Mezzo milione per ogni deputato, destinato agli emendamenti alla manovrina finanziaria. Anzi, per un solo emendamento. E con “paletti” molto stretti: un solo Comune beneficiario per un intervento specifico.
La proposta è arrivata nella prima parte del pomeriggio, in attesa di riprendere la seduta d’Aula. Ma l’accordo ancora non c’è. In questo modo, come annunciato pochi giorni fa dal presidente della Regione Renato Schifani, il governo ha provato a indicare i margini (piuttosto stretti) per «ampliare il disegno di legge originario». Ed evitare incidenti nel corso dell’esame del ddl.
Sul piatto, come era già stato previsto, sono finiti circa 25 milioni, a disposizione dei 47 deputati della
maggioranza, oltre a una quota residuale di un paio di milioni.
Un numero che comprende anche i tre esponenti di “Sud chiama Nord”. Un dettaglio non da poco. Perché proprio la presenza degli uomini di Cateno De Luca, più defilato che in passato, ma politicamente sempre più vicino al presidente Schifani, sta facendo storcere il naso a diversi deputati
della maggioranza.
«Nella manovrina gli hanno già riconosciuto norme per almeno 7 milioni, destinate al Messinese. E a lui e ai suoi compagni di gruppo destinano anche la stessa quota degli altri deputati». La proposta non ha ancora avuto il via libera a causa dei dubbi degli stessi deputati, eccessivamente limitati dai requisiti imposti dall’esecutivo. Così si è fatta l’ipotesi di “congelare” il tesoretto di 25 milioni di euro, per utilizzarlo nella manovra
correttiva dell’estate.
A proposito di contributi, poche ore prima, la giunta ha approvato il decreto di ripartizione dei fondi regionali destinati agli enti pubblici e privati del settore dello spettacolo. È il cosiddetto Furs, nato qualche anno fa per soppiantare la vecchia e famigerata “Tabella H”. Ai 6,8 milioni del Fondo, vengono poi aggiunti i quasi due milioni e mezzo destinati esclusivamente
ai teatri a partecipazione pubblica.
Da laRepubblicaPalermo di Accursio Sabella
