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Piove…Fuori dal tunnel e la favola di Esopo. Altro attacco, questa volta tocca ai “volontari” dell’acqua

Last updated: 17/02/2025 13:09
By Sergio Cirlinci 223 Views 12 Min Read
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Fuori dal tunnel, è un singolo del rapper italiano Caparezza

Molti hanno però frainteso il senso del testo, a riprova del fatto che nel nostro paese esiste una bassa attenzione alla comunicazione.

E’ un inno contro il “divertimentificio”, fabbrica del divertimento, ovvero il divertirsi conformista, casinaro, alla moda e a tutti i costi.

Trasferendo il senso il senso del discorso alla nostra realtà locale, si può affermare, senza timore di smentita, che delle volte non si comprende bene e a fondo il senso di quello che ci viene detto e “balliamo” o ci fanno “ballare”, anche se le cose non vanno bene.

Era ampiamente previsto, piove, siamo tutti felici e contenti, e abbiamo ormai dimenticato quanto patito lo scorso anno, qualcuno addirittura si è preso meriti non dovuti.

Abbiamo infatti tutti appreso con gioia che l’acqua, grazie alle abbondanti piogge di questi mesi, viene erogata in alcune zone H24, tutto il giorno o a giorni alterni in altre, anche se qualcuno lamenta mancata erogazione da giorni, bassa pressione, torbidità e cattivo odore, ma si sa sui social ci si “lamenta soltanto” (cit.), bisogna fidarsi solo della fonte ufficiale (cit.)… che spesso però nulla dicono.

Rimangono però le incertezze e i dubbi su come affronteremo il futuro prossimo venturo, la prossima estate.

Mentre la cicala canta e balla, la formica lavora duramente per prepararsi all’inverno, nel nostro caso per l’estate.

Un favola senza tempo quella di Esopo, che dimostra come impegno, sacrificio e parsimonia ripaghino sempre, meno il divertirsi e non pensare a quanto succederà domani.

Ma c’è chi odia la formica, che si sacrifica, preferendo la cicala che canta, balla e si diverte.

Ovviamente ognuno sceglie della propria come meglio viverla, ma fino a quando si decide per se stessi, liberissimi di farlo, ma quando si fanno delle scelte che andranno a impattare sulla collettività, bisognerebbe forse essere più accorti, meno cicale e più formiche, insomma più prudenti e parsimoniosi.

Ma molti non vedevano l’ora di poter annunciare al popolo “siamo fuori dal tunnel”, prendendosi e regalando medaglie e meriti non dovuti.

In questo trionfo di euforia e autoesaltazione politica, ecco che c’è chi va oltre e per i “volontari” sono giorni bui, ieri è toccato a quelle meravigliose persone che si occupano degli amici a quattro zampe, oggi è il turno dei “volontari” dell’acqua, quelle persone cioè che patendo grandissimi disagi, hanno cercato quest’estate di tenere alta l’attenzione con tantissime azioni, per non lasciar solo spazio alla propaganda politica, che raccontava cose che erano molto diverse dalla realtà che si voleva rappresentare e far credere, e, a differenza di coloro se ne stavano al fresco delle loro case o comodamente sdraiati su una spiaggia o in barca, si sono sacrificati per tutti sotto il cocente sole estivo.

Ed ecco che c’è chi, probabilmente per ingraziarsi qualcuno o verso quegli ambienti che da anni non lo vedono più presente, attacca senza troppi complimenti quei cittadini che hanno “osato” contrastare l’amministrazione locale e regionale e reso pubblico a tutt’Italia, Europa compresa, come ci avevano ridotto.

Su Facebook, che piace tanto quando si attacca, meno quando si subisce, stamattina mi segnalano questo post : “Adesso che abbiamo l’acqua tutti i giorni sono scomparsi i comitati che galoppavano politicamente l’emergenza idrica. Adesso si dimenticano che è proprio nella assenza di emergenze che va stimolata la politica di governo affinché si costruiscano alternative (dissalatori, pozzi, drenaggi degli invasi), in modo che non si ripresentino i drammi che abbiamo vissuto negli scorsi mesi. Ora il silenzio!! Non c’è più la folla da aizzare e non ci sono firme da raccogliere a fini politici. Lo dicevo allora ed ora ho avuto la conferma oggi. La buona politica è quella che programma, quella che trova soluzioni, non quella che cerca il colpevole e galoppa il malcontento”.

Chi ha scritto queste parole, dimentica che se oggi abbiamo l’acqua e solo grazie a “Madre Natura”, non è certo merito della politica, della sua programmazione o delle alternative trovate, dimostrazione ne è che non appena l’Ancipa ha chiuso il rubinetto, l’erogazione si è interrotta e le soluzioni tanto sbandierate, si sono dimostrate per quelle che erano, insufficienti.

E solo grazie alle abbondanti piogge se gli invasi in Sicilia sono pieni, oggi infatti l’Ancipa ha 19,58 milioni di m3 di acqua, ma questo, pur avendolo capito anche i bambini, qualcuno fa finta di non saperlo, e anche se non si è ai livelli massimi, ne è presente una quantità tale che dovrebbe metterci al riparo da crisi future e ci potrebbe veramente consentire di fare le “cicale”, sempre che non ci fosse quel “ma” che rovina la festa e frega.

Le ultime statistiche ufficiali confermano però che le condutture e la rete idriche delle nostre città perdono mediamente la metà dell’acqua immessa nelle condutture.

Inammissibile: continuiamo a sprecare un litro su due.

Tra quattro mesi circa arriverà l’estate ed è notorio che siamo in Sicilia, dove le precipitazioni sono molto scarse, per non dire inesistenti.

E’ facile prevedere, anche se tutti fanno gli scongiuri, politici in primis, razionamenti delle forniture, inviti al risparmio sotto la doccia, nel lavaggio delle auto e nell’innaffiatura dei giardini di casa, anche se molti se ne fregheranno.

Nell’Isola il film “La grande sete” lo si proietta puntualmente ogni anno, delle volte le repliche delle puntate sono minori, altre, come nella stagione 2024, durano a lungo.

Ma sarà, quella prossima, un’altra estate difficile ?

A sentir le nostre “cicale“, no.

I tre dissalatori, annunciati nei mesi scorsi con le fanfare, non entreranno in funzione entro l’estate, lo ha più volte ribadito il presidente Schifani.

Dei lavori, i famosi 4,2 Milioni, anch’essi annunciati con fanfare e ricordate ad ogni occasione possibile, per il rifacimento della rete idrica, parziale, giusto precisarlo, visto che chi li sbandiera in continuazione, dimentica di farlo, nulla si sa.

I pozzi sono rimasti nella sezione “mistero”, nominati quando c’è l’acqua, non se ne parla quando dall’Ancipa non ne arriva, addirittura adesso ci viene detto che se ne cercheranno di altri, cosa che si poteva benissimo fare quando la città moriva di sete.

Legambiente Sicilia sostiene che su 46 dighe, 26 sono fuori esercizio o in esercizio con limitazioni, aggiungendo che “altre dighe rischiano di chiudere per mancata manutenzione o collaudo”, ma le scelte politiche non sono lungimiranti, nonostante i tanti milioni promessi, stanziati ma che al momento di lavori non se ne vedono.

Una cartina geografica della Sicilia ambientata nel 2100 prevede, tra le altre cose, la scomparsa della maggior parte dei nostri vigneti. Pare che ne resterà qualcuno sui rilievi più alti: Etna, Madonie e Peloritani.

Tra 80 anni i siciliani gusteranno tartine di avocado, pasteggiandolo con vino norvegese e caffè arabico dell’Isola.

Noi nel frattempo godiamoci questi giorni e facciamo le cicale, tutti tranquilli e sereni, per il momento.

Sarà poi inutile scendere nuovamente in piazza, tranne che per gli immancabili eventi, il “divertimentificio”, utili a “distrarci”, fare sit-in, manifestare, protestare o raccogliere firme, come anche fare consigli comunali monotematici, sarebbero tutte repliche di un film già visto, che poco ha risolto allora, figuriamoci la prossima estate e che francamente già il riparlarne suscita fastidio.

Ci sarà da “ridere”, per non piangere, nel sentire cosa si inventeranno tutti coloro che l’estate scorsa hanno raccontato alla città che non c’erano problemi, che le soluzioni erano state trovate e messe in campo e che anche senza invasi non avremmo avuto problemi.

Verranno nuovamente giornalisti e troupe televisive italiane e straniere e quando ci chiederanno come mai si sta ripetendo quanto successo nel 2024, potremmo solo rispondere che in questi mesi ci siamo e si sono dimenticati del problema, che abbiamo fatto le “cicale“, mentre poco o nulla si stava facendo per evitare il riverificarsi della crisi idrica.

Si tornerà a parlare di cambiamento climatico, che, come al solito, riguarderà stranamente solo alcune provincie della Sicilia, Caltanissetta, Enna e Agrigento, e che le tante promesse e rassicurazioni, pozzi in primis, risulteranno vane o poco efficaci.

Parleranno sempre gli stessi, quelli dello scorso anno, e taceranno coloro che lo scorso anno tacevano, ma che oggi “cantano”.

Diremo che coloro che non hanno saputo affrontare al meglio la crisi lo scorso anno sono ancora lì, ma che si questa volta si metteranno seriamente al lavoro, non tanto per risolvere, ma per darci a “bere” nuove risposte, dando le colpe vedremo a chi, avendo lo scorso anno accusati tutti, “Madre Natura” compresa, rea di non aver fatto piovere.

Ma i nostri bravi politici, abituati come sono alla scarsa memoria dei cittadini e al loro non contraddirli, assicureranno che a breve tutto si normalizzerà, plaudendo al rinnovato lavoro di squadra, elogiando i loro referenti, anche loro pronti a raccontarci l’ennesima favola…e verranno creduti nuovamente.

Vedremo, nel malaugurato caso, cosa diranno anche i fan più sfegatati e che argomentazioni qualche consigliere tirerà fuori dal cilindro per difendere, come sempre, l’indifendibile.

Ma l’estate passerà, tornerà a piovere e torneremo a fare le “cicale“, altro giro al crisi.

Lungi da voler fare i menagramo, ma di favole non si vive e quella come quella di Esopo dovrebbe insegnare molto, ma molti preferiscono ascoltare le favola dei politici e il classico “cumu veni si cunta”.

Non succeda mai, ma nel caso nessuno potrà dire “ca, nun vi l’avivamu dittu” .

Ad Maiora

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