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Parolin sul riconoscimento dello Stato di Palestina: “Perché prematuro? Per noi è la soluzione”

Last updated: 28/07/2025 15:51
By Redazione 109 Views 5 Min Read
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Il segretario di Stato vaticano: “Da ora che lo riconosciamo. Bisogna costituire due realtà statali autonome”. E sul raid israeliano sulla Chiesa di Gaza: “L’impressione è che tante volte questi errori da parte di Israele si ripetano”

All’indomani dell’annuncio sul riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del presidente francese, Emmanuel Macron, Giorgia Meloni aveva parlato di scelta “prematura” perché – questa la tesi della presidente del Consiglio – potrebbe essere addirittura “controproducente per l’obiettivo”. Tra i 147 Paesi al mondo che riconoscono la Palestina, a cui a questo punto si aggiungerà anche la Francia, c’è anche il Vaticano. 

Ed è stato proprio il suo segretario di Stato, Pietro Parolin, a intervenire questa mattina – 28 luglio – sul dibattito in corso: “Perché prematuro? Per noi è la soluzione”, ha spiegato Parolin, che ha continuato il ragionamento con una battuta. “Da mo’, come dite voi, che l’abbiamo riconosciuto lo Stato di Palestina: per noi quella è la soluzione, cioè il riconoscimento di due Stati che vivono vicini uno all’altro ma anche in autonomia e sicurezza”.

A chi gli ha chiesto se tutti i Paesi del G7 dovrebbero riconoscerlo, il capo della diplomazia vaticana ha risposto: “Credo di sì, per noi questa è la formula. Secondo noi – ha risposto a chi parla di scelta prematura – la soluzione passa attraverso il dialogo diretto tra le parti in vista della costituzione di due realtà statali autonome. Certo che diventa sempre più difficile per la situazione che si è creata in Cisgiordania . Questo non aiuta dal punto di vista pratico la realizzazione dello stato di Palestina. Mi pare che a New York ci sarà una conferenza promossa da Francia e Arabia Saudita per trovare i termini pratici, speriamo porti risultati”.

Poi Parolin è tornato sul raid israeliano che, il 19 luglio, ha colpito la parrocchia della Sacra famiglia a Gaza causando due morti. In quell’occasione, il governo di Benjamin Netanyahu aveva parlato di “errore”. Già in quell’occasione il commento del segretario di Stato vaticano era stato particolarmente severo, e aveva sottolineato di “dubitare legittimamente” che quel bombardamento fosse stato, realmente, un errore. “Tocca a Israele trovare la maniera di far sì che questi errori non si ripetano – ha spiegato oggi a margine di un evento a Roma –. Se si vuole, si può trovare la maniera. Non ho altri elementi per fare una valutazione differenti. Non abbiamo potuto fare un’indagine indipendente. Prendiamo come buoni i risultati da parte dell’esercito israeliano insistendo perché si stia attenti perché l’impressione è che tante volte questi errori si ripetano – ha proseguito il segretario di Stato vaticano –. Bisognerà porre una particolare attenzione per evitare che i luoghi di culto e le istituzioni umanitarie possano essere colpiti”. Parolin ha poi definito la Situazione a Gaza “insostenibile” e ha chiesto, ancora una volta, che vengano fatti entrare più aiuti umanitari possibili: “Spero ci siano perché la situazione è insostenibile e lì una nuova arma è quella della carestia e della mancanza di cibo”. 

Fonte L’Espresso

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