Tre gattopardi in un nuovo partito per sferrare l’attacco alla Regione
L’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, l’ex viceré forzista Gianfranco Miccichè e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla hanno deciso nelle scorse settimane di fondare insieme
un nuovo progetto politico.
Nome e simbolo non sono stati ancora rivelati, ma c’è già l’adesione dell’ex vice ministro alle Infrastrutture ed ex leader M5S siciliano, Giancarlo Cancelleri, anche lui transitato in Forza
Italia prima della nuova avventura .
La Sicilia ha già dato prova di quanto contino nomi e sponsor, ancor più che le sigle dei partiti.
Per questo il nuovo progetto merita attenzione, in vista sia delle amministrative che, a medio
termine, delle Regionali 2027 cui guarda l’attuale governatore Renato Schifani.
Per il momento, i promotori del nuovo partito giurano lealtà al presidente: “Siamo nell’ambito del centrodestra, schieramento che ha un presidente della Regione che è anche il nostro presidente”, ha detto Lombardo nei giorni scorsi.
Ma i precedenti tra Miccichè e Schifani sono pessimi, se si pensa che proprio Miccichè aveva abbandonato Forza Italia dopo una militanza trentennale in polemica con la gestione del partito e con la corrente di maggioranza: “Nessuno si è fatto avanti con un’offerta di pace – disse al Fatto quando, nel 2022, lasciò il posto da senatore per tornare all’Ars. – Questi mi vogliono fare fuori con modalità feroci perché hanno paura che le liste alle amministrative le farò io”.
La scorsa estate, quando Miccichè ha lasciato FI, Schifani lo ha liquidato senza troppi complimenti, definendolo “un politico a fine corsa”.
Per non parlare della faida che ha coinvolto pure Giorgio Mulè, molto critico nei confronti di una gestione del partito “senza dialogo”, e il campione di preferenze Edy Tamajo, sospeso dal partito
per aver condiviso sui social duri attacchi al vicepresidente della Camera.
È alla luce di questi rancori che va letta l’iniziativa di Miccichè e soci, con conseguente
naturale preoccupazione di Schifani. Anche Lagalla è infatti uomo di relazioni importanti. Quando si trattò di candidarlo sindaco di Palermo, quasi tre anni fa, poté contare sul sostegno di due big come Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, decisivi per l’esito delle informali primarie interne a Forza Italia. Nonché sponsor ingombranti, visti i trascorsi giudiziari per reati di mafia
(Dell ’Utri condannato per concorso esterno, Cuffaro per favoreggiamento).
E qui si arriva a Lombardo, tornato in piena attività dopo essere uscito assolto dal processo
per concorso esterno che ne aveva travolto la carriera.
Prima delle Europee ave va quasi chiuso un accordo con la Lega, salvo poi far saltare il banco e
accasarsi con Forza Italia.
Ora Lombardo porta il suo “Movimento per l’Autonomia” al centro, addirittura “con lo sguardo a sinistra” – come dice lui – quando si tratta di diritti, come da nouvelle vague della famiglia Berlusconi.
Un modo per ricavarsi uno spazio tutto suo in una Regione dai consensi in movimento.
Bisognerà farsi trovare pronti per le liste, le nomine, le urne.
L’esperienza non manca, la malizia neanche. Schifani avvisato.
Da ilFattoQuotidiano
