Sulle case e gli ospedali di comunità da realizzare con i fondi del Pnrr, la Regione smentisce sé stessa. «La situazione comincia a delinearsi in maniera drammatica a differenza di quel che si dice, cioè
che è tutto sotto controllo». A parlare, in un’audio inviato nella chat whatapp che raggruppa i responsabili unici dei procedimenti delle nove Asp dell’Isola, è il funzionario Emanuele Di Paola, fedelissimo del superdirigente della Pianificazione strategica Salvatore Iacolino e da lui indicato come coordinatore del “team integrato di verifica” degli oltre duecento cantieri in corso.
Parole che tracciano un quadro del tutto diverso da quello descritto finora. Era il 21 giugno del 2024 quando il governatore Renato Schifani, tagliando il nastro al primo (e finora
unico) ospedale di comunità nato dalla riconversione della struttura di Petralia Sottana, annunciava
la svolta: «Qui oggi si parla di medicina di prossimità, di ricoveri brevi o post intervento, di malati che, loro malgrado, si ritrovano ad appesantire il lavoro dei pronto soccorso e che qui, invece, potranno avere risposte di assistenza sanitaria adeguate ai loro bisogni». Un anno dopo e nonostante le periodiche rassicurazioni partite dal quartier generale dell’assessorato alla Salute sul rispetto del cronoprogramma ministeriale sono gli stessi burocrati della Regione a lanciare l’allarme. Disponendo sopralluoghi nei cantieri quando mancano sei mesi dalla data prevista di consegna dei lavori.
Un tour partito il 26 maggio da Agrigento, la provincia che, a detta di Di Paola, «rischia di far perdere il target a tutta la Sicilia».
Nell’audio che ha scatenato il panico tra i Rup, il braccio destro di Iacolino invita tutti a completare le
check-list, le schede di monitoraggio predisposte dall’assessorato. «Ripeto, rischiamo di farci un autogol», insiste Di Paola nel vocale di oltre cinque minuti. Il rischio è perdere i finanziamenti europei: 216,9 milioni di euro per 153 case di comunità e 94,4 milioni per 43 ospedali di comunità, oltre a 61 milioni per 12 interventi di miglioramento sismico nell’ambito del progetto “Ospedale sicuro e sostenibile”. Ad oggi, secondo il monitoraggio Agenas di maggio, solo due case di comunità e un ospedale sono stati completati. Una situazione simile a quella di tutte le regioni italiane, tranne Emilia Romagna e Toscana che partivano avvantaggiate.
La Regione, nell’ultimo incontro al Ministero, ha comunque confermato la scadenza, impegnandosi
a consegnare i lavori entro il prossimo 31 dicembre. Ma — a sei mesi dalla deadline — la situazione viene definita dal funzionario «drammatica ». Tanto da invitare i Rup delle Asp a fare pressing sulle ditte. «Bisogna prendere i dati che a noi interessano per fare le verifiche, noi dobbiamo avere le armi in pugno per combattere l’appaltatore». Il riferimento è alle ditte scelte da Invitalia per realizzare gli interventi. Di Paola striglia i Rup: «Nessuno mi ha compilato un dato fondamentale: quanto tempo aveva l’appaltatore per fare la progettazione, se ha rispettato la scadenza e con quale ritardo.
Questo è un elemento con cui noi possiamo fregare l’appaltatore, perché se mi ha dato il progetto esecutivo due mesi dopo rispetto a quando doveva darmelo è chiaro che io me li prendo (i mesi, ndr) nella fine dei lavori e lavora pure di notte».
Un muro contro muro che potrebbe tradursi in una raffica di contenziosi. «Per aiutarvi, mi dovete mettere nelle condizioni. Ripeto, con queste schede che avete consegnato
l’appaltatore dirà: “Io finisco quando è giusto finire”». In vista dei sopralluoghi, Di Paola avverte: «Non è che siamo noi che vogliamo massacrare voi, ma metteteci nelle condizioni perché queste schede non sono fatte per difenderci. Servono solo per dare credito all’appaltatore che ha le sue ragioni ma noi dobbiamo fregarlo dove ha torto».
Uno scaricabarile che rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione perduta per l’Isola che tenta di
scrollarsi di dosso lo scandalo dei tremila referti istologici in ritardo a Trapani. Senza contare il flop dell’assistenza domiciliare assistita rilevato da Agenas e la bocciatura sui livelli
essenziali di assistenza. Un quadro che ha spinto il M5s a convocare per il 15 giugno una manifestazione di piazza, con l’arrivo a Palermo del leader Giuseppe Conte.
Fonte laRepubblicaPelermo di Giusi Ispica
