Si è tenuto ieri pomeriggio in una gremitissima sala, la Cripta della Cattedrale, l’incontro organizzato da Area Civica, presentato da Annalisa Pettitto in occasione della presentazione del libro di Attilio Bolzoni, IMMORTALI “La borghesia mafiosa”.
Presenti diversi amici e conoscenti del giornalista nisseno, vecchi compagni di scuola ed anche una sua ex insegnante, che si ritiene orgogliosa di averlo avuro come alunno.

A “sollecitare” il giornalista Bolzoni, il caporedattore de La Sicilia, Mario Barresi, e la giornalista Laura Distefano sempre de La Sicilia.
Bolzoni, come ampiamente previsto è partito esordendo che il concetto di mafia è cambiato.
Non si tratta più solo della criminalità “che spara”, ma di una rete di “colletti bianchi” spesso incensurati, che usano la mafia tradizionale per i propri scopi.
Questa nuova dinamica rende più difficile l’identificazione e il perseguimento dei responsabili.
Sollecitato dai giornalisti ha parlato di “verità nascoste”.
Molti omicidi eccellenti, come le stragi di mafia, rimangono senza un vero e proprio mandante ben identificato. Si ha la sensazione che le indagini si fermino a motivazioni superficiali e non vadano a fondo.
Parlando poi degli organi di controllo, Commissione Antimafia, ne hacriticato il lavoro svolto, definita “inefficace”, lo dimostra il fatto che ha basato le sue conclusioni sulle stragi sulla sola testimonianza di un generale.
Sollecitato dalla Distefano ha parlato della Frammentazione dei processi.
La scelta di dividere i processi in più filoni non aiuta a raggiungere la verità.
Il processo “Mafia e appalti” avrebbe potuto fare luce sul mandante della strage di Borsellino.
Sui Mandanti esterni afferma che dopo 35 anni, il semplice scrivere di “mandanti esterni” è percepita come una conclusione insufficiente, che non porta a una reale risoluzione dei casi.
Si avverte una mancanza di vera strategia nella lotta alla mafia, una responsabilità che doveva essere della Procura Nazionale Antimafia, ma che sembra non agire in modo concreto.
La mafia di oggi è “trasparente”, mescolata con le istituzioni.
L’indagine Montante: L’indagine sul sistema Montante, Bolzoni l’ha definita magistrale, ma il processo ha mostrato le debolezze del sistema giudiziario, ma la scissione dei filoni d’indagine ha danneggiato il processo e, alla fine, Montante sembra aver pagato da solo per un sistema preesistente.
Connessioni con il potere: Montante non ha agito da solo, ma si è appoggiato a poteri forti e persino ai servizi segreti.
Alcuni personaggi politici come Cuffaro, Lombardo e Dell’Utri sono stati definiti “immortali” non per la loro forza individuale, ma perché il sistema stesso li protegge e li riassorbe.
Alla domanda di Barresi, che ha ricordato le tante querele ricevute e se Bolzoni dopo i tanti libri scritti ne avesse ricevuta qualcuna fa riferimento a un episodio in cui Totò Cuffaro, dopo essere uscito di prigione e tornato in politica, ha prima complimentandosi con lui, gli ha poi sollevato numerose obiezioni.
Barresi parla di “Relazioni trasversali” riferendosi al matrimonio del figlio di Cuffaro, al quale era presente, con la presenza di direttori sanitari, magistrati e buona parte della politica regionale, sottolineando come questi personaggi mantengano una fitta rete di contatti che li rende quasi intoccabili.

Bolzoni ha aggiunto che ci sono differenze nel rapporto tra mafia e politica tra le regioni. In Calabria, i politici cercano i mafiosi, mentre in Sicilia avviene il contrario, con i mafiosi che attendono di essere ricevuti dai politici. Questo indica un potere ancora radicato ma forse meno esplicito.
Barresi chiede come ha capito che Montante era in “discesa”. Bolzoni risponde di averlo capito dallascomparsa dai giornali di foto di Montante con politici e magistrati, segnale di una sua prossima caduta.
Parlando poi delle priorità del Paese ha espresso un giudizio sul Ponte sullo Stretto, non come un’opera da escludere a priori, ma come un progetto che non dovrebbe avere la precedenza su altre necessità primarie come ospedali, infrastrutture viarie e ferroviarie.
Numerosi gli applausi che hanno più volte interrotto il dibattito e grande applauso finale.
Caltanissetta ha vissuto un bel momento di cultura e soprattutto di chiarezza su temi importanti come quello della mafia e del rapporto con i colletti bianchi
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