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Gli ex percettori del Reddito devono frequentare le lezioni per ottenere il beneficio ma la Regione non stanzia i fondi

Last updated: 06/07/2025 15:02
By Redazione 154 Views 5 Min Read
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Da laRepubblicaPalermo di Salvo Catalano

Il mondo della formazione professionale in Sicilia non trova pace.
Da una parte migliaia di dipendenti degli enti rischiano di rimanere senza stipendi perché da dieci mesi mamma Regione non paga un centesimo. Dall’altra 23 mila ex percettori di reddito di cittadinanza non possono usufruire dei 500 euro mensili del supporto formazione e lavoro, perché non ci sono corsi a cui iscriversi. E senza corsi non hanno diritto al sussidio.
Una situazione che non ha pari nelle altre regioni italiane.
Lo stop al reddito di cittadinanza ha lasciato oltre mezzo milione di siciliani senza un supporto economico.
Negli ultimi due anni 414 mila persone sono state raggiunte dall’assegno di inclusione, destinato ai non occupabili (over 60, disabili, nuclei familiari con minori). Altre 23 mila, considerate invece occupabili, hanno ricevuto almeno un mese di supporto formazione e lavoro. Secondo gli ultimi dati forniti da Inps, tra il 2023 e il 2024 il numero medio di mensilità percepite è di 3,8, il più basso d’Italia. Il sussidio si può ricevere fino a un massimo di 24 mensilità. La media nazionale è di sei mensilità e molte regioni (tra cui Calabria e Puglia) raggiungono sette mensilità.
Che significa? Che in Sicilia negli ultimi due anni di corsi da frequentare per poter usufruire dei
500 euro ne sono stati avviati molto pochi. Oggi è anche peggio, perché è tutto fermo. L’avviso 6, finanziat0 con 78 milioni di euro del programma europeo Gol, è stato pubblicato ma i corsi non partiranno prima dell’autunno. L’avviso 7 è stato pubblicato ma subito ritirato, dopo alcune osservazioni di poche associazioni
datoriali. Risultato? «Il danno più importante ce l’hanno gli utenti — spiega Emilio Romano, presidente dell’ente di formazione Arché — Noi ogni giorno abbiamo la fila di utenti che chiedono quando partiranno i corsi. Col programma Gol è stato finanziato solo l’Avviso 3 il primo anno. Siamo fermi lì,
l’Avviso 6 partirà non prima di ottobre mentre le altre Regioni stanno finendo il terzo anno di corsi».
Poi ci sono i corsi IeFp, quelli legati all’obbligo di formazione, destinati a chi ha finito le scuole medie
ma non vuole continuare il percorso scolastico, spesso ragazze e ragazzi a rischio dispersione. Ogni anno la Regione finanzia questi corsi con una pluralità di fondi: ministeriali, europei, regionali. Con il risultato che spesso slittano, anche di diversi mesi, rispetto all’inizio dell’anno scolastico. Così, ad esempio, un corso di quattro anni per diventare tecnico idraulico rischia di durare anche cinque, sei anni. E tra una pausa e l’altra molti ragazzi si perdono e non tornano più dietro i banchi. Quest’anno gli enti di formazione hanno concluso le attività di terzo anno senza ricevere un euro.
«La situazione è grave — denuncia Romano — Da sette mesi gli enti di formazione attendono i pagamenti da parte della Regione. Migliaia di dipendenti rischiano di rimanere senza stipendi. Dobbiamo pagare docenti, fornitori, affitto delle strutture. Gli enti più piccoli non ce la fanno e rischiano di chiudere». Tutto perché la Regione è in ritardo con il riallineamento delle linee contabili, cioè con il riaccertamento dei residui attivi e passivi relativi agli esercizi precedenti all’anno 2025. Sostanzialmente la cassa regionale è chiusa dallo scorso metà dicembre, al di fuori delle spese
ordinarie. «Noi — conclude Romano — ci confrontiamo quotidianamente con colleghi di altre Regioni e questo succede solo in Sicilia».
A marzo l’assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino aveva annunciato che quest’anno
imprese ed enti avrebbero potuto ricevere i pagamenti dalla Regione «fin dall’inizio dell’anno, senza l’attesa dei tempi necessari al completamento delle procedure contabili legate al rendiconto». Evidentemente non è andata così per tutti. Pochi giorni fa le principali associazioni datoriali della formazione, rappresentative di oltre 200 enti,
hanno inviato una nota a Dagnino, al presidente Renato Schifani e all’assessore all’Istruzione Mimmo Turano, sollecitando un intervento per sbloccare le risorse. E dare una boccata d’ossigeno a migliaia di siciliani.

Da laRepubblicaPalermo di Salvo Catalano

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