Leonardo Sciascia definì la Sicilia una terra irredimibile, profilando un declino ineluttabile per gli abitanti dell’Isola. Poi però proseguiva affermando: «Bisogna continuare a lottare, a pensare e ad agire come se non lo fosse».
La Corte dei Conti, ha bocciato sia il piano dei rifiuti sia la gestione idrica in Sicilia, evidenziando «gravi carenze, ritardi e gestione inefficiente» in entrambi gli ambiti. Le relazioni della Corte hanno sollevato preoccupazioni sulla gestione delle risorse idriche e sulla pianificazione dei rifiuti, sottolineando criticità e ritardi negli interventi.
In dettaglio, in ordine alla gestione dei rifiuti, la Corte ha evidenziato: un Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani (PRGRU) atteso dal 2021, ma mai effettivamente operativo, con criticità nel ciclo di gestione dei rifiuti urbani e nella depurazione delle acque reflue. In ordine alla gestione idrica, la Corte ha invece evidenziato: ritardi negli interventi, infrastrutture fragili, acqua “a perdere” e inefficienze nella depurazione e distribuzione delle risorse idriche.
Le relazioni della Corte dei Conti, molto chiaramente, evidenziando inefficacia e inefficienza negli interventi della Regione Siciliana, sottolineano la necessità di interventi strutturali e urgenti per risolvere le criticità emerse. In particolare, si fa riferimento alla necessità di un piano di messa in sicurezza del sistema idrico siciliano, con un investimento stimato di 1,3 miliardi di euro (una parte è già stata finanziata). Insomma, la Corte dei Conti ha fatto luce sulle problematiche della Sicilia in materia di rifiuti e acque, sottolineando l’urgenza di azioni concrete e tempestive per affrontare le emergenze in corso e garantire una gestione più efficiente ed efficace. Per garantire una qualità della vita dei cittadini siciliani più degna e dignitosa.
Di certo, l’analisi e la ricostruzione dei fatti relativi agli ultimi venticinque anni di gestione della crisi idrica e dei rifiuti nell’Isola certificano il profondo deficit di programmazione e pianificazione da parte della Regione Siciliana. Un deficit che, noi di Italia Nostra, denunciamo da anni. E avere puntato su inceneritori e dissalatori, investendo oltre un miliardo di euro dei fondi per lo Sviluppo e la Coesione, è stata, a nostro parere, una scelta scriteriata. Una scelta, dal punto di vista ambientale ed economico, insostenibile.
Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia
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