La decisione della Corte dei Conti di non concedere il visto di legittimità contabile alla delibera sul Ponte sullo Stretto di Messina ha suscitato un dibattito acceso e, in molti casi, fuorviante.
È bene chiarire che il “no” della Corte non riguarda l’aspetto tecnico dell’opera, che resta pienamente sicura e fattibile, ma esclusivamente una questione contabile e amministrativa.
Il controllo preventivo di legittimità è un passaggio formale necessario, ma non può e non deve trasformarsi in un freno allo sviluppo del Paese.
Evidenziamo che il Ponte sullo Stretto non è un semplice collegamento tra le sponde di due Regioni, ma è un progetto di integrazione economica, logistica e sociale che unirà definitivamente l’Italia intera nel grande asse europeo Nord-Sud dei trasporti e delle merci, senza lasciare nell’abbandono sociale ed economico le regioni del Sud.
Il Ponte garantirà la piena integrazione della Sicilia nelle reti TEN-T europee (corridoi Nord-Sud), riducendo drasticamente i costi e i tempi di trasporto di merci e persone, eliminando le inefficienze legate all’attraversamento marittimo realizzando una maggiore competitività per le imprese siciliane, dando nuovo impulso all’esportazione.
Questa infrastruttura, moderna e funzionale, renderà la Sicilia più attrattiva per gli investitori nazionali ed esteri, attraendo finalmente capitali che finora si fermavano solo nelle aree geografiche più accessibili.
Un’infrastruttura di questo tipo, nel resto del mondo, si realizza in pochi anni, in Italia, invece, dopo più di trent’anni siamo ancora fermi alle carte e ai veti incrociati.
Il Ponte rappresenta una straordinaria opportunità occupazionale e industriale con oltre 200.000 posti di lavoro diretti e indiretti nei prossimi vent’anni, con una enorme richiesta di ingegneri, tecnici, operai specializzati e maestranze edili.
I benefici, per i settori del commercio, della logistica, dell’ospitalità e dei servizi, e la conseguente creazione di migliaia di PMI nel Mezzogiorno, saranno immediati.
Nascerà una filiera produttiva che coinvolgerà imprese edili, metalmeccaniche, portuali, tecnologiche e dei servizi, una spinta concreta alla formazione dei giovani, con nuove competenze tecniche e ingegneristiche, ed infine sarà un volano per la crescita economica del Sud, che potrà finalmente attrarre investimenti e turismo in modo stabile.
Darà lavoro stabile e qualificato nel territorio dando la risposta più efficace e concreta alla “fuga dei cervelli” e all’emigrazione che impoverisce la Sicilia delle sue risorse umane migliori.
E’ importante ricordare che ogni grande opera pubblica genera economia reale come reddito, consumo, innovazione e fiducia nel futuro.
Dire “no” al Ponte significa dire “no” al lavoro allo sviluppo ed al futuro della Nazione.
SINALP da sempre ha denunciato la crescente cultura del sospetto e del “no a prescindere” che da decenni paralizza il nostro Paese.
Un atteggiamento ideologico che vede nell’impresa un pericolo, nella crescita un rischio, e nel cambiamento una minaccia.
Ma un Paese che teme di costruire, è un Paese destinato a restare indietro.
Il Ponte sullo Stretto è la sfida identitaria dell’Italia moderna, un simbolo di fiducia, innovazione e unità nazionale.
Per SINALP, questa è la vera scelta di civiltà, Ponte sì, lavoro sì, crescita sì.
Non servono altri rinvii o cavilli, serve coraggio, visione e volontà politica per non scomparire, per non mandare via i nostri giovani per mancanza di lavoro.
L’Italia ha bisogno di cantieri, non di comitati del “no”. Ha bisogno di una vera strategia industriale, di infrastrutture e di un futuro che trattenga i giovani invece di spingerli all’emigrazione.
Il SINALP si interroga sul motivo per cui una parte della società italiana si ostina a dire NO a un progetto di tale portata.
Dietro i tecnicismi contabili si nasconde spesso la solita cultura del sospetto contro l’impresa e la crescita economica, una mentalità che ha paralizzato per decenni lo sviluppo sociale e produttivo del Paese.
Il Ponte sullo Stretto non è un capriccio politico, ma una sfida identitaria e la dimostrazione che l’Italia crede nella propria unità e nel proprio destino europeo.
Non possiamo comprendere l’ostilità di molti “europeisti convinti” verso un’opera che unirà definitivamente l’Italia intera all’Europa.
La sovranità appartiene al popolo, non ai cavilli contabili, e il popolo chiede sviluppo, lavoro, dignità.
Il Ponte sullo Stretto è tutto questo, un ponte tra generazioni, un ponte verso l’Europa, un ponte verso la crescita.
SINALP – Confederazione Sindacale Nazionale
——————
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o
Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.
