La mafia torna a puntare il dito contro Salvo Palazzolo, inviato di Repubblica della redazione di Palermo.
La Squadra Mobile lo ha informato dell’emersione di “gravi ostilità nei suoi confronti” attraverso alcune intercettazioni telefoniche, che hanno portato alla predisposizione di un servizio di tutela per il giornalista.
Palazzolo, noto per le sue inchieste sul mondo della mafia, ha recentemente denunciato la scarcerazione di boss e i permessi premio concessi a ergastolani condannati per stragi e omicidi. Secondo le intercettazioni, queste attività giornalistiche hanno provocato nuove minacce nei suoi confronti, con frasi allusive e intimidatorie captate durante le indagini.
Non è la prima volta che il giornalista finisce nel mirino di Cosa nostra.
Già nel 2018, dopo un suo articolo sul ritorno degli “scappati” dagli Stati Uniti, alcuni esponenti del clan Inzerillo intercettati discutevano di colpirlo con “due colpi di mazzuolo”.
All’epoca, Palazzolo ricevette numerosi attestati di solidarietà, culminati in un sit-in di sostegno a Caltanissetta.
Anche negli anni successivi, il cronista ha continuato a subire minacce e pressioni. Nel 2020 Giuseppe Cusimano, boss dello Zen poi arrestato come capomafia del mandamento, lo attaccò pubblicamente su Facebook, definendo i giornalisti “peggio del Coronavirus” dopo un articolo di Palazzolo che rivelava come Cusimano avesse distribuito generi alimentari per rafforzare il consenso sociale nel quartiere.
Nonostante le minacce, Palazzolo si mostra fermo e determinato: “Continuerò a svolgere il mio lavoro”, ha dichiarato all’ANSA, confermando il suo impegno nel raccontare la verità anche di fronte ai rischi.
La redazione Caltanissetta401.it, esprime piena solidarietà a Salvo Palazzolo, ribadendo l’importanza di una stampa libera.
