In un’epoca segnata da crescente disaffezione politica e da una diffusa sensazione di distanza tra governanti e governati, il confronto diretto tra l’amministrazione locale e i cittadini riveste un’importanza cruciale.
Un dialogo aperto e costruttivo, come quello sperimentato in passato nelle assemblee cittadine di Caltanissetta, tenute dall’ex sindaco Ruvolo allo Scarabelli e poi dall’ex Gambino al Michele Abate e al Teatro Margherita, come anche la più recente, sempre allo Scarabelli, con il confronto tra i candidati alla carica di sindaco, rappresenta un pilastro fondamentale per una democrazia partecipativa e per la costruzione di una comunità più coesa e consapevole.
Quando i cittadini hanno l’opportunità di confrontarsi direttamente con i propri amministratori, si innesca un processo virtuoso dalle molteplici implicazioni positive.
In primo luogo, si rafforza la trasparenza dell’azione amministrativa.
La possibilità di porre domande, chiedere chiarimenti e ricevere risposte immediate contribuisce a dissipare dubbi e sospetti, alimentando la fiducia nelle istituzioni locali.
Questo è particolarmente rilevante in un contesto come quello di Caltanissetta, dove la storia passata ha talvolta seminato ombre e diffidenza.
In secondo luogo, il confronto diretto favorisce una maggiore responsabilità da parte dell’amministrazione.
Sapere di dover rendere conto del proprio operato di fronte alla cittadinanza spinge gli amministratori a una maggiore attenzione e scrupolosità nelle proprie decisioni.
Le assemblee cittadine diventano così un importante strumento di controllo democratico dal basso.
Un altro aspetto fondamentale è legato alla partecipazione.
Coinvolgere attivamente semplici cittadini, come anche associazioni, comitati di quartiere, giornalisti, rispondendo e ascoltando le loro esigenze, le loro proposte e, nel caso anche le critiche, permette di elaborare politiche più efficaci e rispondenti ai reali bisogni della comunità che possono sfuggire anche a chi amministra nel miglio modo possibile.
L’intelligenza collettiva che emerge da un’assemblea cittadina può portare a soluzioni innovative e a una maggiore condivisione degli obiettivi comuni.
A Caltanissetta, una città ricca di storia e di risorse umane, questo aspetto potrebbe rivelarsi particolarmente fecondo per affrontare le sfide del presente e costruire un futuro migliore.
Il ricordo delle passate assemblee cittadine a Caltanissetta, dove i cittadini si confrontavano apertamente con l’amministrazione ricevendo risposte e chiarimenti, rappresenta un patrimonio prezioso da non disperdere.
Riproporre e valorizzare questi momenti di democrazia diretta potrebbe contribuire a:
- Rinvigorire il senso civico e la partecipazione attiva alla vita pubblica.
- Migliorare la qualità delle decisioni amministrative, grazie al contributo di idee e prospettive diverse.
- Rafforzare il legame di fiducia tra cittadini e istituzioni locali.
- Promuovere la coesione sociale attraverso un dialogo aperto e inclusivo.
- Accrescere la consapevolezza sulle questioni che riguardano la comunità.
In conclusione, in un contesto globale in cui la partecipazione democratica è sempre più invocata come antidoto alla disillusione e al distacco dalla politica, l’esperienza delle assemblee cittadine, anche a Caltanissetta, rappresenta un modello virtuoso da riscoprire e attualizzare.
Un confronto aperto e trasparente tra amministrazione locale e cittadini non è solo un esercizio di democrazia, ma un investimento nel futuro della comunità, un passo fondamentale verso una Caltanissetta più partecipata, responsabile e consapevole.
Sarebbe quindi auspicabile, come ha scritto in suo post Rita Capraro nel gruppo Facebook Caltanissetta 4.01, nel quale dice che oggi di Policlinico e Università non si parla più e si chiede se oggi è il caso di fare un’assemblea cittadina per capire a che punto siamo e cosa ci dobbiamo aspettare? e rivolgendosi direttamente al sindaco Tesauro scrive “tu faresti come ha fatto Gambino ? Ci verresti a mettere la faccia in una assemblea cittadina? Un confronto tra noi cittadini e voi …..si chiama democrazia”
Arriveranno risposte?…ne dubitiamo fortemente.
Leggendo però i commenti sui social e sotto i vari articoli della stampa locale, le perplessità dei cittadini sono molte, quindi è logico pensare che molti auspicano che avvenga un confronto.
E’ trascorso quasi un anno e un resoconto andrebbe comunque fatto, magari non con la solita relazione dove l’amministrazione si racconta, ma in dibattito aperto, sentendo e rispondendo anche a chi ha qualcosa da chiedere o da obiettare.
Vedremo se l’amministrazione o chiunque altro si prenderà la briga di organizzarla, ovviamente dopo che si siano conclusi gli assetti in seno all’amministrazione.
Ad Maiora
Foto della prima assemble cittadina sul policlinico del Maggio 2022
