati gli aspetti chiave per arrivare alla felicità: la riduzione delle disuguaglianze, lo sradicamento della povertà e la protezione del pianeta. Ed è per questo che la società è chiamata a compiere scelte responsabili, contribuendo alla realizzazione di un benessere da perseguire in tutti i vari contesti: da quelli lavorativi a quelli scolastici, fino a quelli familiari.

Il benessere e la gioia fondamentali per la salute mentale e fisica

La felicità è uno stato d’animo. Secondo gli studi degli psicologi, nasce sia dell’emozione temporanea che proviamo quando stiamo bene, sia dalla serenità che viene dal sentirci realizzati, che è più duratura. Ma la cosa più importante è che la felicità non è di pochi fortunati, ma si tratta di uno stato d’animo che possiamo provare tutti. Basta solo volerlo. 

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