Emergenza sanitaria a Caltanissetta: i tagli ai posti letto mettono a rischio la salute pubblica
C’è chi tace, chi dice che è “ un’opportunità”, chi sostiene che “ la riorganizzazione è necessaria per una sanità di qualità” e chi insorge sopratutto dopo la conferenza dei sindaci avvenuta qualche giorno fa. Ma andiamo al dettaglio.
La provincia di Caltanissetta sta vivendo una delle più gravi crisi sanitarie della sua storia recente. I tagli ai posti letto ospedalieri, frutto di politiche regionali e nazionali improntate alla razionalizzazione della spesa, stanno mettendo in ginocchio il sistema sanitario pubblico locale.
Le conseguenze sono drammatiche: liste d’attesa interminabili, pronto soccorso al collasso, personale stremato e cittadini costretti a rinunciare alle cure o a spostarsi fuori provincia per ottenere assistenza adeguata.
Dietro questi tagli si nasconde una molteplicità di fattori: dalla spending review che impone tagli lineari, alla cronica mancanza di personale medico e infermieristico, fino alla volontà di spostare il baricentro dell’assistenza fuori il territorio. A questo si aggiungono ristrutturazioni e accorpamenti di reparti, spesso decisi senza il necessario coinvolgimento dei territori interessati.
Il risultato è un sistema sempre più fragile e incapace di rispondere ai bisogni reali della popolazione.
I nisseni devono fare i conti con un progressivo peggioramento dell’assistenza sanitaria. I tempi per ottenere un ricovero ordinario o un intervento chirurgico programmato si allungano, mentre i PS vengono trasformati in reparti di degenza improvvisata, con pazienti costretti a restare per giorni su barelle.
A peggiorare la situazione contribuisce la carenza di posti in reparti fondamentali come medicina, ortopedia, terapia intensiva e geriatria.
Sempre più cittadini sono costretti a rivolgersi ad ospedali di Palermo, Enna o Agrigento, con gravi disagi economici e logistici per le famiglie.
Nelle aree interne, come Mussomeli, Marianopoli e Resuttano, la situazione è ancora più critica: le distanze e l’assenza di collegamenti efficienti rendono l’accesso alle cure una vera e propria corsa a ostacoli.
L’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, punto di riferimento per l’intera provincia, è in costante emergenza: i reparti di medicina, ortopedia, pronto soccorso e terapia intensiva lavorano oltre il limite.
A Mussomeli il presidio rischia un depotenziamento, mentre a Mazzarino il reparto di medicina è ridotto al minimo. Gela e Niscemi, nonostante siano tra i centri più popolosi della provincia, soffrono in particolare nei reparti di emergenza, ginecologia e ostetricia.
Il taglio dei posti letto non è solo un problema sanitario, ma anche sociale ed economico. Aumentano i costi indiretti per i cittadini, cresce la sfiducia verso la sanità pubblica e si alimenta un senso di abbandono che rischia di far esplodere tensioni latenti.
Nel frattempo, il personale sanitario continua a lavorare in condizioni difficili, con turni massacranti e carichi di lavoro insostenibili, facendo fronte a un sistema che sembra dimenticare le esigenze del territorio.
Servono interventi immediati.
È necessario rivedere i criteri con cui vengono distribuite le risorse, potenziare i servizi nei presidi più periferici e assumere personale per garantire un’assistenza dignitosa a tutti.
La sanità non può essere ridotta a una mera questione di bilanci: è un diritto fondamentale che va tutelato, soprattutto nei territori più fragili.
Si dice che a pensar male si fa peccato..ma le elezioni regionali sono vicine.
Lisa Faraci – Referente gruppo territoriale M5S Caltanissetta

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