A Caltanissetta, il Monumento al Redentore sul Monte San Giuliano è un simbolo identitario, tuttavia, da diversi anni, una domanda viene sollevata da numerosi cittadini che si recano nel piazzale e specialmente in prossimità del 6 agosto, appunto la Festa del Redentore.
La domanda è: “che fine hanno fatto i lampioni originali che un tempo illuminavano la base del monumento, e perché da anni non si hanno più notizie chiare sul loro destino o su un eventuale ripristino?”
Il Monumento al Redentore, opera in pietra e bronzo, si trova sul monte San Giuliano a 727 m.s.l.s., inaugurata nel 1900 in occasione del Giubileo, fu progettato da Ernesto Basile e rappresenta uno dei diciotto eretti in tutta Italia per commemorare il nuovo secolo.
La sua imponenza e la sua posizione privilegiata lo rendono un elemento cruciale nel panorama nisseno, oggetto di profonda devozione popolare e sede di celebrazioni annuali.
Tuttavia, con il passare del tempo, la struttura e l’area circostante hanno subito diversi interventi e non parliamo di certo dei tralicci pieni di ripetitori, che meriterebbe un discorso a parte con i dovuti approfondimenti.
Daricerce effettuate emerge che il monumento e la base in pietra sono stati sottoposti a un restauro completo nel 2002 a cura della Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta. Questo intervento si concentrò sulla statua, sul piedistallo e sull’area circostante.
Nonostante il restauro documentato del 2002, le informazioni riguardo ai lampioni specifici che adornavano la base del monumento sono frammentarie e non menzionano interventi successivi o la loro rimozione definitiva.
La memoria collettiva cittadina, però, ricorda la presenza di questi elementi illuminanti, che contribuivano a valorizzare la maestosità del Redentore anche nelle ore notturne.
La mancanza di notizie ufficiali o di interventi visibili per il ripristino di questi lampioni da oltre un decennio, alimenta interrogativi e un senso di incompletezza riguardo alla piena e soddisfacente fruibilità e valorizzazione del monumento.
Molti cittadini si chiedono se i lampioni siano stati rimossi per motivi di sicurezza, per danneggiamenti o per un progetto di riqualificazione mai completato.
Allo stato attuale, non emergono notizie recenti che chiariscano lo status o il futuro dei lampioni originali. Le celebrazioni e gli eventi che si svolgono al Redentore, come la festa annuale del prossimo 6 agosto, sono supportate da illuminazioni temporanee o da sistemi moderni, ma la questione dei lampioni storici rimane un’ombra sulla piena restituzione del monumento al suo antico splendore.
Uniche notizie, che siamo riusciti a rintracciare sono quelle fornite dall’allora ass. Tumminelli, amministrazione Ruvolo, che in un’intervista ad una emittente locale, luglio 2018, spiegò che dopo la tromba d’aria del 2015, furono smontati per essere riparati e risistemati nel giro di qualche mese, ma da allora se ne persero le tracce e nulla più si seppe.
Dove sono e perché non vengono riposizionati?
Risposte che sia la Curia Vescovile, l’amministrazione comunale o la Soprintendenza, nell’approssimarsi del 6 agosto, dovrebbero fornire ai i nisseni.
Sarebbe auspicabile oggi che le autorità competenti fornissero delucidazioni in merito, informando la cittadinanza sul destino di questi importanti dettagli e su eventuali piani per il loro ripristino o per l’installazione di soluzioni che ne rispettino comunque l’armonia storica e architettonica, restituendo al Monumento al Redentore la sua completa e suggestiva illuminazione.
Il “mistero dei lampioni perduti” attende risposte. Ad Maiora
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