Papa Francesco, come promesso, si è affacciato dalla finestra dell’ospedale Gemelli, per un breve saluto ai fedeli in occasione dell’Angelus domenicale. Il Pontefice ha poi lasciato l’ospedale per tornare a Santa Marta, dopo 37 giorni di ricovero. Il Santo Padre, ha spiegato l’equipe medica, “non è mai stato intubato, è stato sempre vigile” anche se ci sono stati “due episodi in cui è stato in pericolo di vita”.
Francesco ha anche potuto pronunciare qualche parole. “Vedo questa signora con i fuori gialli – ha detto – è brava…”, abbozzando un sorriso rivolto alla folla. Il Papa è uscito in carrozzina sul balconcino del Gemelli sulla sedia a rotelle, con la sua veste bianca papale. La voce, è sembrata migliorata rispetto alla prima e unica registrazione delle settimane scorse nel corso della quale, in lingua spagnola ha voluto ringraziare i fedeli per le preghiere. Con la mano ha poi abbozzato una benedizione facendo il segno della croce. Prima di lasciare il balconcino il papa ha avuto un piccolo sussulto che è sembrato dimostrare ancora qualche difficoltà nella respirazione dopo i tanti giorni di ventilazione sia meccaniche ad alti flussi.
“Il Signore, che lavora con premura il terreno della nostra vita e attende fiducioso il nostro ritorno a Lui. In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati. Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose”, afferma Papa Francesco nel testo preparato per l’Angelus.
“Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo. Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale. Sono lieto invece che l’Armenia e l’Azerbaigian abbiano concordato il testo definitivo dell’Accordo di pace. Auspico che esso sia firmato quanto prima e possa così contribuire a stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale”, scrive ancora il Pontefice.
“Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto! Anch’io prego per voi. E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo”, conclude il messaggio per l’Angelus.
Fonte e foto Tg Com 24
