Per i giudici contabili gli ultimi governi di centrodestra hanno provocato un danno da 70 milioni
Una bocciatura senza attenuanti.
La Corte di conti sulla sanità boccia i governi Musumeci e Schifani.
Con un messaggio chiaro: gli ultimi due governi di centrodestra non hanno imparato nulla dall’emergenza Covid.
E non sono intervenuti, quindi, per mettere in sicurezza il sistema sanitario regionale post pandemia.
La Corte dei conti siciliana usa toni molto netti, nella delibera di “approvazione del referto
sulla gestione delle risorse del settore sanitario destinate al rafforzamento dell’area delle terapie dell’emergenza”.
E il primo dato sconfortante riguarda i posti letto.
Secondo i magistrati contabili, pur avendone non solo la possibilità, ma il via libera dal governo nazionale attraverso una legge specifica, la Regione non ha mai attivato i posti letto necessari
per la terapia intensiva e sub intensiva.
“La programmazione regionale — scrive la Corte dei conti — non è conforme al target nazionale,
poiché la somma dei 253 posti letto di terapia intensiva e dei 318 posti letto di terapia sub-intensiva programmati dalla Regione non raggiunge la soglia dei 720 posti letto complessivi, presentando uno scarto aritmetico in difetto di 149 unità”.
Mancano quindi 149 posti letto che lo Stato aveva autorizzato.
Sul punto, la Regione si è limitata a rispondere alla Corte che “non esiste uno scostamento”, senza però aggiungere dati e conferme documentali.
In generale, scrive la Corte, a fronte di 720 posti letto di terapia intensiva programmati, ne sono stati effettivamente realizzati 151 unità (ossia il 21%), di cui solo 109 posti sono collaudati e in uso; mentre a fronte di un totale di 350 posti letto di terapia semi o sub-intensiva programmati,
ne sono stati realizzati 116 (ossia il 33%), di cui solo 78 posti sono collaudati ed in uso”.
Gravi anche i ritardi nell’adeguamento dei pronto soccorso: a fronte di 24 interventi programmati, solo 8 sono quelli effettivamente realizzati (il 33%), di cui appena 6 sono
collaudati ed in uso.
In generale, i lavori previsti con i fondi statali per potenziare la Sanità siciliana sono per la maggior parte fermi.
A distanza di quattro anni dall’inizio della pandemia, solo il 42% è stato completato.
La Corte ricorda che la nuova deadline per ultimare gli interventi previsti dal Pnrr è al 30 giugno
del 2026. Una chiara stroncatura della gestione della Sanità sotto le amministrazioni Musumeci e
Schifani.
“L’assessorato — si legge in una nota inoltrata dagli uffici della Salute — rileva che i lavori per l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva risultano eseguiti o in corso di esecuzione in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere, fatta eccezione per il “Garibaldi” di
Catania, il “Sant’Antonio Abate” di Trapani, il “Borsellino” di Marsala e il “Fogliani” di Milazzo, che rappresentano circa il 20% di quelli programmati.
Va precisato che i posti letto da realizzare in Sicilia sono: 571 (e non 720), di cui 253 di terapia
intensiva e 318 di sub intensiva, così come stabilito dal decreto 614/2020, registrato alla Corte dei
conti e confermato nell’agosto 2024.
Per quanto attiene all’incremento dei costi legati alla programmazione originaria, il dato risulta
documentato in occasione del passaggio di consegne dalla Struttura commissariale all’assessorato, nel novembre 2023.
La Regione svolgerà gli approfondimenti necessari con le 16 Aziende, oggi soggetti attuatori
degli interventi, a fronte di tutte le osservazioni contenute nella delibera della Corte dei conti”
L’opposizione va all’attacco.
Secondo il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo “solo Schifani non si accorge di quello che succede”, il capogruppo Dem all’Ars, Michele Catanzaro, parla di “disastro “, mentre secondo il renziano Davide Faraone, “la politica sanitaria del centrodestra è tutta sbagliata”
