L’ex governatore Raffaele Lombardo lo ripete più volte: se lo vorrà, Renato Schifani sarà di nuovo candidato alla presidenza della Regione. Alla sua destra, il sindaco Roberto Lagalla esclude di aspirare a Palazzo d’Orleans e assicura di sperare in un secondo mandato da sindaco. In sala,
i supporter e i fedelissimi, accorsi alla presentazione del nuovo movimento, a microfoni spenti ammettono, tra sorrisi e strizzate d’occhio, di non credere a nessuna di quelle parole.
C’è, infatti, un codice da decifrare, nella necessaria diplomazia della conferenza stampa all’hotel Politeama di Palermo, nel corso della quale è stata presentata la nuova creatura politica
guidata anche da Gianfranco Micciché: «Credevano che le ultime vicende mi avrebbero paralizzato, invece sono qui», ha rivendicato, riferendosi probabilmente non solo alle disavventure politiche che lo hanno portato fuori da Forza Italia, ma anche alle vicende giudiziarie che lo vedono indagato per peculato, in una vicenda di droga e auto blu.
«Questo è un progetto elettorale che offre tanti spazi e non ha tappi.
E in Sicilia c’è già un interesse enorme per la nostra iniziativa », ha aggiunto.
In prima fila, l’ex leader grillino Giancarlo Cancelleri che si era avvicinato a Forza Italia: «Ho parlato col presidente Schifani e ho comunicato anche a lui che ho deciso di sposare completamente questa esperienza: qui si parte da zero e la cosa mi stuzzica molto», ha detto.
In sala i fedelissimi di Lombardo, Fabio Mancuso e Antonio Scavone, gli ex deputati regionali Luigi Genovese e Totò Lentini, l’assessore comunale Maurizio Carta e sindaci e amministratori da diverse province, ascoltano a più riprese la rassicurazione di Lombardo e Lagalla: «Questo movimento rimane nel centrodestra ». Una frase che finirà per suonare come un avvertimento politico agli alleati.
Della serie: noi non tradiamo, ma pretendiamo di dire la nostra. Su tutto. Anche sul prossimo
candidato presidente della Regione siciliana, appunto. Anche a questo servirà la nuova creatura senza un nome: «Ma vogliamo pure rappresentare – ha detto Lagalla – un riferimento
per i sindaci civici che non si ritrovano nei partiti nazionali».
Domani, intanto, Lombardo ufficializzerà la federazione tra l’Mpa e il partito guidato da Antonio Tajani.
Una mossa che ha un obiettivo, probabilmente, di medio termine, come fa intendere lo stesso Lombardo, con parole, anche in questo caso, da decriptare: «Siamo convinti – ha detto – che il prossimo candidato alla presidenza debba essere Schifani. Sia perché ritengo che un governatore
che ha lavorato bene e voglia riprovarci, debba avere il diritto di farlo, sia perché non può che essere Forza Italia, capace di ottenere il 24 per cento alle ultime Europee anche grazie al nostro supporto, a dovere indicare il prossimo candidato del centrodestra».
E Micciché aggiunge: «Sono contento di questa federazione, anche se non faccio parte di Forza Italia, per il momento».Forza Italia, insomma, è il contenitore giusto, oggi, per potere, domani,
far sentire la propria voce. È da dentro quel partito, che si potrà partecipare alle grandi manovre elettorali.
Sia in vista di uno Schifani bis, sia nel caso in cui la scelta dovesse andare su un altro candidato. «Non c’è un altro candidato – insiste però Lagalla – e di sicuro non sarò io, lo escludo categoricamente. Io, semmai, sto lavorando per la mia città e se tutto andrà bene, sarei felice di
un secondo mandato». Un dribbling, utile anche ad avvisare gli alleati, a cominciare da FdI.
Se non sarà Lagalla il candidato governatore, di sicuro non farà passi indietro dal Comune, a cui guardano anche i meloniani. Che, a dire il vero, potrebbero puntare a Palazzo d’Orleans, con l’attuale presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, che ha un rapporto storicamente ottimo
con Raffaele Lombardo. Il nuovo movimento, osì, si tiene pronto: vuole diventare decisivo. La porta a cui bussare se si vuole vincere.
Perché il dieci per cento a cui punta, può decidere le sorti delle prossime competizioni elettorali. Insomma, bisognerà passare da Lombardo, e convincerlo, quando sarà il momento.
Intanto, l’ex governatore di Grammichele non si lascia sfuggire l’occasione per una stoccata alla Lega («Un bene lo stop all’autonomia differenziata »), a Fdi («Ci piacerebbe il voto diretto per le Province»), al governo: («Non ha senso approvare adesso la rete ospedaliera, se ne parli dopo la Finanziaria»).
Perché se è vero che si definisce «un alleato leale del centrodestra», è anche vero che, all’occorrenza, non disdegna di scompaginare il quadro politico.
Lo ha fatto da governatore. Potrebbe rifarlo, per un nuovo governatore.
Da laRepubblicaPalermo
