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Caltanissetta: La diligenza del buon padre di famiglia che mette le mani nelle tasche dei cittadini

Last updated: 19/02/2025 8:28
By Sergio Cirlinci 504 Views 10 Min Read
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La diligenza del buon padre di famiglia è un’espressione molto utilizzata , specialmente quando si vuol far passare il messaggio di gestire la cosa pubblica come fosse casa propria, dimostrando lo stesso impegno, rigore e sincerità.

Nelle dichiarazioni pubbliche dei nostri politici, a qualsiasi livello, si sente sovente ripetere che parlano e agiscono come dei padri di famiglia, ma spesso così non è proprio e probabilmente si assiste, in questi casi, ad una “evaporazione della figura paterna” (cit.).

La diligenza del buon padre di famiglia è “quella diligenza, intesa come impegno adeguato di energie e di mezzi per il soddisfacimento dell’interesse del proprio nucleo familiare, comportamento legittimo che ci si attende da qualunque soggetto di media avvedutezza e accortezza”.

Il buon padre di famiglia, quando si rende conto che, all’interno del proprio bilancio familiare, qualcosa non va, cerca in maniera oculata e attenta, di analizzare bene entrate e uscite, cercando di apportare i giusti correttivi, per non arrivare al fallimento.

Comincia innanzitutto a tagliare sprechi e superfluo, cercando però di non far mancare l’essenziale ai componenti del nucleo familiare e senza soprattutto farli vivere in sofferenza.

Questa regola, tanto sbandierata da tutti politici, spesso però ha delle contraddizioni, ma la politica si sa vive di contraddizioni.

Anche la politica locale non si discosta tanto dai loro colleghi più…”altolocati”.

Appena insediata, la nuova amministrazione ha indossato immediatamente l’abito del padre famiglia e, resasi conto, dal loro punto di vista, che nei conti qualcosa non quadrava, si è messa subito al lavoro.

A luglio, come primo atto, bell’esordio, ha ben pensato di aumentare la TARI del 15%, votata dalla maggioranza, in considerazione anche del fatto che, come detto dall’assessore , solo un nisseno su tre paga regolarmente e onestamente non è giusto.

Proprio per andare a scovare i “furbetti”, ad agosto da una società esterna, parte a raffica la riscossione coattiva verso i morosi.

La procedura però si è spinta troppo oltre e dopo le denunce di tanti cittadini sui social e qualche lettera inviata alla stampa locale, che lamentavano pignoramenti di c/c, anche a chi era perfettamente in regola, si è corsi ai ripari.

A questo punto si è, bisogna dirlo, prontamente intervenuti per venire incontro ai cittadini “pignorati”, ricevendoli anche senza appuntamento, sia per riattivare i conti, nel caso di “errori” o cercare delle soluzioni, ad esempio piani di rientro.

Messa fortunatamente una pezza alla voragine, che si era creata.

Ma siccome questa giusta ricerca degli evasori, totali o parziali, i risultati li darà nel tempo, ecco allora che si cercano altre soluzioni per bilanciare.

Si aumenta il costo della refezione scolastica, con la motivazione che le tariffe sono troppo vecchie e che essendo aumentato sia il costo del servizio che tutto il resto, si è costretti a rivedere la parte che i cittadini devono pagare per usufruire del servizio.

Ma c’è anche altro.

E’ stata tolta del tutto la somma, che veniva defalcata dalla bolletta TARI, a coloro che conferivano direttamente la differenziata, sostenendo che a causa del ritorno economico per i cittadini molto basso, il conferimento si era notevolmente ridotto.

Quindi piuttosto che incentivarlo, lo si toglie del tutto; si fa riferimento anche al costo che il comune pagava, alla società incaricata, che era di 70.000,00€ e quindi essendo un servizio antieconomico, meglio toglierlo.

Ci si sarebbe a questo punto aspettati, che non avendo più questo, minor servizio=minor costo, le bollette diminuissero, cosa però vanificata del tutto con l’aumento di luglio, con il risultato finale che le bollette aumenteranno, minor servizio= maggior costo.

Tutte scelte queste che, possono anche non essere gradite dai cittadini, ma che sembrano necessarie che il buon padre di famiglie metta in campo, per far quadrare il bilancio familiare, anche se, come nel caso del randagismo, che ormai si avvia a raggiungere il milione di euro l’anno, poco o nulla si fa.

Tornando al buon padre di famiglia, quando taglia il superfluo e chiede un maggior contributo a chi ha un reddito per la gestione della “casa”, deve essere però il primo a dare l’esempio.

Non può di certo far stringere la cinghia ai familiari e poi presentarsi, ad esempio, con una nuova macchina o con nuovi abiti, avendo già in garage una macchia efficiente e gli armadi pieni.

Predicare bene e razzolare male, questo è, e questo sta avvenendo anche da noi.

In quella che è la casa di tutti i cittadini, cosa che spesso a qualcuno sfugge, la regola del buon padre di famiglia non trova un’esatta applicazione e ci si comporta come nell’esempio fatto sopra, da un canto si chiedono sacrifici e poi si spendono grandi somme per sé stessi.

Infatti a novembre la giunta si aumenta gli emolumenti, come da tabella sotto.

Per non farla troppo eclatante, i consiglieri comunali di maggioranza, non volendo passare per invidiosi, “loro si e allora anche noi”, hanno lasciato che i nisseni trascorressero il periodo natalizio distratti da tanti eventi, lasciandoli divertire sulla ruota panoramica, a pagamento, come anche il trenino, ma a gennaio, finite balletti, luna park e feste varie, la maggioranza, mentre gli altri pensavano a divertirsi e a mangiare, loro si sacrificavano studiando e lavorando, non per la collettività, per trovare ad esempio fondi per gli sfollati, ma per portare in aula un ricco, per loro, ordine del giorno, con il quale si proponeva, si fa per dire, l’aumento del gettone di presenza, solo del 68%, portandolo dai 32€ circa a 52€ e qualcosina.

Ovviamente, come prevedeva il menù, è stato approvato con il voto unanime dell’intera maggioranza e sulla torta è comparsa la ciliegina, quello “strano” voto della consigliera del M5S, che seduta tra i banchi dell’opposizione, nonostante a quel banchetto non partecipasse, visto che lei percepisce lo stipendio da vicepresidente del consiglio, ha inteso esprimere, con il suo voto favorevole, un gesto di “solidarietà”, mentre il presidente, politicamente più “sgamato” è si è astenuto.

Insomma tra Giunta e Consiglio i nisseni spenderanno circa 1,5 Milioni di euro l’anno, quasi il doppio di prima.

Però poi si dice che il comune non può anticipare i soldi necessari per aiutare gli sfollati, rischio intervento della Corte dei Conti, però per ovviare a questo problema se si propone di fare una raccolta, istituendo un c/c chiamandolo ad esempio “fondo di solidarietà” per aiutare queste famiglie e quelle che non navigano certo nell’oro, aiutandole a pagare anche le bollette evitando così il pignoramento, fondo dove chi ha coscienza potrebbe versare parte degli aumenti, così come potrebbero contribuire anche i cittadini. Ma su questo suggerimento si fa orecchio da mercante.

Chi dice di agire da buon padre di famiglia, non toglie beni e servizi, per poi comprarsi la “macchina nuova”, visto che la “macchina” la possiede già, se è il caso si toglie anche il pane dalla bocca, per darlo a chi non ne ha e contestualmente fa di tutto per completare le tante opere in itinere, che potrebbero tornare utili e sarebbero a vantaggio della “famiglia”, in politica della collettività.

Come anche il “non permetteremo che vengano messe le mani nelle tasche dei cittadini” usato come slogan, populista, quando si era all’opposizione, ad esempio per bocciare l’aumento del 2% della TARI proposto tempo fa dalla giunta Gambino, mentre adesso che si è passati a guidare la “macchina nuova” e servono molti soldi per pagare i tanti “lussi” che ci si è regalati sembra essere diventata la “regola”.

Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, quale sia il modello di padre di famiglia a cui si riferiscono i politici e quale spettro di valori costituisca il buonsenso che guida le loro azioni .

Ad Maiora

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