“Se ci dovete paragonare ai centri sociali allora vogliamo lo stesso trattamento dei centri sociali che non vengono sgomberati, ma vengono regolarizzati”, dice il portavoce Marsella
“Noi non ci aspettiamo niente, perché con il Leoncavallo semplicemente non c’entriamo niente. Siamo stati tirati in mezzo e questa cosa mi fa sorridere perché ci sono delle differenze abissali tra noi e loro, e poi perché quello che è successo al Leoncavallo è uno sgombero farsa, hanno già un’altra sede pronta data dal Comune. Quella era una situazione illegale da 31 anni, che ora sarà regolarizzata in un altro posto, perché quel posto è di proprietà privata, a differenza di CasaPound che invece ha strappato al degrado e alla speculazione un palazzo abbandonato dal Demanio. A CasaPound poi vivono 20 famiglie italiane che hanno realmente bisogno“. Così Luca Marsella, portavoce di CasaPound, nel corso del programma ‘Gli Inascoltabili’ in onda su Radio Roma Sound.
“Se ci dovete paragonare ai centri sociali– ha aggiunto Marsella- allora vogliamo lo stesso trattamento dei centri sociali che non vengono sgomberati, ma vengono regolarizzati e vi posso fare l’esempio del porto fluviale a Roma, dell’altra occupazione a Napoli o del forte Prenestino che comunque è stato comprato dal Comune e sta ancora lì ed è una discoteca. Non è che noi vogliamo rimanere occupanti per tutta la vita, li ci sono delle famiglie, quindi è chiaro che noi siamo favorevoli a una trattativa. Però se invece la linea sarà quella dello sgombero, noi non siamo il Leoncavallo e quindi difenderemo il palazzo, come già abbiamo fatto in altre occasioni”.
“Noi non abbiamo dialogo col governo. Noi non sosteniamo questo governo” ha poi aggiunto l’esponente di CasaPound.
“Le famiglie- ha quindi continuato- che abitano dentro sono realmente in difficoltà, negli anni sono anche cambiate, perché non è che poi si sta in difficoltà tutta la vita. Chi sta da noi se poi riesce a trovare altre soluzioni abitative ci permette di dare quella casa a qualcun altro che è in difficoltà. L’unico requisito è essere italiani. Se c’è da parte del governo una volontà di regolarizzare, noi siamo pronti a trattare, insomma, a capire quali sono i presupposti, come è stato fatto per altrettanti centri sociali. Se invece c’è la volontà di sgomberare, ripeto che noi difenderemo il palazzo. Due settimane fa mi sono preso una condanna di un anno per aver difeso un’occupazione nostra, una sede che è stata sgomberata, perché pure noi subiamo degli sgomberi, li subiamo pure dal centrodestra. Però la differenza è che per noi CasaPound è un simbolo e quindi difenderemo CasaPound, perché dobbiamo affermare un principio che per noi – non pretendo che venga capito – è un principio di giustizia e di libertà”.
Fonte Agenzia Dire www.dire.it di Andrea Pretto
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