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Caltanissetta: Sinistra Italiana, “Due proposte per combattere la povertà e per sostenere l’occupazione”

Last updated: 26/10/2025 10:01
By Redazione 154 Views 9 Min Read
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Ci sono dati incontrovertibili sullo stato di salute dell’occupazione nella provincia di Caltanissetta. Le statistiche, che purtroppo non consentono una lettura circoscritta alla sola città di Caltanissetta, delineano nel complesso una situazione infelice.

Contents
Quali strumenti per CaltanissettaCostituzione di una Commissione Consiliare per l’Occupazione e l’Inclusione SocialeIstituzione di un Fondo Comunale per l’Inclusione e l’OccupazioneSi precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.                                                 

La provincia, infatti, registra il più basso tasso di occupazione della Sicilia, circa il 41,7%. E, laddove vi sia un’offerta di lavoro, prevalgono nettamente i contratti part-time, che rappresentano il 36,3% del totale degli occupati: ciò significa che un lavoratore su tre vive una condizione di precarietà.

Le retribuzioni del settore privato evidenziano inoltre una marcata disparità di genere: per gli uomini la paga giornaliera media è di circa 87,2 euro, mentre per le donne si ferma a 57,7 euro.

Il reddito medio nella provincia si colloca ben al di sotto della media nazionale, attestandosi intorno ai 20.012 euro annui contro i 37.511 della media italiana. Tra il 2024 e il 2025 si sono inoltre registrati undici decessi sul posto di lavoro, a fronte di un solo caso nel 2023.

Le statistiche, dunque, non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche. È necessario, nell’immediato, smontare il mito dell’emergenza: il lavoro povero non è un fenomeno episodico, ma strutturale, e colpisce indistintamente sia il settore pubblico sia quello privato.

Basti riprendere il dato sul reddito medio per comprendere come esso risulti appena sufficiente a coprire le spese per beni e servizi essenziali. Facciamo un esempio, pur in assenza di dati puntuali.

Supponiamo che la spesa annuale per beni e servizi equivalga al reddito medio, circa 20.000 euro, cioè 1.667 euro al mese. Considerando che le spese di base, come abitazione, salute, trasporti e alimentazione procurino un esborso mensile compreso tra i 1.500 e i 1.750 euro, il margine di risparmio risulta davvero esiguo: tra gli 80 e i 160 euro.

Appare quindi evidente che un tale reddito non garantisca pienamente un’esistenza dignitosa. Non bisogna neppure tralasciare l’inflazione galoppante. Nel settembre 2025 l’inflazione italiana si stimava un + 1,6 % rispetto all’anno scorso pari a un +0,7.

Calcolando che un aumento dei prezzi dell’1,6 % comporti, per un reddito di circa 20.000 euro annui, all’incirca 19.687 euro in potere d’acquisto, si realizza, dunque, una perdita reale di 313 euro annui. Ciò vuol dire che con lo stesso reddito si potrà acquistare l’1,6 % in meno in beni e servizi.

Laddove, però, il reddito medio si assottigli di più, vivere dignitosamente in provincia di Caltanissetta è davvero difficile. Grazie a un aggiornamento dell’ISTAT, sappiamo che 13.600 cittadini, circa il 23,1 % della popolazione di Caltanissetta, sono a rischio di povertà nel 2024.

I dati non migliorano neppure le attese in provincia, perché 40.000 persone vivono in povertà assoluta, quella condizione di massima indigenza che non permette di comprare beni e servizi di prima necessità, pur lavorando.

Quali strumenti per Caltanissetta

Le maglie della povertà possono essere senz’altro combattute sul piano politico con concretezza. Poiché un’amministrazione locale non può intervenire nella definizione delle politiche fiscali, tuttavia essa possiede un repertorio di strumenti politici che, invece, possono influenzare le politiche pubbliche nel contrasto alla povertà diffusa.

In tale prospettiva, il Comune di Caltanissetta potrebbe adottare misure strutturali e di lungo periodo per incidere positivamente sul tessuto occupazionale locale e contrastare la povertà lavorativa.

Due proposte, in particolare, appaiono di immediata attuabilità sul piano istituzionale e finanziario.

Costituzione di una Commissione Consiliare per l’Occupazione e l’Inclusione Sociale


Si propone l’istituzione di una Commissione Consiliare Permanente per le Politiche del Lavoro e l’Inclusione Sociale, ai sensi dell’art. 38, comma 6, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali – TUEL), che riconosce al Consiglio comunale la facoltà di costituire commissioni speciali con funzioni di indagine, studio e proposta su specifiche materie di rilevanza per la comunità locale.

La commissione avrebbe i seguenti compiti principali:
· monitorare periodicamente i dati relativi all’occupazione, alla disoccupazione e al lavoro povero nel territorio comunale, in raccordo con i centri per l’impiego e con l’ISTAT;
· elaborare proposte di iniziativa consiliare in materia di sviluppo economico, politiche attive del lavoro e inclusione;
· promuovere forme di partenariato pubblico-privato con imprese, cooperative sociali, università e organizzazioni del terzo settore;
· favorire la partecipazione del Comune a bandi regionali, nazionali e comunitari in materia di politiche occupazionali, in particolare nell’ambito del Fondo Sociale Europeo Plus (Reg. UE 2021/1057);
· redigere annualmente una relazione pubblica sullo stato del lavoro e sulle politiche di inclusione attuate dall’ente.

Questa struttura permetterebbe un costante monitoraggio del fenomeno e garantirebbe un canale istituzionale permanente di consultazione e proposta.

Istituzione di un Fondo Comunale per l’Inclusione e l’Occupazione

Si propone, inoltre, la costituzione di un Fondo Comunale per l’Inclusione Lavorativa e l’Occupazione, da iscrivere nel bilancio di previsione del Comune, conformemente agli articoli 162, 167 e 169 del D.Lgs. n. 267/2000.

Il fondo avrebbe una natura vincolata e sarebbe destinato al finanziamento di interventi quali:
· borse lavoro e tirocini di inserimento;
· percorsi di formazione e riqualificazione professionale;
· incentivi alle imprese locali che assumono residenti disoccupati o percettori di sostegni economici;
· progetti di inclusione attiva per soggetti fragili, in collaborazione con il terzo settore e i servizi sociali comunali.

Per la copertura finanziaria, il fondo potrebbe essere alimentato mediante:
· entrate tributarie proprie (ad esempio una quota del gettito dell’imposta municipale o dell’addizionale comunale IRPEF, nel rispetto dei limiti di legge);
· entrate extratributarie, quali proventi derivanti da concessioni, locazioni o sanzioni amministrative;
· trasferimenti regionali e statali, con particolare riferimento ai fondi per le politiche attive del lavoro e all’inclusione sociale (ex D.Lgs. n. 150/2015);
· risorse europee, tra cui il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) 2021–2027 e i Programmi Operativi Regionali (POR Sicilia);
· eventuali contributi da soggetti privati o enti del terzo settore attraverso protocolli d’intesa e partenariati sociali.

La gestione del fondo dovrebbe avvenire nel rispetto dei principi di efficacia, trasparenza e rendicontazione, con la previsione di un rapporto annuale al Consiglio comunale sull’utilizzo delle risorse e sui risultati ottenuti in termini di occupazione generata e inclusione sociale.

Tali strumenti (la commissione consiliare e il fondo comunale) rappresenterebbero un passo concreto nella direzione di un’amministrazione che non si limita all’assistenza ma investe nella dignità del lavoro, attuando il principio sancito dall’articolo 4 della Costituzione, secondo cui «la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto».

Andrea Alcamisi – Circolo di Sinistra Italiana Caltanissetta Enrichetta Casanova Infuso

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