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Pedopornografia, la Polizia postale si infiltra su Telegram: 3 arrestati tra cui un prete e un esponente delle forze dell’ordine

Last updated: 13/10/2024 11:57
By Redazione 166 Views 3 Min Read
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Determinante per le indagini un anonimo “giustiziere” che attirava i pedofili e ne diffondeva i dati: 29 indagati in tutta Italia dopo l’operazione della procura di Torino


In queste ore la Polizia di Stato è impegnata in tutta Italia, con il coordinamento del Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica, nell’esecuzione di 33 decreti di perquisizione delegati dalla Procura della Repubblica di Torino nell’ambito dell’operazione di contrasto alla pedopornografia online “La Croix”.

All’esito delle attività investigative avviate dal Centro operativo per la Sicurezza cibernetica di Torino, da oltre 6 mesi svolte anche in modalità sotto copertura, in stretto raccordo con la procura, sono state arrestate 3 persone e 29 sono state denunciate a piede libero per divulgazione e pubblicizzazione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori online. Tra gli arrestati, residenti nel Milanese, nel Cagliaritano e Beneventano, ci sono un appartenente alle forze dell’ordine e un prelato.

In particolare l’indagine si è concentrata sull’attività di un utente che, comunque interessato al procacciamento di materiale pedopornografico, pubblicava su gruppi ristretti informazioni e tracce informatiche carpite nell’interazione con altre identità virtuali, di fatto svolgendo il ruolo di “giustiziere”.

Gli utenti coinvolti nello scambio di materiale pedopornografico – di diversa età, condizione lavorativa, ubicazione geografica; professionisti, operai, studenti – che “coprivano” la proprie identità grazie a diverse schermature che la polizia è riuscita a violare – acquisivano materiale foto e video di diversa natura, talvolta anche con vere e proprie violenze sessuali, e chattavano con molta discrezione per sondare la reciprocità di interesse alle tematiche di abuso sessuale, utilizzando linguaggi in codice.

Per l’indagine è stato fondamentale l’accreditamento dei poliziotti sotto copertura nella di contatti dell’ignoto “giustiziere”; poi, una volta ottenuti i dati informatici esposti in rete sui soggetti d’interesse, gli accertamenti e le verifiche condotti dagli investigatori cibernetici hanno valorizzato tutte le tracce informatiche esposte per l’identificazione dei 33 utenti coinvolti, di fatto ripercorrendo in rewind la cronologia delle interazioni in rete del loro contatto principale.

Nella fase strettamente operativa sono stati coinvolti anche gli uffici di Polizia postale di Roma, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Palermo, Catania, Bari, Venezia e Trieste, che hanno curato l’esecuzione congiunta dei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria.

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