L’ospedale delle clientele a Barcellona record di infermieri
Un paradiso degli infermieri. Nell’inferno della Sanità siciliana. È l’ospedale Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, che può contare su 27 posti letto, su circa 25 medici, ma sulla bellezza, appunto, di 96 infermieri e operatori socio sanitari. Un paradosso che stride con la realtà critica di tanti ospedali siciliani.
Di pochi giorni fa è la storia drammatica di Maria Ruggia, morta all’ospedale Ingrassia di Palermo dopo essere rimasta su una barella per otto giorni.
Un fatto che ovviamente non è legato alle condizioni del Cutroni Zodda, ma «la concentrazione di infermieri a Barcellona è quantomeno strana, anche perché in questo ospedale viene sempre meno gente a curarsi », denuncia Giovanna Bicchieri, combattiva segretaria generale della Cisl Funzione pubblica di Messina.
E neanche i medici sembrano entusiasti di andare al Cutroni, nel Comune del Messinese di 40 mila abitanti. «I bandi pubblicati – spiega Giuseppe Cocuzza, alla guida dell’ospedale dai primi di ottobre – sono andati praticamente deserti. Ne abbiamo appena bandito un altro. È il quarto. Speriamo bene». Oggi, in servizio ce ne sono appena 25.
Un dato in controtendenza rispetto alla fotografia scattata dalla Fondazione Gimbe nel report annuale presentato nell’ottobre scorso.
Dal documento emerge che la Sicilia è fanalino di coda, in Italia, nel rapporto tra infermieri e medici: fermo a 1,84. Non a Barcellona, dove questo parametro giustificherebbe un organico di circa 45 infermieri, a fronte dei 96 in servizio.
Con una media di quasi 4 infermieri a medico, invece, l’ospedale barcellonese supera persino la
Provincia di Bolzano, che, con 3,42 infermieri per medico, è in cima alla classifica del nostro Paese.
I medici non vogliono arrivare, ma gli infermieri non vanno via, nonostante altre strutture denuncino carenze di personale.
Lo ha messo nero su bianco, pochi giorni fa, proprio la segretaria della Cisl messinese, facendo riferimento al “reparto Spdc di Messina Nord”: 12 posti letto e 13 infermieri in tutto, compreso un
coordinatore, la maggior parte dei quali assenti per diversi motivi.
La “Spdc” è una sede ospedaliera in cui viene gestita la fase acuta della patologia
psichiatrica. Una realtà difficile, nella quale servirebbero nuove forze. Dove trovarle? Secondo il sindacato, la risposta è semplice: oggi al Cutroni Zodda si registra un esubero di «circa 40 unità infermieristiche, mentre al contrario – dice Bicchieri altri sfortunati infermieri, sono
quotidianamente sottoposti a carichi di lavoro e turni di servizio insostenibili ». E in qualche caso, anche ad aggressioni fisiche. Per il manager dell’Asp di Messina, Giuseppe Cuccì, però, per strutture di quel tipo è preferibile individuare infermieri che conoscano le peculiarità del settore.
E comunque, è ancora presto per prevedere trasferimenti di infermieri da Barcellona. «Siamo in
attesa della nuova rete ospedaliera – spiega – sulla base di quella, ci adegueremo.
Del resto, puntiamo a un potenziamento di alcuni servizi al Cutroni.
Nel frattempo, attraverso disposizioni temporanee abbiamo inviato una decina di infermieri a Milazzo e a Patti».
Ma gli infermieri di Barcellona restano comunque così numerosi da avere “costretto” Cocuzza a
mandare in ferie chi aveva giornate di riposo. Secondo il più recente decreto ministeriale in materia, per un numero di posti letto di media assistenza simile a quello di Barcellona, lo standard è di 20 infermieri.
Al Cutroni sono più del doppio. Come si spiega questo paradosso ?
Secondo sindacati e addetti ai lavori, c’è lo zampino della politica.
Che spegnerebbe sul nascere ogni tentativo di trasferimento degli infermieri ad altre strutture. Cuccì è un manager gradito a Fratelli d’Italia.
Non a caso, in occasione del taglio del nastro del nuovo reparto di oncologia dell’ospedale di Barcellona, in prima fila, oltre a lui e al dirigente generale della Sanità, Salvatore Iacolino, c’era il deputato regionale di Fdi, Pino Galluzzo, nativo di Barcellona.
Tra i primi a complimentarsi per la nomina di Cuccì a manager, Galluzzo lo invitava a visitare i «presidi ospedalieri di maggiore criticità e marginalità, quali ad esempio il Cutroni Zodda».
Col rischio di scoprire, però, il paradiso degli infermieri siciliani.
Da laRepubblicaPalermo
