Nell’estate del 2025 diversi Paesi hanno riconosciuto lo Stato di Palestina e hanno ufficializzato la loro posizione a settembre, in occasione dell’Assemblea generale Onu a New York: dalla Francia al Regno Unito, da Malta al Portogallo, fino a Canada e Australia. I membri delle Nazioni Unite che negli anni hanno preso questa decisione sono oltre 150 su 193. Tra loro non ci sono l’Italia e gli Stati Uniti. La mappa dei Paesi
Nell’estate del 2025, con l’evolversi della situazione in Medio Oriente, diversi Paesi hanno annunciato l’intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina. Il 24 luglio 2025 il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che la Francia l’avrebbe riconosciuto ufficialmente a settembre, in occasione della sessione annuale dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Una strada che hanno deciso di seguire anche altri Paesi, tra i quali Regno Unito, Malta, Portogallo, Australia e Canada. Nel 2024, invece, il riconoscimento ufficiale era arrivato da Norvegia, Spagna, Irlanda e Slovenia, che avevano deciso di rompere con la posizione a lungo sostenuta dalle potenze occidentali secondo cui uno Stato palestinese può nascere solo nell’ambito di una pace negoziata con Israele. Ma quali sono gli altri Paesi che riconoscono lo Stato di Palestina?
Chi riconosce lo Stato palestinese e chi no
Prima del 2025 erano 147 su 193 i Paesi membri delle Nazioni Unite che riconoscevano lo Stato di Palestina: l’Italia e gli Stati Uniti non sono fra questi. A settembre 2025, in occasione dell’Assemblea Onu di New York, hanno deciso di riconoscere la Palestina anche Francia, Regno Unito, Andorra, Belgio, Lussemburgo, Portogallo, Malta, San Marino, Australia e Canada: i membri dell’Onu che hanno assunto questa posizione, quindi, diventano oltre 150. L’elenco comprende molti Paesi mediorientali, africani e asiatici, ma non la Germania, la maggior parte dell’Europa occidentale, il Giappone, la Corea del Sud e, come detto, gli Stati Uniti e l’Italia. Non solo, gli Usa hanno usato il loro veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu su una risoluzione che avrebbe aperto la strada alla piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite. La Francia, il Regno Unito e poi il Canada sono stati i primi Paesi del G7 a riconoscere lo Stato di Palestina. Anche il Vaticano lo riconosce.
I riconoscimenti dal 1988 al 2011
Il 15 novembre 1988, durante la prima intifada, il leader palestinese Yasser Arafat proclamò unilateralmente uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale. Fece l’annuncio ad Algeri, durante una riunione del Consiglio nazionale palestinese in esilio, che adottò la soluzione dei due Stati come obiettivo, con Stati israeliani e palestinesi indipendenti l’uno accanto all’altro. Proprio l’Algeria è diventata il primo Paese a riconoscere ufficialmente uno Stato palestinese indipendente. Di lì a poco, decine di altri Paesi, tra cui gran parte del mondo arabo, l’India, la Turchia, gran parte dell’Africa e diversi Paesi dell’Europa centrale e orientale, hanno seguito l’esempio. Altri riconoscimenti sono poi avvenuti tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, in un momento di crisi del processo di pace in Medio Oriente. Una serie di Paesi sudamericani, tra cui Argentina, Brasile e Cile, hanno risposto all’appello dei palestinesi di appoggiare le loro rivendicazioni statali.
La Palestina e l’Onu
Un’altra tappa fondamentale è quella del 2011, quando con i colloqui di pace in stallo, i palestinesi decisero di portare avanti una campagna per la piena adesione all’Onu dello Stato di Palestina. La campagna fallì, ma il 31 ottobre dello stesso anno, con una mossa innovativa, l’agenzia culturale delle Nazioni Unite, l’Unesco, votò per accettare i palestinesi come membri a pieno titolo. Nel novembre 2012, la bandiera palestinese è stata issata per la prima volta alle Nazioni Unite a New York, dopo che l’Assemblea generale ha votato a larga maggioranza per aggiornare lo status dei palestinesi a “Stato osservatore non membro”. Tre anni dopo, anche la Corte penale internazionale ha accettato la Palestina come Stato membro. Nel 2024 l’Assemblea Onu ha votato una risoluzione affermando che la Palestina è “qualificata a diventare Stato membro” con 143 voti a favore, 25 astenuti (Italia compresa) e nove contrari, tra cui gli Usa. Washington, così come Roma, mantiene comunque relazioni diplomatiche con l’Autorità Nazionale Palestinese, insieme con Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda.
Dal 2014 a oggi, cosa è successo in 10 anni
Un caso da citare è poi quello della Svezia, che nel 2014 è diventata il primo membro dell’Ue in Europa occidentale a riconoscere uno Stato palestinese. Stato palestinese che era stato riconosciuto in precedenza da altri sei Paesi: Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Romania. Dieci anni dopo la mossa di Stoccolma, l’offensiva di Israele a Gaza dopo il massacro del 7 ottobre 2023 ha rilanciato il sostegno in Europa per la creazione di uno Stato palestinese.

La mappa dei Paesi
In Europa
Come detto, la Svezia è stato il primo Paese Ue a riconoscere lo Stato di Palestina, nel 2014, al culmine di mesi di scontri tra israeliani e palestinesi a Gerusalemme est. Lo Stato di Palestina era già stato riconosciuto nel 1998, a seguito della dichiarazione di indipendenza proclamata dall’allora leader dell’Olp Yasser Arafat, da Cipro (poi entrata nell’Ue nel 2004) e da una serie di Paesi del blocco sovietico ora nell’Unione: Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania, e l’allora Cecoslovacchia, poi divisa in Slovacchia e Repubblica Ceca. Con la fine dell’Urss, Praga e Budapest hanno fatto un passo indietro, ma entrambe le capitali ospitano ancora un’ambasciata palestinese. Nel 2024 il riconoscimento è arrivato da Irlanda, Spagna, Slovenia e Norvegia (che non fa parte dell’Ue): quelle decisioni hanno scatenato polemiche simili a quelle che nel luglio 2025 hanno investito Parigi e Londra. A settembre 2025, oltre a Francia e Regno Unito, anche Malta ha annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina: prima il Paese riconosceva il diritto dei palestinesi alla statualità ma non formalmente lo Stato di Palestina. Il riconoscimento è arrivato anche da Andorra, Belgio, Lussemburgo, Portogallo e San Marino. Quanto all’Italia, ritiene che questa soluzione si debba raggiungere attraverso i negoziati tra israeliani e palestinesi nell’ottica dei due Stati: nonostante le pressioni, nell’estate 2025 la premier Giorgia Meloni ha definito “prematuro” e “controproducente” riconoscere la Palestina. Posizione condivisa con gli Stati Uniti.
Nel resto del mondo
Quasi tutta l’Asia, l’Africa e l’America Latina riconoscono formalmente lo Stato palestinese. L’Algeria è stato il primo Paese, nel 1988, pochi minuti dopo la dichiarazione di Arafat. A stretto giro hanno seguito l’esempio dell’Algeria molti altri Paesi: gran parte del mondo arabo, India, Turchia, diversi Paesi africani, oltre a Cina e Russia, che ancora era Unione Sovietica. Nel 2011 Mosca, con l’allora inquilino del Cremlino Dmitry Medvedev, ha confermato il riconoscimento. Nel biennio 2010-2011 si sono uniti una serie di Paesi sudamericani tra cui Argentina, Brasile e Cile. Nel settembre del 2025 il riconoscimento è arrivato anche da Canada e Australia. Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda hanno ventilato la possibilità di riconoscere la Palestina ma non hanno fatto il passo.
Fonte SkyTg24
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