Non si è baderà a spese per il festeggiamenti in occasione del sesto anniversario della chiusura della piscina…e allora che la festa cominci
La Piscina Comunale di Caltanissetta, amata e desiderata, ormai più che altro un miraggio, si appresta a festeggiare un traguardo epocale, sei anni di gloriosa e ininterrotta chiusura.
Ebbene sì, cari concittadini, mentre altrove si inaugurano nuove strutture e si celebrano successi, noi siamo qui commossi, a rendere omaggio a un’opera che ha saputo resistere al tempo, all’usura e, soprattutto, a qualsiasi tentativo di riapertura.
Assistiamo solo a incompiute e demolizioni, come per l’Antenna che sembra ormai prossima all’abbattimento, sempre che non intervengano nuovi fatti.
Antenna che prima tutti difendevano e che erano pronti a fare barricate, portando a Sant’Anna anche S.E il Vescovo in una ventosa giornata, mentre oggi ci si arrende davanti ad una situazione di grave e irreparabile ammaloramento.
Rimane la situazione piscina, ma rimane chiusa.
Sei anni, un lustro di date di riaperture non rispettate e poi il silenzio assordante, interrotto solo dal passaggio delle auto e dai commenti di chi passa lì davanti “Ma cumu finì”.
Un monumento alla pazienza, alla burocrazia e, diciamocelo, a una certa inimitabile visione a lungo termine, forse troppo lungo e snervante.
Ma non bisogna disperare, verrà comunque annunciata a breve l’ennesima data di riapertura, che puntualmente non verrà rispettata.
Ennesima dimostrazione che che quando si stava dall’altra della barricata veniva facile criticare.
Ma la domanda è: Cosa ci aspetta ora?
Apprendiamo che la quinta Commissione consiliare ha convocato, per la prossima settimana, l’assessore allo sport e il dirigente dei lavori pubblici, per chiedere e magari sapere la situazione e i tempi della riapertura.
Caltanissetta si interroga, con un crescente eco di malcontento.
Per sapere anche che fine ha fatto o che risultati ha prodotto il parere “pro-veritate”, costato alla collettività 3.500,00€, sempre che non ci sia stato altro.
Per sboccare la situazione ed evitare contenziosi e lungaggini giudiziarie, che avrebbero allungato ancor più i tempi, il 31 gennaio scorso con la determinazione n. 139, fu deciso di affidare alla Prof.sa Caterina Ventimiglia, Professore Associato di Diritto Amministrativo della Università degli Studi di Palermo l’incarico legale di assistenza stragiudiziale, finalizzata alla adozione di un parere pro-veritate, allo scopo di analizzare e valutare le problematiche inerenti la concessione e gestione della Piscina comunale e di supportare la scelta amministrativa in ordine alle determinazioni da assumere per il perseguimento del pubblico interesse.
Giusto per fare un passo indietro e non dimenticare, ricordiamo due casi emblematici su tutti, casi sollevati quando si era in opposizione, l’impennata vertiginosa della TARI e la persistente agonia della piscina comunale.
Ricordiamo bene le vibranti interrogazioni, le accorate richieste di trasparenza, quasi un mantra quotidiano, sull’allora paventato aumento della TARI e sulla prolungata chiusura dell’impianto natatorio.
Si invocavano chiarezza, si pretendevano risposte, si comunicavano accessi agli atti come strumenti di verità, tutto ovviamente a favore della collettività.
Oggi, la realtà dipinge un quadro ben diverso, si è passati dal giusto attivismo all’immobilismo.
L’aumento della TARI, annunciato tra il 15% e il 17%, si è trasformato poi, per molti cittadini, in una stangata che ha visto le bollette lievitare fino al doppio della percentuale annunciata.
Un fulmine a ciel sereno che ha scatenato rabbia e incredulità, lasciando molti nuclei familiari a fare i conti con un esborso imprevisto e gravoso, sempre che nel frattempo non venisse loro bloccato il conto corrente. Ma di questo ormai non se ne parla più.
Vien da chiedersi oggi dove sia finita la sensibilità verso le tasche dei cittadini che animava le interrogazioni di un tempo, quando si diceva che mai si sarebbero messe le mani nelle loro tasche?
Parallelamente, la vicenda della piscina comunale continua a rappresentare una ferita aperta per la città, del contenzioso in corso, della relazione dell’esperta incaricata, delle interlocuzioni, ammesso che ve ne siano state con la ditta che dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, vista la situazione, farsi carico della gestione, nulla trapela.
Un’opacità che fa a pugni con la sete di trasparenza ostentata in passato.
Non si può dimenticare come, proprio in merito alla gestione della piscina, l’allora opposizione non esitò a chiedere a più riprese le dimissioni dell’assessore Carausi.
Oggi, l’assessore competente sembra preferire al dare spiegazioni, allietare i cittadini con balli e canti, quasi a voler distogliere l’attenzione da questioni ben più urgenti e concrete e nello stesso tempo per farsi apprezzare anche da chi dovrebbe contestargli le stesse cose che lui contestava ai tempi.
Un approccio che, seppur animato dalle migliori intenzioni di svago, oltre che ben riuscite, rischia di apparire come una cortina fumogena di fronte alle reali problematiche che affliggono la comunità.
È giunto il momento, forse in maniera ancora più impellente di allora, di fare chiarezza, cosa che si spera venga fatta nell’audizione della prossima settimana.
I cittadini di Caltanissetta meritano risposte chiare, esaustive e, soprattutto, azioni concrete che vadano nella direzione di una gestione trasparente ed efficiente della cosa pubblica.
E mentre si affrontano queste emergenze locali, non si può tacere ancora una volta sull’altra annosa questione che paralizza un’istituzione fondamentale per il futuro della città, l’assurdo ritardo nella nomina del presidente del Consorzio Universitario.
Un incarico vacante ormai da più un anno che rende “zoppo” l’ente nel portare avanti necessità ed urgenze primarie, come la mensa per gli studenti e lo sviluppo delle attività didattiche e di ricerca, che avrebbero dovuto portare, secondo quanto promesso e ribadito, alla tanto sbandierata istituzione del Policlinico, ospedale universitario o come meglio lo si voglia chiamare.
Le risposte che scaricano la responsabilità sulla Regione appaiono ormai un mantra per giustificarsi, risultando insufficienti.
La città ha bisogno di chiarezza, di azioni incisive e di una leadership forte che sappia farsi sentire nelle sedi opportune per sbloccare queste inaccettabile situazioni.
E dire che si erano vantati rapporti diretti ed esclusivi con Palermo, ma che ad oggi non si vedono, tranne che per finanziare balli e canti.
Adesso il vento è cambiato, i ruoli si sono invertiti, il comandante è stato sostituito, quindi barra a dritta e si metta in atto tutto quello che si criticava alla passata amministrazione e che si era pronti a risolvere.
Caltanissetta attende risposte e le attende ora. Ad Maiora
