Molti cittadini ci pongono delle domande, alle quali proviamo a dare delle risposte
La prima è perchè un politico già eletto si candida, la seconda è se il futuro presidente del Libero Consorzio e i consiglieri provinciali percepiranno emolumenti o gettoni di presenza, oltre a quelli che già percepiscono dall’ente nel quale sono stati eletti.
Alla prima domanda si risponde facilmente.
Essendo elezione di secondo livello, possono candidarsi solo consiglieri comunali e sindaci in carica, gli assessori infatti non possono farlo, in quanto nominati e non eletti.
Rispondere alla seconda domanda non è stato facile, quando si parla infatti dei guadagni della politica, le notizie sono difficili da reperire e spesso imprecise o contrastanti.
In un articolo del 2024, prima dell’approvazione della riforme delle Province, si leggeva che lo stipendio dei presidente varia in funzione del numero degli abitanti e che andava dai 6.972 euro lordi al mese sino ai 5 mila euro.
Dopo la riforma, da quello che abbiamo trovato e da quello che abbiamo appreso da alcune informazioni gentilmente forniteci, adesso il presidente non ha una precisa remunerazione, può scegliere di percepire l’indennità da sindaco o quella del presidente del libero consorzio, mentre i consiglieri non percepiranno nulla, si dovranno accontentare, si fa per dire, di quello che percepiscono dal comune dove svolgono la funzione di consiglieri comunali.
Da ciò sorge spontanea un’altra domanda: “Allora lo fanno per puro spirito di servizio alla comunità o c’è altro?”
Avendo chiarito che non lo facciano per un problema legato ad ottenere una nuova remunerazione, qualcuno non credendo allo “spirito di servizio alla comunità”, rimane quindi il pensiero che il tutto sia dettato da una mera gestione di acquisizione di potere fine a se stesso o per altri, amici di partito ad esempio.
I consiglieri inoltre potranno avere delle deleghe che verranno loro conferite dal presidente, una specie di assessorato, ma è giusto precisare che anche in questo caso non verrà remunerato, ma che diventa comunque una posizione di grande “potere”.
Avendo chiarito l’aspetto puramente economico, vediamo chi sono i tre candidati presidenti.
1) Giuseppe Terenziano Di Stefano, attuale sindaco di Gela, è trai i tre quello, come riferiscono in molti, un po’ più politico degli altri e che aspira a diventare il coordinatore del centro sinistra provinciale, asse Pd-M5S, creatosi in questa occasione e che molti auspicano anche per le prossime regionali.
2) Massimiliano Conti, attuale sindaco di Niscemi e presidente dell’ATI, Assemblea Territoriale Idrica della provincia di Caltanissetta, candidato di tutto il centrodestra, tranne Forza Italia, guarderebbe anche oltre, puntando alle regionali, essendo ben visto dalla coalizione che lo sostiene e, da qual che si sente dire, sarebbe uno dei sicuri candidati futuri per le regionali.
3) Walter Tesauro, attuale sindaco di Caltanissetta, sostenuto soltanto da Forza Italia, on. Mancuso, anche in questo caso da quel che si sente dire, pare che a lui poco interessava la candidatura alla Provincia, essendo molto impegnato ad affrontare le tante problematica cittadine, ma, le solite voci riferiscono che sia stato spinto a candidarsi proprio dall’on.Mancuso, in quanto l’eventuale presidenza Tesauro rafforzerebbe l’onorevole, specialmente dopo la spaccatura creatasi nel centrodestra, dove non è riuscito a imporre la sua scelta, volendo quindi dimostrare, in caso di vittoria del suo candidato, chi è il vero e indiscusso leader provinciale del centrodestra, anche e soprattutto agli occhi del presidente Schifani, nell’ottica ovviamente delle sua terza rielezione all’Assemblea Regionale.
L’elezione di secondo livello, come sostengono in molti, non scegliendo i cittadini, pur essendo necessaria al fine di dare migliori servizi al territorio provinciale, serve prevalentemente a rilanciare sempre di più il ruolo di chi ha già il potere, senza tenere conto della collettività.
“il potere logora chi non ce l’ha” (cit.) Ad Maiora
