I porti di Genova e Venezia sono pronti a bloccare le attività se la Global Sumud Flotilla verrà fermata dalle autorità israeliane.
Questo è il messaggio arrivato da sindacati e attivisti italiani a sostegno della missione umanitaria che, salpata tra fine agosto e i primi di settembre da Barcellona, Sicilia, Genova e Tunisi, punta a rompere il blocco imposto a Gaza.
La Flottilla è la più imponente dal 2010: circa cinquanta imbarcazioni, con a bordo tra i duecento e i cinquecento attivisti provenienti da 44 Paesi, e centinaia di tonnellate di aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese.
Una raccolta record di 300 tonnellate di cibo è stata organizzata in soli cinque giorni da Music for Peace e dai portuali del Calp di Genova, che hanno messo la loro rete al servizio della spedizione.
Nei giorni scorsi il camallo Riccardo Rudino del Calp ha usato toni duri: «Se perdiamo il contatto con le nostre barche per venti minuti, blocchiamo tutta l’Europa. Da questa regione partono 13-14 mila container all’anno per Israele: non esce più un chiodo».
Il sindacato Usb ha confermato il sostegno all’iniziativa, sottolineando che i portuali genovesi hanno già bloccato nei mesi scorsi tre carichi di armi destinati a Tel Aviv.
L’eco della mobilitazione è arrivata anche a Venezia, dove i Centri sociali del Nordest e il sindacato Adl Cobas hanno promesso di paralizzare il porto in caso di attacco o fermo delle imbarcazioni. «Trasformeremo lo sdegno in azione diretta, la solidarietà in disobbedienza», hanno dichiarato.
L’arrivo della Flottilla al largo di Gaza è previsto a metà settembre.
Le imbarcazioni hanno già affrontato i primi problemi tecnici e di maltempo, con alcune costrette a tornare indietro, ma il convoglio resta in movimento.
Fonte Quotidiano Nazionale
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