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Gaza, Israele attacca un ospedale: 4 morti, 3 sono giornalisti. Recuperati i corpi di due ostaggi

Last updated: 05/06/2025 17:29
By Redazione 139 Views 12 Min Read
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Gaza Humanitarian Foundation annuncia la riapertura di due centri per distribuire aiuti. A Gaza nord non ci sono più strutture sanitarie operative. Consiglio di sicurezza Onu, gli Usa hanno bloccato una risoluzione per la tregua

Contents
Vescovi toscani in Terra Santa: “Segno pace e vicinanza”Conte: “A Gaza genocidio, scempio dell’umanità”Strada (Pd): “L’Ue sanzioni Israele come ha fatto con Mosca”Macron: ‘Linea più dura verso Israele da decidere nei prossimi giorni’Portuali Marsiglia bloccano spedizione militare a IsraeleMosca: veto Usa su Gaza “occasione persa” per una treguaUnicef Italia: ‘A Gaza la più feroce strage di bambini’

Questa foto scattata dal terreno dell’Ospedale al-Ahli, noto anche come ospedale Maamadani, mostra una nuvola di fumo che si sprigiona a seguito di un bombardamento israeliano su un edificio nel quartiere Daraj di Gaza City il 31 maggio 2025

Un attacco con un drone israeliano ha colpito l’ospedale al-Ahli di Gaza City, nel nord della Striscia. Lo scrive Al Jazeera secondo cui nel raid sono morte almeno quattro persone di cui tre giornalisti. Tra loro, Ismail Badah e Sulaiman Haja che lavoravano per il canale Palestine Today. Molte persone sono rimaste ferite nell’attacco, l’ottavo bombardamento israeliano sulla struttura dallo scoppio della guerra a Gaza nel 2023.

La Gaza Humanitarian Foundation ha ripreso le sue operazioni in un nuovo  sito nei pressi del quartiere Tel Sultan di Rafah, dopo aver sospeso la  distribuzione degli aiuti per oltre un giorno per risolvere problemi di  sicurezza. Lo riferisce un portavoce dell’ong israelo-americana al  Times of Israel.

Secondo l’ex ministro della Difesa israeliano Avigdor Liberman, Israele sta armando una banda criminale di jihadisti di Gaza, legati all’Isis, per combattere Hamas. Lo ha annunciato alla  tv Kan. Si tratterebbe, riportano i  media israeliani, del clan Abu Shabab, che negli ultimi giorni è stato visto operare in una zona vicino al valico di Kerem Shalom, sotto il  controllo militare israeliano.

Gli Stati Uniti hanno votato contro la risoluzione Onu che chiedeva l’immediato cessate il fuoco a Gaza: “è inaccettabile. Hamas non deve avere un futuro a Gaza”.  Quattordici i voti a favore. Zero gli astenuti. A causa del veto di Washington, uno dei cinque membri permanenti con potere di veto, la risoluzione è stata bocciata. Londra valuta sanzioni a Israele con gli alleati. Donald Trump ha rilanciato su Truth Social una testimonianza trasmessa dalla Cnn, in cui un ex ostaggio israeliano afferma che i suoi carcerieri di Hamas “avevano paura” del ritorno del presidente alla Casa Bianca e speravano invece in una vittoria della sfidante democratica Kamala Harris alle elezioni del 2024.

Vescovi toscani in Terra Santa: “Segno pace e vicinanza”

Sarà un pellegrinaggio di solidarietà verso i cristiani di Terra Santa,  quello che dal 9 al 13 giugno porterà a Gerusalemme e Betlemme una  nutrita delegazione della Conferenza Episcopale Toscana, assieme ad  alcuni collaboratori – sacerdoti e laici – in un momento ancora  particolarmente doloroso per la terra di Gesù. I vescovi, con a capo il  presidente Cet cardinale Augusto Paolo Lojudice, faranno tappa a  Gerusalemme e a Betlemme. Il pellegrinaggio sarà anche un’occasione per  esprimere un gesto concreto di carità. Infatti i vescovi della  Conferenza toscana lasceranno una donazione alle principali opere che  visiteranno.  “Il viaggio in Terra Santa – spiega il cardinale Lojudice –  tanto voluto e desiderato dai vescovi della Toscana si svolge in un  momento particolarmente drammatico e tragico per quella terra  martoriata. La nostra presenza vuole essere un segno di vicinanza verso  tutti coloro che hanno sofferto e soffrono gli effetti della guerra  senza distinzioni di nazionalità o di religione. In un conflitto non ci  sono vittime o carnefici. Tutti perdono qualcosa. Credo doveroso da  parte nostra portare una speranza di pace e di sostegno concreto per  tutti coloro che sono vittime innocenti della guerra. Abbiamo deciso di  andare per non voltarci dall’altra parte e per dimostrare che la Chiesa è  presente in quei luoghi con quella forza dell’amore evangelico che ci  invita ad incontrare ogni popolo anche per lenire ferite e dolori”.

Conte: “A Gaza genocidio, scempio dell’umanità”

A Gaza c’è “un genocidio e chi oggi non lo guarda in faccia, dice che non si può fare la manifestazione, si assume una responsabilità storica. Siamo oltre la violazione del diritto, siamo di fronte a uno scempio dell’umanità”. Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, agli stati Generali europei sulla cultura della sostenibilità, in corso a Roma.

Strada (Pd): “L’Ue sanzioni Israele come ha fatto con Mosca”

“L’Unione europea dovrebbe agire con sanzioni, con il blocco del commercio e con un embargo generale da e verso Israele. Ci sono già le misure da mettere in campo. Basterebbe banalmente  prendere il quaderno degli appunti delle cose che sono state fatte contro Mosca”. Lo ha detto l’europarlamentare del Pd, Cecilia Strada, conversando con i giornalisti all’Eurocamera.

Macron: ‘Linea più dura verso Israele da decidere nei prossimi giorni’

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che deciderà “nei prossimi giorni” se adottare una linea più dura contro Israele in merito alla guerra a Gaza, lasciando intendere anche la possibilità di riconoscere formalmente lo Stato di Palestina in occasione della conferenza Onu che Parigi ospiterà insieme all’Arabia Saudita entro la fine del mese.

In una conferenza stampa congiunta a Parigi, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha accusato Israele di condurre “un genocidio premeditato” nella Striscia di Gaza. “È un genocidio premeditato da parte di un governo di estrema destra che conduce una guerra contro gli interessi del proprio stesso popolo”, ha dichiarato Lula, rafforzando le pressioni internazionali su Israele in vista di possibili iniziative diplomatiche europee.

Portuali Marsiglia bloccano spedizione militare a Israele

I portuali del porto di Marsiglia-Fos si sono rifiutati di caricare  componenti militari destinati a Israele. Nel mirino, 19 pallet di parti  per mitragliatrici prodotte dall’azienda marsigliese Eurolinks: si  tratta di piccoli componenti metallici, utilizzati per collegare i  proiettili delle mitragliatrici e consentire le raffiche. La decisione dei portuali è sostenuta dalla segretaria generale del  sindacato Cgt, Sophie Binet, che ha chiesto al governo francese di  “bloccare immediatamente” le consegne di armi a Israele. “Ovviamente,  siamo molto orgogliosi di questa azione, guidata dai nostri compagni e  che si inserisce nella lunga tradizione internazionalista per la pace  della Cgt”, ha commentato da Strasburgo, mettendo l’accento sul rispetto  dei “principi fondamentali del diritto internazionale e i valori  francesi”. “Non possiamo, come sta facendo ora Emmanuel Macron – e questo è  positivo – dire che (il premier israeliano) Benjamin Netanyahu è un  criminale di guerra e allo stesso tempo permettere che le armi partano  per Israele!”, ha aggiunto. “Siamo per la pace” e “contrari a tutte le  guerre”, ha ribadito il sindacato dei portuali Cgt in una nota,  rifiutandosi di “partecipare al genocidio in corso orchestrato dal  governo israeliano”.

Mosca: veto Usa su Gaza “occasione persa” per una tregua

Un’altra  occasione per fermare il mostruoso spargimento di sangue e la carestia  nella Striscia di Gaza è stata persa a causa del veto degli Stati Uniti  alla risoluzione su Gaza”, ha affermato il ministero degli Esteri russo. Ieri, gli Stati Uniti hanno posto il veto a una bozza di risoluzione del  Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il  fuoco immediato e incondizionato a Gaza e la revoca delle restrizioni  sugli aiuti umanitari al territorio palestinese. “La parte americana ha  di fatto respinto il proprio piano per raggiungere un ‘accordo’  tra Israele e Hamas, che era stato inserito nel testo e sviluppato  insieme ai mediatori egiziani e qatarioti. Si è persa un’altra occasione  per fermare il mostruoso spargimento di sangue e la carestia a Gaza,  che ha causato la morte di circa 55.000 palestinesi e il ferimento di  altri 125.000”, ha dichiarato il ministero degli Esteri russo, in un  comunicato pubblicato sul suo sito web.

Unicef Italia: ‘A Gaza la più feroce strage di bambini’

A Gaza “la più feroce strage di bambini a memoria d’uomo”. Sono le parole del portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini, intervenuto questa mattina in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, nel corso delle commissioni Giovani e Cultura riunite in seduta congiunta. “Ci sono mille camion di Unicef con aiuti umanitari pronti a entrare a Gaza. Abbiamo bisogno che all’Unicef e ai suoi partner umanitari sia permesso di fare il proprio lavoro: non stiamo chiedendo l’impossibile, ma il rispetto e l’applicazione del diritto internazionale”, ha spiegato Iacomini. “Prima della ripresa delle ostilità le Nazioni Unite gestivano un vasto ed efficace sistema di distribuzione degli aiuti, che aveva raggiunto i 400 punti di distribuzione”, ma ora “è stato messo da parte e, stando ai dati forniti dai soldati israeliani, i pochi punti di distribuzione sono riforniti da 60 camion al giorno, un decimo di quelli che entravano a Gaza durante il recente cessate il fuoco”.     Per il portavoce di Unicef Italia “si tratta di numero che non può certo sostenere una popolazione di 2,1 milioni di persone, fra cui oltre un milione di bambini. Quanto sta avvenendo è incompatibile con i principi umanitari”. Iacomini è netto: “Stanno morendo bambini, vittime innocenti, la sospensione delle vaccinazioni antipolio rischia di fare tornare la poliomielite con rischi anche per i bambini israeliani e giordani che vivono nella zona. Quello che più mi colpisce nei genitori palestinesi è che non solo si tolgono il pane di bocca per i loro figli, ma ci chiedono di ricostruire le scuole perché vogliono che, nonostante tutto, i loro figli abbiano un futuro”. Dall’ottobre 2023 a oggi a Gaza sono stati uccisi o gravemente feriti oltre 50mila bambini. Dalla fine del cessate il fuoco, il 18 marzo scorso, nella Striscia sono stati uccisi 1.309 bambini e altri 3.738 feriti. Circa un bambino su 20 a Gaza è stato ucciso o ferito. Sempre a Gaza quasi mezzo milione di persone sono sull’orlo della fame e si stima che nei prossimi 10 mesi 71mila bambini e 17mila madri soffriranno di malnutrizione acuta.

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