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“Il vento dell’imbecillità e la paura che ci divora” di Marco Fasciana

Last updated: 26/09/2025 8:29
By Redazione 330 Views 4 Min Read
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Lo scenario nazionale ed internazionale desta non poche preoccupazioni.

Non serve nasconderlo, non serve ridurlo a un’analisi fredda e accademica: le guerre dietro l’angolo, poco distante dal nostro territorio, acuiscono il senso di paura liquida, compenetrante, che annichilisce e paralizza.

È curioso – anzi, disgustosamente umano – come si possa percepire il pericolo solo quando ci sfiora la pelle, mentre quando è lontano, oltre un confine, oltre il mare, improvvisamente svanisce. Un’illusione ottica della coscienza.

“Sento forte il vento dell’ala dell’imbecillità volare su di me”, direbbe Baudelaire, e mai frase fu più calzante per descrivere questo spettacolo indecoroso: l’obiettivo, chiaro come il sole che ustiona ed estremizza gli animi, polarizza ogni confronto, scava baratri tra le persone.

Parole, gestualità ed azioni che sembravano appartenere ai manuali di storia tornano invece in scena con violenza teatrale, spacciandosi per coraggio, per patriottismo e spirito di fraternità cristiana.
L’omicidio di Charlie Kirk negli Stati Uniti – pace all’anima sua, che il suo Dio lo accolga – ha offerto il pretesto per inscenare un teatrino, anzi, una colossale opera tragica in cui non è salito sul palco un attore da Oscar, ma l’uomo più potente del mondo, il bullo Trump, ritratto ad applaudire sconnesse farneticazioni quali “I nostri nemici non hanno idea del drago che hanno svegliato” oppure, “Dio sguaini la spada per terrorizzare i nostri nemici”.

Il pubblico, retribuito con pillole di rabbia applaude, senza fiatare, rapito dal ciarpame retorico, cieco alla follia che gocciola da quelle parole.

Eccola, l’estremizzazione partigiana, protagonista incontrastata, al fianco dell’effigie del Santissimo, ormai svilita a lasciapassare di populismo, a vessillo grottesco dei nuovi crociati, degradati e ignoranti come sassi.

E in Italia? Ah, qui il copione si recita con toni più timidi, più pavidi, ma non meno degradanti.
Si sdogana lo stesso atteggiamento: silenzio con la stampa, repressione delle manifestazioni pacifiche pro Palestina, e soprattutto negazione – negazione sfacciata – del genocidio che si consuma in Medio Oriente.

Il genocidio che si finge di non vedere, che si vuole occultare dietro formule burocratiche e sorrisi istituzionali.

Una domanda mi opprime, per quanto sia scontata la risposta: Esistono uomini e donne ancora capaci di prendere le briciole di coraggio rimaste, per gridare, fino a restare senza fiato che, che esiste una morale “etologica” a cui aggrapparci?

Viviamo immersi in un tempo in cui la paura viene coltivata, l’odio viene venduto al dettaglio, e l’intelligenza viene trattata come un reato.

E intanto, il vento dell’imbecillità continua a soffiare. Forte. Violento. Asfissiante.
P.s. citando Indro Montanelli: “se non mi capite, l’imbecille sono io.

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