Sarà l’avvicinarsi della Settimana Santa che, come a Natale, rende tutti più buoni, ma, finite le feste, la polvere da sotto il tappeto prima o poi veràà fuori
Da quel che si legge o si sente, non ci si rende conto della grave situazione in cui versa la nostra città e se qualcuno osa parlare o scrivere certe realtà innegabili, viene etichettato nei peggiore dei modi, sino ad arrivare a dirgli di non amare la città, ma forse è sol perchè ha raggiunto un’eta in cui non si crede più alle favole… continuarlo a farlo sarebbe da stolti.
A non amare la città sono semmai coloro che fanno finta di non vedere o sapere, sostenendo che bisogna dare tempo e fiducia, perchè si sta lavorando in silenzio e valutando tutto.
E dire che dal quel palco si erano dette tante belle cose, tutto sembrava pianificato e ben chiaro, si parlava della vicinanza al governo regionale e nazionale, che sarebbe stato un vantaggio per la città.
Ma oggi, a ben guardare, nulla è cambiato, se non il fatto che si continua a rimandare.
Francamente quei vantaggi sono rimasti solo promesse, eccezion fatta per il finanziamento parziale della rete idrica cittadini, ribadisco parziale perchè qualcuno continua a veicolare il messaggio di rifacimento dell’intera rete, rimandata adesso alla chiusura delle scuole, vedremo.
Ma a distanza di quasi un anno non si vede nulla di concreto, si continuano a fare conferenze stampa per presentare progetti non propri, che non appena qualcuno critica si precisa non sono loro.
Basta anche seguire qualche Question Time o qualche consiglio comunale per rendersi conto della situazione in cui siamo.
Non era un pesce di aprile quanto successo nell’ultimo consiglio di giorno 1 aprile per l’approvazione del bilancio.
E’ successo di tutto e di più, come già riportato, scambi di accuse, “ricatti” e con un finale mai visto prima.
Chi era presente giorno 1, visto che lo streaming è stato interrotto, chiudendo frettolosamente sessione e collegamento, racconta di urla oltre il normale dibattito politico.
“sono tremate le mure, i vuci si sintiru sino a Batì”.
Bene ha fatto il presidente a chiudere sessione e collegamento, risparmiando ai nisseni un ulteriore triste spettacolo da “Ok Corral”.
Come non mancano certi riferimenti, poco felici, contro chi tenta di raccontare fatti e misfatti, storie che si sono ripetono quando si tocca qualche nervo scoperto.
Giorni fa sono stati pubblicati i dati ISTAT sul dato demografico, che, qualora non bastasse la cruda realtà, vedono la provincia di Caltanissetta al primo posto con un -8,9%.
Però sentiamo parlare di “visione” e di “coraggio“, ad esempio nella presentazione del bilancio.
Vien da chiedersi quali siano.
Un bilancio fatto di somme che dovrebbero arrivare, noi il condizionale lo mettiamo, altri no, un bilancio, che al netto di queste “regalie” si è arricchito, con spostamenti di somme da altri capitoli di spesa, rattoppi di strade, sistemazione di marciapiedi, illuminazioni di chiese, taglio di erbacce, sistemazione di ville, mentre sul centro storico, “bandierina” da sventolare nelle campagne elettorali, poco o nulla, tranne gli eventi che non mancano mai e per i quali i soldi si trovano sempre.
In città siamo ormai poco più di 58.000 residenti, molti solo sulla carta, però e si “ostacola” o si continua a storcere il naso quando si parla di integrazione.
Ma c’è un dato molto più allarmante, sempre più persone pensano di andar via, non solo studenti che in città non trovano modo per studiare e successivamente trovare lavoro.
Siamo ancora in attesa, a distanza di un anno, della nomina del nuovo presidente del Consorzio Universitario, che potrebbe dare un impulso, attivando ad esempio la mensa, miseramente fallita nei locali dell’ex Bar Romano e a tante altre cose, per rendere attrattiva la città.
Siamo anche in attesa di capire che ne sarà del “Policlinico” o ospedale universitario, dato per certo ma che adesso nessuno ne parla più, stessa cosa della Piscina, dell’Antenna, cavalli di battaglia contro le vecchia amministrazione, ma loro erano definiti “incapaci”
A questo punto sorgono spontanee alcune domande.
Chi pagherà per mantenere in equilibrio le casse comunali ? Chi pagherà le tasse, come ad esempio la TARI ? Chi riempirà la scuole ? Chi comprerà nei nostri negozi, che già oggi sono in forte sofferenza ?
Senza un numero adeguato di cittadini tasse e contributi lieviteranno obbligatoriamente per gli “sfortunati” che rimarranno, tasse e contributi che lieviteranno più di quanto sono già state aumentate.
Anche perchè certi servizi vanno comunque garantiti.
Aumenteranno anche quei cittadini che dovranno scegliere se mangiare o pagare le tasse, chiamiamoli “evasori per necessità”, che sempre più numerosi dovranno rivolgersi alle mense della Caritas o delle CRI e chiedere al comune sostegno, tramite i servizi sociali.
A queste persone cosa si toglierà avendogli già tolto la dignità ?
Ma mentre ai cittadini si chiedono sacrifici, la politica, con il sostegno dei “lenticchiari” parla di altro, fa sognare e, mentre sempre più famiglie non arrivavano a fine mese per dar da mangiare alla propria famiglia o, peggio, per curarsi, loro incassano lauti emolumenti e gettoni, stanno in alcuni casi anche comodamente a casa o al lavoro, dando uno “schiaffo” a chi conta gli spiccioli in tasca per comprarsi il pane…però amano definirsi dei “buoni padri di famiglia”.
Come ha scritto qualcuno “Abbiamo perso la dignità di essere nisseni, circondati dall’indifferenza di chi ancora oggi non si immedesima in chi ha problemi”.
Servirebbe un sussulto, una scossa, alta tensione, servirebbe anche più coraggio nel farsi sentire e smontare le favole, facendo aprire gli occhi a coloro che li chiudono per non vedere.
Qualcuno definisce l’opposizione troppo “buona”, auspicando azioni più incisive e, visto che da soli non riescono a scardinare il “fortino”, si rivolgano a quei cittadini, chiedendo loro sostegno e supporto, in particolar modo a coloro che ancora hanno veramente a cuore le sorti della città, a quelli “liberi” che non si accontentano delle “lenticchie”.
Scendano in Piazza, come si è fatto altre volte
Non si tratta, meglio chiarire, istigare alla rivolta, ma un modo per far capire chi fa finta che “va tutto bene”, che la situazione, economica e sociale, sta giungendo in città a un punto di non ritorno.
Chi non ama questa città resti a casa, continui a cibarsi di “lenticchie”, faticosamente ottenute, sperando di averne sempre a disposizione, ma quando non ne avranno più di cosa ci ciberà ?
I nisseni meritano ben altro, a mali estremi estremi rimedi (cit.), bisogna però fare di tutto per invertire la tendenza di una situazione che, a prova di replica, non vede neanche un bagliore in fondo al tunnel. Ad Maiora
