Forse non tutti sanno che la parola “tumbuluni” ha origini lontane e particolari
Quantomeno dal punto di vista lessicale, dal momento che non si limita a mutuare la parola dall’italiano, schiaffo, ma attingendo dal greco antico per dare vita al termine tumbulùni.
Testualmente si tratterebbe di uno schiaffone, con l’accrescitivo, e trova una sua variante nella tumpulàta, tumbulàta, o timp/buliàta, che sarebbe a sua volta un manrovescio, il cui contesto d’uso è praticamente universale e applicabile tanto alle situazioni più ironiche e leggere quanto a quelle più serie e da prendere alla lettera.
Ma da dove deriva questo famigerato tumbulùni ?
Ebbene, secondo le fonti la radice sarebbe analoga a quella del verbo tiùpto (gr. τύπτω), il quale guarda caso significava battere, urtare, percuotere, colpire, con un’analogia che gli ha permesso di svilupparsi nel dialetto siculo in un sostantivo altrettanto evocativo.
E non è finita qui, perché come abbiamo già raccontato, anche l’antico gioco popolare del tumbuluni, lo schiaffo del soldato, che ha una parentela linguistica con il predicato in questione: tiumpanìzo (gr. τυμπανίζω) voleva infatti dire battere il timpano e proveniva probabilmente dalla stessa radice di tiùpto.

Oggi gli usi del termine sono diversi, si sono evoluti nei secoli e negli ultimi tempi hanno, fra l’altro, assunto una sfumatura più metaforica, quasi goliardica, da una parte perché un tumpulùni può essere anche uno schiaffo morale, ed è proprio di questo che qui parliamo, siamo contro l’uso della forza fisica.
Non è detto, infatti, che con questa parola, tumbulàta, ci si riferisca a una sberla fisica: talvolta la si usa per indicare in maniera colorita anche solo una pacca più forte delle altre, o uno schiaffetto.
Insomma, u tumpulùni, usato come schiaffo morale, a seconda di come si utilizza, può perfino essere più incisivi e fare più male di quello fisico, perchè il dolore e il rossore che ne scaturisce, colpisce direttamente nell’anima e rimane lì, mentre quello fisico sparisce dopo poco tempo.
In politica il suo uso morale è spesso più efficace e potente di un’atto politico vero e proprio, serve spesso a rispondere in maniera chiara e forte, dandone anche una veste ironica che atterra l’avversario, lasciandolo senza parole.
Insieme al timbuluni morale, c’è anche la lasagnata , e, anche se la lasagna è nata a Bologna, noi siciliani abbiamo la nostra bella e gustosa versione, sicuramente più gustosa.

Il dare timbuluna morali e lasagnate, non è però un uso esclusivo dei politici, sono anche i cittadini, che, non avendo spesso altri mezzi, per rispondere in maniera non violenta ed ironica al politico di turno, gli “sferrano”, metaforicamente, dei bei timbulini o gli “sfornano” delle belle “lasagnate”, in questo caso “lasagnate popolari“.
Po dipende dalla giornata, nei feriali solitamente vanno bene i “timbuluna”, nei festivi le “lasagnate popolari”.
Ma ci sono politici che sanno assorbire bene sia i timbuluna, morali, che digerire le lasagnate popolari.
Semplicemente perchè hanno facce di bronzo e stomaci di ferro.
“Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale“
Ad Maiora