I giudici amministrativi mettono in mora l’amministrazione sulla mappa dei nuovi posti letto
Scandalo dei referti istologici a Trapani, no al ricorso del manager sospeso: in arrivo la revoca
Il Tar di Palermo ha chiesto alla Regione notizie sulla rete ospedaliera.
E ha anche fissato un termine: entro ferragosto, l’assessorato alla Salute dovrà fornire i dettagli sull’iter del piano di programmazione della sanità siciliana.
I giudici amministrativi hanno messo nero su bianco la richiesta nel mezzo di un’ordinanza sul “caso Humanitas” che si trascina ormai da 12 anni. Da quando, cioè, il governo Crocetta ha aperto all’ampliamento dei posti letto dell’azienda sanitaria privata, nel Comune di Misterbianco. Ne nacque una crisi politica e una querelle giudiziaria infinita.
L’ultima pronuncia è stata depositata due giorni fa. Humanitas ha chiesto nuovamente alla Regione
il riconoscimento di 20 posti letto in ortopedia e altri 20 in neurochirurgia, così come previsto dall’accordo firmato nel 2013 col governo Crocetta. Una richiesta che segue altre due recenti sentenze di febbraio, con le quali, in sostanza, il Tar non ha chiuso all’ampliamento, considerando ancora valido l’accordo di 12 anni fa, ma ha subordinato il via libera, appunto, all’approvazione della rete e alla compatibilità col nuovo Piano di quei posti letto in più.
Della rete ospedaliera, però, ancora non c’è traccia. Così, i giudici del Tar hanno fissato un termine: entro 90 giorni, l’assessorato regionale alla Salute “dovrà depositare la documentazione richiesta”. In particolare, si fa riferimento “all’iter di adozione della nuova programmazione della rete ospedaliera”.
Così, la trattazione di merito sui posti letto di Humanitas slitterà a dicembre.
Un confronto, quello tra Humanitas e assessorato regionale, che assume anche una coloritura politica, tutta in salsa leghista. Il big della Lega Luca Sammartino, infatti, è il figlio dell’ex direttrice sanitaria Annunziata Sciacca e nipote dell’attuale direttore generale della clinica, Giuseppe Sciacca. Mentre l’assessora alla Salute, Daniela Faraoni, è madre di Leonardo Burgio, sindaco leghista di Serradifalco e commissario provinciale del partito a Caltanissetta.
Ma la vicenda della rete ospedaliera ancora ferma era stata oggetto di un altro approfondimento, alcuni giorni fa, in commissione parlamentare sull’insularità, dove erano emerse le tensioni interne alla maggioranza. L’assenza dell’assessora Faraoni alla prima convocazione aveva infastidito il presidente Tommaso Calderone, deputato di Forza Italia, pronto a inviare le carte in procura. Poi, l’audizione c’è stata e i toni non sono stati per niente distesi. Riguardo alla rete, Faraoni è stata piuttosto generica e ha parlato della necessità di completare le tante interlocuzioni con i soggetti interessati, fissando indicativamente per la fine dell’anno il
termine per l’approvazione dell’importante documento.
Una delle tante questioni in sospeso della Sanità siciliana. Un tema su cui cresce il pressing degli alleati sul governatore. È il caso di Raffaele Lombardo che da tempo ha indicato in quel settore la più urgente emergenza siciliana. Nella sanità, Lombardo auspica un cambio di passo netto che riguardi anche gli uomini e le donne da
piazzare nei posti chiave.
Ma anche da FdI arrivano segnali chiari: la revoca sempre più probabile e vicina di Ferdinando Croce,
infatti, avrà come conseguenza la richiesta di un “risarcimento politico”.
FdI punta al dipartimento alla Pianificazione strategica, guidato, dopo la mini-proroga, da Salvatore
Iacolino, o all’Asp di Palermo, senza vertice ormai da più di tre mesi. Uno stallo che ha spinto anche l’opposizione a scendere in piazza. Il Movimento Cinquestelle, infatti, ha annunciato una manifestazione di protesta per il 15 giugno
a Palermo: «Grazie al governo Schifani — dice il coordinatore regionale Nuccio Di Paola — la nostra
sanità è quasi in coma, a dispetto dello stoico impegno dei medici e di tutti gli operatori sanitari che,
quasi eroicamente, la tengono ancora in piedi. L’ultima vergogna?
L’Asp di Palermo, a causa dei contrasti tra i partiti, ancora oggi senza direttore generale. La misura è
colma. Il 15 giugno — conclude — lo diremo forte in piazza, dove porteremo i siciliani che sono arcistufi di questa sanità da terzo mondo».
Da laRepubblicaPalermo
