Gaffe è un francesismo per indicare una frase o una parola detta in modo erroneo o in un contesto sbagliato
I latini dicevano “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum” , “commettere errori è umano, ma perseverare (nell’errore) è diabolico.
La frase è ormai entrata nel linguaggio comune, come aforisma, col quale si cerca di attenuare una colpa, un errore, purché sporadico e non ripetuto.
Il significato è chiaro: l’errare è parte della natura umana.
Questo, però, non può essere inteso come attenuante di responsabilità per una reiterazione dello sbaglio, quanto piuttosto un mezzo per imparare dall’esperienza.
Quello che più si avvicina è Cicerone che nelle Filippiche, XII.5: Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, “in errore perseverare è cosa comune l’errare, è solo dell’ignorante perseverare nell’errore”.
Tra le fonti cristiane a contenere una frase analoga è San Gerolamo (“errasse humanum est”, Epist. 57.12, poi Sant’Agostino che nei suoi Sermones (164, 14) afferma:Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere (“cadere nell’errore è stato proprio dell’uomo, ma è diabolico insistere nell’errore per superbia”.
Ogni essere umano commette degli errori, chi non li ammette è solo il superbo e presuntuoso, l’importante è però rendersene conto, farne esperienza e qualora li si commette creando un “danno” ad altri o a qualcosa, avere almeno l’umiltà di chiedere scusa.
Ci sono però ruoli dove certi errori, specialmente se ripetuti, dovrebbero far riflettere su chi e sul perchè vengono reiterati, frutto magari di approssimazione, poca avvedutezza, mancanza di sensibilità o rispetto.
Certe capacità in chi gestisce la cosa pubblica non dovrebbero mancare assolutamente.
Coloro che sono eletti o nominati, dovrebbero rappresentare il massimo che in cui sperare, per il bene di tutti, ma se si commettono errori a ripetizione, allora bisogna fermarsi un attimino e rivedere qualcosa.
Le giustificazioni, qualsiasi esse siano, servono solo a cercare di tappare non più un buco ma una falla.
Il non ammettere l’errore e perseverare nel farne altri, come se nulla fosse successo è semplicemente un atteggiamento di pura supponenza e mancanza di rispetto verso coloro che si rappresenta.
Non si riesce a trovare una spiegazione razionale alla lettura delle tante gaffe o errori commessi, in essi si intravede soltanto pressappochismo.
Si tratta di cose che se fossero commesse da un normale cittadino sul posto di lavoro, di qualsiasi società privata, sortirebbero solo una soluzione, il licenziamento.
Il responsabile di un settore, qualsiasi esso sia, si chiama appunto “responsabile”, in quanto la decisione o l’approvazione finale, su un progetto o altro, spetta a lui, solo a lui, se manca il suo “OK”, non si procede.
Ma quando il responsabile ha le “spalle coperte”, può permettersi questo e altro, perchè oltre ad essere giustificano dal proprio capo, troverà la compiacenza di tutti coloro che lo sostengono; criticati e attaccati saranno coloro che fanno notare l’ennesima gaffe, critiche non riferite al tema o all’argomento che tratta, di cui tutti hanno massimo rispetto, ma esclusivamente al modo in cui il responsabile del settore ha gestito forse con troppa superficialità il tutto, dimenticandosi di visionare il prodotto finale e dando appunto il suo “OK” all’operazione.
Tutti commettono errori. E’ per questo che c’è una gomma per ogni matita (cit.)….ecco forse è il caso che si inizi a usare la gomma.
Ad Maiora
