Le informative di Tajani su Gaza: il ministro degli Esteri non va oltre l’affermazione di «morti
inaccettabili» nella Striscia. Il centrosinistra insorge: «Voi siete amici di Netanyahu»
Il minuto di silenzio alla Camera e poi al Senato «per le vittime palestinesi e israeliane» sono stati
gli unici spazi di unità politica sul Medio Oriente. Il resto della giornata è stato un continuo dirsene e – metaforicamente – darsene.
Fra maggioranza e opposizione clima teso durante le informative del ministro degli Esteri Antonio
Tajani su Gaza.
Nel centrosinistra rottura plateale in tema di manifestazioni. Pd, M5S e Avs saranno a Roma il 7 giugno, in un corteo che si concluderà a piazza San Giovanni. Azione e Italia viva saranno invece a Milano il 6 giugno, per una un’iniziativa, o controiniziativa. Se gli scontri in Parlamento fra centrosinistra e governo erano in programma, la spaccatura del campo largo non era attesa, visto che la vittoria unitaria a Genova è ancora calda.
Il nodo sta nella piattaforma della manifestazione, cioè nelle motivazioni che ne sono alla base:
Pd, M5S e Avs hanno riproposto quelle della mozione presentata insieme in Parlamento, che
tra l’altro chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina e la condanna dei crimini di guerra
di Israele. Ma Azione e Iv non erano convinte, vedendo il rischio di lasciare sponde alle derive antisemite.
Che la trattiva si fosse interrotta, che il fronte si fosse rotto, è stato chiaro a metà pomeriggio,
quando i leader di Pd Elly Schlein, M5s Giuseppe Conte, e Avs Nicola Fratoianni e Angelo
Bonelli hanno convocato un punto stampa volante alla Camera, per un appello alla partecipazione
al corteo del 7 giugno ma, soprattutto, per ribadire che la piattaforma non sarebbe cambiata.
Eppure, la giornata era iniziata coi due schieramenti uniti – centrodestra e centrosinistra – e
contrapposti. In Aula, il ministro Tajani aveva illustrato la posizione su Gaza: «La legittima reazione del governo israeliano a un terribile e insensato atto terroristico sta assumendo forme assolutamente drammatiche e inaccettabili». E poi: «Chi dice che il governo sta ignorando la crisi di Gaza, offende la verità». Per poi ribadire: «L’unica prospettiva possibile per la pace, l’obiettivo irrinunciabile resta l’avvio di un processo politico che porti a due Stati che convivano in pace e sicurezza ». L’informativa non ha convinto le opposizioni. «Voi siete amici di Netanyahu – gli ha detto
Peppe Provenzano, del Pd – come il ministro Salvini che è andato lì a stringere quelle mani sporche
di sangue».
Anche Schlein ha battuto sul punto: «Il governo non ha espresso una condanna dei crimini che il governo di estrema destra di Netanyahu sta portando avanti».
I cortei pro Pal diventano due: il 7 giugno Pd, Avs e M5S a Roma, il 6 a Milano i centristi di Azione
e Italia viva
