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Le verità e le domande scomode difficili da raccontare e porre

Last updated: 19/09/2025 8:01
By Sergio Cirlinci 77 Views 11 Min Read
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Che il giornalismo sia un elemento condizionante della vita di tutti noi è innegabile

Hegel sosteneva che la lettura del quotidiano è “la preghiera laica del mattino”.

I giornalisti del passato scrivevano sapendo che la concorrenza era molto relativa, chi leggeva o ascoltava i notiziari in radio e successivamente alla tv, difficilmente andava poi a cercarsi altre fonti, anche perchè non ne esistevano.

Questo consentiva la “libertà” di poter informare come meglio si voleva, assecondando il volere degli editori e dei loro amici, politici, affaristi ed imprenditori.

Certo questo avviene anche oggi, ma sono aumentate le fonti dalle quale potersi informare e, grazie ad Internet, anche la possibilità di avere notizie in tempo reale e su diversi canali, tra i quali non vanno dimenticati i social, ovviamente le pagine attendibili.

Nel 1631 in Francia nasceva la “Gazette”, nella sua prima uscita si leggeva, “ci limiteremo a riferire le voci che corrono”. Prima del suo avvento, le notizie su fatti di attualità o cronaca venivano diffuse attraverso fogli scritti a mano.

In Inghilterra nel ‘700 fu fondato il Tatler e lo Spectator, furono i primi  esempi  di giornalismo di massa. Nel primo numero del Tatler veniva scritto: “Non fogli di notizie, ma un giornale che riporterà ciò che si dice nei caffè di Londra”.

Ciò diede subito l’idea del modo diverso di intendere il giornalismo come “una grande conversazione fra chi scrive e chi legge”, un po’ come avviene oggi nei social.

Nell’Europa del XVIII° secolo si rafforza questo modello così some anche il dialogo con i lettori. L’obbiettivo era quello di informare di quanto si diceva e succedeva in giro, raccogliendo anche le opinioni dei cittadini.

Oggi più di allora i giornali di maggior diffusione, in modo particolare i locali come gli online, dovrebbero andare oltre la notizia, cercando nel darla di stimolare la riflessione, il confronto e il dibattito che è più importante del dare la notizia nuda e cruda.

Troppo semplice riportare comunicati o notizie delle varie agenzie, quelle si trovano facilmente.

Un giornalismo che va oltre la semplice informazione di fatti di cronaca, per essere utile deve interfacciarsi con i cittadini, cercando di evidenziare e far venir fuori gli umori, le sensazioni, le ansie e preoccupazioni della gente comune, ma anche ascoltare le loro idee per poi divulgarle.

Ciò è possibile solo aprendo un confronto con tutti i cittadini, non soltanto una fascia, magari quelli che non patiscono disagi, ascoltando le loro esperienze, i loro dubbi e perplessità, per fa conoscere e rendere noto a tutti quello che spesso si nasconde dietro una bella patina dorata.

Star dietro un computer o smartphone, riportando semplici notizie prese dalla rete o divulgando quello che la politica vuol farci sapere, diventa un lavoro, sicuramente utile, ma poco vantaggioso per i cittadini, chiaramente sempre fatto con il giusto senso critico.

Il raccontare certi fatti, spesso non piacevoli, non è un volersi lamentare, un attacare la politica o un voler denigrare a tutti i costi, ma un servizio che serve anche da stimolo alla classe politica che, se non è cieca e sorda, dovrebbe prenderne spunto per avviare tutta una serie di progetti volti a migliorare le condizioni del territorio nel quale opera.

Ovviamente ogni giornalista, anche il più professionale, è sempre un essere umano che ha le proprie idee politiche, come anche proprie idee su determinati argomenti, ma un vero professionista dovrebbe cercare di limitare il dare un taglio unidirezionale alle notizie o alla critiche, delle volte forzate, riportando di tutto, dal bello al brutto, a costo anche di sispiacere qualcuno, se poi qualcuno si offende o si risente…pazienza.

Ancor più sbagliato è non dare una notizia per il sol fatto che non la si condivide, o darla magari stravolgendo i fatti, perchè magari il protagonista della notizia non sta simpatico, mentre ci si precipita, enfatizzanso, quando è nelle proprie grazie.

La notizia va sempre e comunque data, il contrario non è fare un servizio, ma favoritismo.

Il giornalismo deve anche aggiornarsi e adeguarsi alla nuova realtà e ai nuovi lettori, che, nella stragrande maggioranza dei casi, ben comprendono l’orientamento di una testata ne evitano la lettura, sapendo che non sono del tutto imparziali, in quanto troppo spesso seguono direttive legate alla politica o a atri interessi.

A livello locale questo fenomeno, è, diciamo, fortunatamente relativo.

Ovviamente ci sono anche da noi testate che seguono le proprie linee editoriali, come è normale che sia, che influenzano le pubblicazioni, ma prevalentemente non vi è quella sostanziale differenza che invece c’è a livello nazionale, dove la stessa notizia viene raccontata in maniera del tutto diversa, facendo diventare santo il diavolo e viceversa.

L’orientamento di una testata si percepisce maggiormente quando certe notizie o comunicati sono totalmente assenti; capita infatti che certe notizie non vengono pubblicate giusto per non dar spazio a qualcuno che non si tollera o perchè va contro qualcuno che potrebbe dispiacersene, mentre si enfatizzano personaggi e fatti sol perchè si ha interesse che quella notizia venga letta.

Ma la porta la si dovrebbe aprire a tutti, siano essi schieramenti politici, normali cittadini, organizzazioni sindacali o associazioni varie, ma spesso si è “costretti” a seguire le direttive imposte anche dalla proprietà che ha suoi fini e i suoi interessi da salvaguardare e fa in modo che certi argomenti vengano volutamente dimenticati o “edulcorati” specialmente quelli che non piacciono agli amici.

Sia che trattasi di politica o di altri problemi che comunque riguardano la collettività, la notizia va data, non ci si deve tirare indietro specialmente su certi temi, insomma non si deve far finta di non sapere, temendo di essere poi richiamati e riportati all’ordine o subire ritorsioni varie.

Il dare informazioni più reali possibili e vicine ai cittadini, specialmente a coloro che hanno un difficile accessso alla comunicazione, alcune volte non viene considerano molto professionle, vengono etichettate come ”chiacchiere da bar”, ritenendo che il parlare di disagi, di problemi e tutto ciò che riguarda il vivere quotidiano, con i suoi problemi, sia più uno sfogatoio che giornalismo.

Ma a chi non si sente superiore a nessuno, piace il cosiddetto giornalismo più di “strada”, quello cioè che ascolta la gente e che si fa suo interprete.

Sarebbe anche interessante creare una rubrica dal nome “il cittadino chiede ed il politico/dirigente risponde”, oggi invece assistiamo al “politico/dirigente comunica e il cittadino che rimane senza risposte”.

Sappiamo bene che in una piccola realtà come la nostra, dove tutti bene o male ci conosciamo, andar contro qualcuno non è certo cosa facile, il famoso “patri mali”, ma spesso di “andate” contro qualcuno se ne leggono, ma è solo quando c’è, oltre a quanto già detto, un qualcosa di personale, magari un ripicca, che detto francamente poco interessa al resto della città, utile solo per colpire o denigare qualcuno e beccarsi i like di approvazione.

Arrivare ai cittadini, ascoltarli e cercare di portare a conoscenza di molti le varie problematiche, soprattutto a chi ha le leve del poter, non farà sicuramente vincere il Pulitzer, ma rimane la soddisfazione di dire “pane al pane e vino al vino”, offrendo contemporaneamente un servizio alla collettività.

Porre all’attenzione su certi temi, come anche fornire notizie al di fuori del Palazzo, che vanno oltre a quello comunicato ufficialmente, svelando anche qualche piccolo segreto, creando una dibattito sul tema e ponendo quesiti anche scomodi, non è qualcosa che a molti piace fare, magari piacerebbe, ma che non si fa perché “pari mali” o perchè così gli viene “consigliato” di fare.

Ma la perfezione in tutti i settori non esiste, se qualcuno ritiene di essere perfetto….si sbaglia e pure di grosso.

Ad Maiora

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Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

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