Nell’informativa alla Camera dei Deputati, il ministro della Difesa ha annunciato che per tutelare i connazionali invierà la nave Alpino, in aggiunta alla fregata Frasan. Ma avvisa: “Non faremo guerra a un Paese amico come Israele, fuori da acque internazionali non possiamo tutelare nessuno”. Chiede che i partecipanti alla missione lascino gli aiuti per Gaza a Cipro, da dove – tramite la Chiesa – potrebbero arrivare nella Striscia. E ribadisce: “Era necessario mettere a repentaglio l’incolumità dei cittadini?”
Il ministro della Difesa Guido Crosetto condanna gli ultimi attacchi alla Global Sumud Flotilla – droni, bombe sonore e spray urticanti hanno colpito 11 imbarcazioni a sud di Creta – e annuncia che, oltre alla fregata Frasan, l’Italia invierà un’altra nave, l’Alpino, per prestare eventuale soccorso ai connazionali che partecipano alla missione umanitaria verso Gaza. Nella sua informativa urgente alla Camera dei Deputati (poi ripetuta al Senato), Crosetto però è chiaro: “Non è nostra intenzione muovere le navi militari per fare la guerra a un Paese amico”, dice riferendosi a Israele. E ancora: “Il clima è preoccupante. E noi non siamo in grado una volta che le navi saranno uscite dalle acque internazionali, e saranno entrate nelle acque di un altro Stato, di garantire la sicurezza”, ha evidenziato il ministro, ricordando che Israele considera la missione della Flotilla “un atto ostile”. Spinge quindi per far sì che gli aiuti vengano consegnati a Cipro, attraverso la Chiesa, e poi da lì a Gaza, senza che i partecipanti alla missione entrino effettivamente nella Striscia (LE NOTIZIE SULLA GUERRA A GAZA LIVE).
Crosetto: “Era davvero necessario rischiare vite?”
Pur tornando a definire “totalmente inaccettabili” gli attacchi – non ancora rivendicati o attribuiti a qualcuno – alla Flotilla, nel solco delle parole della premier Giorgia Meloni, Crosetto si chiede: “Era proprio necessario mettere a repentaglio l’incolumità di cittadini italiani per portare aiuti a Gaza? E su questo mi sono sentito con nostri parlamentari. Il governo ha sostenuto in maniera significativa la popolazione nella Striscia, siamo in grado in poche ore di portare aiuti”. Al Senato ha comunque precisato che l’invio delle navi nell’area della Flotilla “non è un atto di guerra, una provocazione: è il dovere di uno Stato nei confonti dei nostri cittadini”.
Schlein sulla Flotilla: “Meloni megalomane, divide Paese”
Durante le repliche dei parlamentari, la leader dem Elly Schlein si è scagliata soprattutto contro Meloni, che da New York aveva definito “irresponsabile” la missione della Flotilla, facendo leva soprattutto sulla presenza di quattro deputati: “Sono pagati per lavorare nelle istituzioni, non per costringere le istituzioni a lavorare per loro”. Schlein ribatte: “La Flotilla fa dispetto a lei? Al governo? Esca dalla megalomania, sulla Flotilla ci sono 44 delegazioni di diversi paesi”. Quindi accusa Meloni di insultare le opposizioni, di “fare la vittima da tre anni” e “dividere la nazione”.
Fonte SkyTg24
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