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Ucraina, verso prima tregua nella guerra? Il sì di Kiev agli Usa, la parola alla Russia

Last updated: 25/03/2025 13:12
By Redazione 91 Views 8 Min Read
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A Gedda, dopo otto ore di colloqui, arriva la dichiarazione congiunta Kiev-Washington che apre la strada a una prima svolta alla guerra iniziata più di tre anni fa

Contents
La parola alla Russia“Tregua mai così vicina”Zelensky, Trump e Mosca: le parole dopo il sì ucraino

Si sono conclusi dopo otto ore di esibito ottimismo, con una dichiarazione congiunta che apre la strada alla prima tregua nei combattimenti tra Ucraina e Russia dall’inizio della guerra più di tre anni fa, i negoziati a porte chiuse a Gedda fra Stati Uniti e Kiev, il primo contatto bilaterale di alto livello dopo il disastroso incontro in diretta tv del 28 febbraio scorso fra Volodymyr Zelensky e Donald Trump nello Studio ovale della Casa Bianca.

Le delegazioni riunite in una sala del Ritz-Carlton della città saudita, hanno concordato – Kiev ha accolto la proposta Usa – una tregua di 30 giorni “immediata, ad interim che possa essere estesa con un accordo delle parti e che è soggetta all’accettazione e all’attuazione da parte della Federazione russa” nella guerra iniziata con l’invasione delle forze russe il 24 febbraio del 2022. Gli Stati Uniti si sono impegnati a sollevare “immediatamente” la sospensione degli aiuti militari e della condivisione di informazioni di intelligence varata da Donald Trump sulla scia dello scontro con Zelensky. Nessun accordo invece tra Ucraina e Stati Uniti sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, che le parti tuttavia si sono impegnate a definire “il prima possibile”.

La parola alla Russia

La parola spetta ora alla Russia e a Vladimir Putin. Stati Uniti e Ucraina hanno fatto “un passo positivo” ai colloqui di oggi a Gedda, ora gli americani “porteranno questa offerta” ai russi e “la palla è nelle loro mani”, ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio. Nella dichiarazione congiunta si precisa infatti che gli “Stati Uniti comunicheranno alla Russia che la reciprocità della Russia (alla disponibilità di Kiev a una tregua, ndr) è la chiave per raggiungere la pace”.

Una fonte del sito di notizie Usa Axios già in mattinata spiegava che giovedì è atteso a Mosca il super negoziatore di Trump, Steve Witkoff, che formalmente è inviato speciale per il Medio Oriente ma che si è inserito nel dossier russo con una missione a sorpresa a Mosca il mese scorso, grazie agli uffici di Kirill Dmitriev, direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti e ora anche inviato del Cremlino per gli investimenti all’estero. Witkoff, secondo Axios, incontrerà nuovamente Vladimir Putin, dopo il lungo colloquio di metà febbraio che aveva reso possibile la scarcerazione dell’americano Marc Fogel e in seguito la telefonata fra Putin e Trump. Il Cremlino non aveva voluto commentare mentre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, aveva detto che “i contatti bilaterali con gli Usa sono attualmente piuttosto intensi, il loro livello e i loro formati vengono spesso concordati molto rapidamente”.

I colloqui iniziati a Gedda mezzogiorno di ieri (ora locale) sono stati preceduti dagli attacchi aerei più massicci lanciati dalle forze di Kiev contro Mosca dall’inizio della guerra, come ha ammesso il sindaco della città Sergei Sobyanin – per dimostrare forse agli interlocutori americani le capacità di cui dispone anche senza la condivisione di informazioni di intelligence e aiuti militari da parte di Washington, passi presi da Trump dopo la lite alla casa Bianca. Almeno tre persone sono morte nella regione di Mosca. Il ministero della Difesa russo ha reso noto l’abbattimento di 337 droni ucraini.

“Tregua mai così vicina”

Il capo della delegazione ucraina Andriy Yermak, il potente capo di gabinetto di Zelensky alla guida della delegazione di Kiev, aveva commentato già in mattinata che l’incontro era iniziato in modo molto costruttivo. “Continuiamo a lavorare”, aveva detto. Per poi pubblicare, qualche ora dopo, l’emoticon di una stretta di mano e due foto distinte delle delegazioni di Stati Uniti e Ucraina. Yermak aveva definito come obiettivi delle trattative la “protezione degli interessi ucraini” e “una visione chiara per terminare la guerra”.

“Una tregua nella guerra in corso da tre anni che la Russia ha provocato contro il mio Paese non è mai sembrata così vicina”, aveva scritto in un commento pubblicato dal Guardian.

E quando a Gedda si avvicinano le nove di sera, e i colloqui stavano per concludersi, Rubio aveva fatto sapere tramite la sua portavoce Tammy Bruce di essere “molto ottimista” sull’esito. “Quella di oggi è stata una giornata elettrizzante, che potrebbe significare molto per tutto il mondo”. Quindi il via libera di Kiev e la dichiarazione congiunta.

Zelensky, Trump e Mosca: le parole dopo il sì ucraino

Nei colloqui, “c’è stata una proposta da parte americana per compiere subito il primo passo e provare a stabilire un cessate il fuoco completo per 30 giorni, non solo per quanto riguarda missili, droni e bombe e non solo nel Mar Nero, ma anche lungo l’intera linea del fronte”, le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la nota congiunta. “L’Ucraina accetta questa proposta, la consideriamo positiva, siamo pronti a fare un passo del genere. Gli Stati Uniti d’America devono convincere la Russia a farlo. Noi siamo d’accordo e se i russi sono d’accordo” la tregua “funzionerà”, la promessa del leader ucraino.

Da parte sua, Donald Trump ha risposto alle domande dei cronisti sull’accordo nel cortile della Casa Bianca. “Speriamo che il presidente Putin sia d’accordo e si possa mettere fine alla guerra che provoca 2-3mila morti a settimana”, ha detto. “L’Ucraina ha detto sì ad un cessate il fuoco completo, speriamo che la Russia accetti la proposta”, ha aggiunto. Inviterà di nuovo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, dopo l’incontro di 2 settimane fa degenerato in una lite? “Sicuramente”. Quindi Trump ha annunciato che parlerà con il presidente russo Vladimir Putin “questa settimana” nella speranza di vedere un “cessate il fuoco totale nei prossimi giorni”. Ma “per ballare il tango bisogna essere in due”.

Se dal Cremlino si attende intanto una risposta ufficiale, come russi “non escludiamo contatti con i rappresentanti degli Stati Uniti nei prossimi giorni”, ha intanto dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, all’agenzia di stampa Ria Novosti dopo le parole di Trump.

Fonte Adnkronos

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