Il presidente a Cernobbio: “L’Unione non ha mai scatenato un conflitto”. E lancia una stoccata a Trump e ai nazionalisti
Il mondo ha bisogno dell’Europa. È una scelta di campo decisa, quella dichiarata da Sergio Mattarella nel suo intervento al Forum Teha di Cernobbio: contro ogni divisione, mantenendo saldi i principi di unità che dal secondo dopoguerra hanno garantito al Vecchio Continente decenni di pace.
“L’Europa – dice il presidente della Repubblica – con la sua unità, è la possibilità offerta per essere presenti con efficacia e per poter incidere nel mondo che cambia così rapidamente. Una grande opportunità che il nostro Paese ha saputo intravedere e concorrere a costruire, con il decisivo contributo di uno statista come Alcide De Gasperi”.
Un’unità che “è sorta – ricorda Mattarella – sulla base di interrogativi elementari. È preferibile la pace o la guerra? È possibile costruire un mondo in cui gli Stati non vengano contrapposti in nome di artefatti, presunti, interessi nazionali e, al contrario, collaborino per il benessere congiunto dei loro popoli? A prevalere devono essere dignità, libertà, futuro delle persone, oppure, queste devono essere oggetto, strumento, delle ebbrezze di potere di classi dirigenti? Può apparire ovvio: un truismo. Eppure non è così”.
Mattarella a Cernobbio: “C’è bisogno di istituzioni europee più forti”
Il richiamo del Quirinale è volto all’unità, alla cooperazione, con un’attenzione vigile per non abbassare la guardia di fornte a redivivi nazionalismi. “Oggi più che mai le forze dell’economia e del lavoro sono consapevoli che la leva europea è decisiva. C’è bisogno di istituzioni europee più forti, di volontà di governi capaci di non arrendersi a pericoli e regressioni che non sono ineluttabili. L’Europa, con i suoi traguardi di civiltà, è il testimone che possiamo, e dobbiamo, trasmettere alle nuove generazioni”.
“Le democrazie dell’Europa – spiega il capo dello Stato – sono capaci di trovare in sé motivazioni e iniziative per non soccombere alla favola di una superiorità dei regimi autocratici, per non cedere all’idea di un mondo lacerato, composto soltanto di avversari, nemici, vassalli o clientes, né all’idea di società frammentate. L’esperienza suggerisce che soltanto da uno stretto rapporto tra istituzioni e società civile, reciprocamente rispettoso, è possibile realizzare mete di progresso”.
Il ruolo di garanzia dell’Europa: “Mai scatenato conflitto o avviato scontro commerciale”
L’Europa come Unione rimane, nel monito lanciato da Mattarella, unica garanzia per la stabilità della pace tra i popoli. “L’Unione Europea – dice il presidente – si è affermata come un’area di pace e di cooperazione capace di proiettare i suoi valori oltre i suoi confini, determinando stabilità, benessere, crescita, fiducia. Non ha mai scatenato un conflitto, non ha mai avviato uno scontro commerciale. Al contrario, ha agevolato intese e dispiegato missioni di pace. Ha contribuito a elevare standard di vita, criteri di difesa del pianeta. Ha promosso incontri e dialoghi e ha alimentato libertà nei rapporti internazionali, eguaglianza di diritti tra popoli e Stati: condizioni e causa di progresso”.
Mattarella: “Com’è possibile che l’Europa venga considerata un ostacolo?”
La stoccata, su queste premesse, pare indirizzata a certe politiche particolarmente rigide assunte da grandi potenze quali gli Stati Uniti di Trump. “Si pone, quindi, anzitutto, una domanda, prima di ogni altra. Come è possibile, su queste basi, che l’Europa oggi venga considerata da alcuni un ostacolo, un avversario se non un nemico? Quali sono le ragioni, gli interessi di fondo, i principi sui quali si basa la convivenza civile e i traguardi raggiunti dai popoli europei che qualcuno considera disvalori? È soltanto affrontando con lucidità interrogativi di questa natura che potremo trovare risposte esaurienti, utili a illuminare le scelte che siamo chiamati a compiere, pena la irrilevanza e la regressione rispetto ai risultati sin qui raggiunti”.
“Oggi più che mai le forze dell’economia e del lavoro sono consapevoli che la leva europea è decisiva. C’è bisogno di istituzioni europee più forti, di volontà di governi capaci di non arrendersi a pericoli e regressioni che non sono ineluttabili. L’Europa, con i suoi traguardi di civiltà, è il testimone che possiamo, e dobbiamo, trasmettere alle nuove generazioni”
Una riflessione infine è rivolta alla necessità di regolamentare un mercato, quale quello delle Big Tech, che minaccia di imporsi senza norme. “Per regole – sono le parole del Presidente – che riconducano al bene comune lo straripante peso delle corporazioni globali, quasi nuove Compagnie delle Indie, che si arrogano l’assunzione di poteri che si pretende che Stati e Organizzazioni internazionali non abbiano a esercitare”.
Fonte La7 di di Amelia Cartia
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