Il leader della Dc, Cuffaro “Noi leali sino alla fine”. Sul tavolo della maggioranza le nomine nelle partecipate e negli enti regionali. Il governatore a caccia di consenso dopo la bocciatura del sondaggio. La frenata di Sbardella. Vertice sul sottogoverno
Dopo la delusione per l’ultimo posto nella classifica di gradimento dei governatori italiani, Renato Schifani confiderebbe in nuove rilevazioni dagli esiti più clementi. Il presidente della Regione dà «per scontata» la sua ricandidatura per il bis a Palazzo d’Orleans, ma il luogotenente in Sicilia
di Giorgia Meloni, Luca Sbardella, sottolinea: «È ancora presto». A spezzare una lancia in favore di Schifani e del suo futuro è il leader Dc Totò Cuffaro, che conferma l’impegno a sostenere il governo regionale «per questa e, soprattutto, per la prossima legislatura».
Adesso la sfida è diventata all’ultimo sondaggio. Dopo la sberla del risultato del ciclo di interviste sui governatori condotto da Swg, che ha visto Renato Schifani ultimo per gradimento tra i suoi colleghi, nella maggioranza c’è chi sostiene che «non stupirebbe se da qui a qualche settimana uscisse un nuovo sondaggio commissionato ad altri istituti di statistica, dagli esiti differenti».
Chi ha parlato col presidente della Regione, racconta di una grande tensione attorno a quell’ultimo
posto in classifica, aggravato dai 15 chilometri di coda sulla A19 nel fine settimana del 2 giugno, che di certo non hanno accresciuto il consenso attorno al governatore.
Se lui cerca di riposizionarsi agli occhi dei siciliani, spingendosi fino a dare «per scontata» la sua
ricandidatura in un’intervista a LiveSicilia, non sembrano essere dello stesso avviso gli alleati. A cominciare dal luogotenente di Giorgia Meloni in Sicilia, Luca Sbardella, che a ReiTv prende tempo, sottolineando che «è ancora presto» e che «al momento il candidato è Renato Schifani». Al momento. Dettaglio di certo non sfuggito dalle parti della Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro, accorso subito in difesa del governatore. Per Cuffaro, la Dc, «leale e convinta alleata del presidente della Regione, conferma l’ostinata e ragionevole volontà di proseguire il proprio impegno con Renato Schifani per questa e, soprattutto, per la prossima legislatura». Non prima, però, di aver chiuso la partita del sottogoverno, su cui Schifani sembra voler temporeggiare.
Il nuovo vertice di maggioranza convocato per lunedì, dopo l’appuntamento saltato per la visita di
Matteo Salvini a Messina, potrebbe puntare a trovare la quadra. Da quanto filtra, il governatore potrebbe proporre uno step intermedio, mettendo sul tavolo, intanto,
le nomine negli istituti autonomi di edilizia popolare e gli enti parco. Due rami dell’amministrazione gestiti entrambi da Fratelli d’Italia, che guida le Infrastrutture con Alessandro Aricò e il Territorio con Giusy Savarino.
L’altolà a questa opzione sarebbe arrivato proprio dai meloniani: sul tavolo della coalizione, sarebbe
la richiesta, dovrebbero finire tutte le oltre cento nomine ancora da indicare, incluse quelle di diretta
competenza di altri assessorati.
La mediazione potrebbe essere raggiunta trovando la quadra anche sui consorzi universitari. Un tema affrontato anche da Cuffaro, che oltre a promettere lealtà a Schifani si dice «pienamente d’accordo con lui nell’insistere sull’importanza di affrontare al più presto le nomine del sottogoverno, erti che una gestione collegiale e democratica possa portare benefici agli enti che, troppo a lungo, sono stati sotto regime commissariale». Pensiero condiviso da quanti, nel centrodestra, aspettano una divisione degli incarichi, manuale
Cencelli alla mano, da inizio legislatura.
Insomma, la pax per ristabilire quel clima sereno che il governatore assicura esserci già adesso, passa anche dai vertici delle partecipate da indicare. Insieme alle variazioni di bilancio dell’estate, nelle quali troveranno spazio i fondi a disposizione dei deputati per iniziative territoriali. Una fetta da 25 milioni di euro, che potrebbe essere incrementata ulteriormente, per interventi nei Comuni sui quali i cantieri partiranno a inizio 2026. quando, cioè, il giro di boa sarà abbondantemente passato e inizierà il valzer tra alleati per la scelta del prossimo candidato alla
presidenza della Regione.
Da laRepubblicaPalermo di Miriam Di Peri
