Corsa per salvare i 50 milioni destinati alle imprese per i contratti a tempo indeterminato
Scende in campo l’Irfis
La norma è stata fortemente voluta rivendicata dal governo regionale. Ma la legge era sbagliata.
E così, si sta provando a correre ai ripari per attivare gli incentivi alle imprese per le assunzioni. Passando tutto nelle mani di Irfis. Intanto, non è stato erogato un euro dei primi 50 milioni, previsti per il 2024.
La legge prevedeva un contributo fino ad un massimo di 10 mila euro all’anno per tre anni alle imprese siciliane per i nuovi contratti a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Nonostante la pubblicazione dell’avviso, però, è ancora tutto fermo.
Il motivo? Il governatore, pochi giorni fa, ha puntato il dito contro gli uffici della Regione: «Purtroppo ci sono 50 milioni che abbiamo stanziato bloccati da una certa burocrazia che non è all’altezza di assumersi la responsabilità e di decidere come utilizzarli in un modo o nell’altro.
Sto intervenendo personalmente su questo semi-scandalo». La misura è stata gestita dall’assessorato al Lavoro.
Così, la critica sembra indirizzata al dirigente generale Ettore Foti.
Ma il problema risale anche alla stessa approvazione della legge, la numero 1 del 2024. In particolare all’articolo che prevede l’attivazione del beneficio solo dopo il via libera della Comunità europea. È quello che emerge da un emendamento dei democristiani Ignazio Abbate e Carmelo Pace alla manovrina in esame all’Ars.
«La discussione – si legge nella relazione – ha evidenziato alcune criticità della norma primaria, rappresentata in primo luogo dalla mancata individuazione della base giuridica europea dal punto di vista degli aiuti di Stato». Insomma, la legge confligge con la normativa comunitaria. Da qui, la richiesta di modifica avanzata dai deputati Dc. Un emendamento, però, che presto sarà soppiantato da un altro a cui sta già lavorando direttamente la Presidenza della Regione. La strada per salvare i finanziamenti alle imprese annunciati quasi un anno e mezzo fa, potrebbe
essere quella di restringere il bacino dei potenziali beneficiari solo ai lavoratori considerati “svantaggiati” o “molto svantaggiati”, categorie per le quali verrebbe meno l’ostacolo dell’aiuto di Stato.
Ma, da indiscrezioni che sono rimbalzate ieri in Commissione bilancio dove è approdata la manovrina, potrebbe cambiare, per il 2025, anche il finanziamento complessivo della misura: non più 50, ma 25 milioni di euro. Una scelta di Palazzo d’Orleans, forse legata al fatto che il 2025 è già trascorso quasi per metà.
E non sarà l’ultima novità: la misura, infatti, verrà sottratta alla gestione del dipartimento del Lavoro e passerà nelle mani di Irfis, la finanziaria regionale pubblicamente lodata venerdì scorso da Schifani proprio nel corso del suo intervento di denuncia contro «certa burocrazia regionale ».
Si attende quindi all’Ars la proposta di modifica del governo che, se confermata, oltre a correggere la legge, rendendo finalmente operativa una misura finora rimasta al palo, produrrà anche un tesoretto di 25 milioni, dovuto alla riduzione dello stanziamento iniziale per il 2025. Per quali provvedimenti verrà utilizzato?
L’interrogativo è già oggetto di interesse a Palazzo dei Normanni, dove ieri la manovrina ha ricevuto il via libera a 10 articoli su 13.
Bocciato invece un emendamento aggiuntivo del capogruppo di Fdi Giorgio Assenza che prevedeva un aumento di 11 milioni del budget per i laboratori e i convenzionati della Sanità siciliana: la proposta confliggeva con le regole del Piano di rientro.
Da laRepubblicaPalermo di Accursio Sabella
