Oltre l’indifferenza, adesso Caltanissetta rinasce nel filo della sua bellezza e nella forza dei suoi cittadini.
Ieri, domenica mattina 16 novembre 2025, la città ha ospitato la quinta tappa del trekking fotografico “Lungo il filo della storia”, parte integrante del ciclo “Turista a Caltanissetta”, ideato e condotto da Gero Casano.
La partecipazione attiva del gruppo “Turista a Caltanissetta, la tua città” della community WhatsApp promossa da Salvatore Rizzo ha dato anche a questa tappa un carattere corale e profondamente civico. L’iniziativa si conferma come un percorso che non solo conduce attraverso i luoghi, ma invita a guardare la città con una nuova consapevolezza.
Non è stata una semplice passeggiata. È stato un atto collettivo che ha messo in luce ciò che spesso sfugge allo sguardo distratto: Caltanissetta possiede una bellezza che non grida, ma resiste; una storia che non si impone, ma aspetta di essere riconosciuta. L’Italia raramente volge lo sguardo verso questa città, eppure chi l’ha attraversata oggi ha potuto percepire chiaramente quanta dignità, quanta memoria e quanta forza umana vi siano ancora racchiuse in ogni suo angolo.
All’interno del trekking è emerso con grande chiarezza il valore etico dei cittadini che vi partecipano. Ognuno di loro, camminando, osserva ciò che la città racconta e ciò che la città soffre. Non si tratta di un esercizio estetico ma di un impegno morale. L’osservazione diventa coscienza, la coscienza diventa responsabilità, la responsabilità si trasforma in volontà di valorizzazione. Chi partecipa a questi appuntamenti sente il dovere di fare la propria parte, con costanza, per contribuire a frenare il degrado e promuovere una crescita culturale e sociale che possa trasformarsi, un giorno, anche in crescita economica.
Il tema dell’artigianato, oggi come nelle tappe precedenti, è stato centrale e sentito. La città continua a custodire mestieri preziosi che rappresentano un’eredità identitaria e un potenziale futuro. Botteghe storiche, atelier di mani sapienti, attività che resistono nonostante le difficoltà costituiscono un patrimonio irrinunciabile. I beni culturali, allo stesso modo, non possono più essere considerati fragili reliquie destinate a soccombere. Sono parte viva della comunità, radici che permettono alla città di non perdere orientamento.
La forza di Caltanissetta sta proprio in questo intreccio di mani, mestieri e memoria, in questo legame tra generazioni che, se tutelato, può diventare il cuore di una rinascita autentica. I giovani e gli anziani non rappresentano poli distanti ma un’unica risorsa. I primi portano energia e curiosità, i secondi custodiscono esperienza e storia. Insieme possono offrire alla città un patrimonio umano in grado di generare nuove opportunità.
Il messaggio che è emerso con chiarezza dalla passeggiata di oggi è che la città non vuole più essere ignorata o considerata marginale. Caltanissetta chiede di essere vista e rispettata, non per un capriccio identitario ma per ciò che realmente rappresenta: un luogo di cultura, di tradizioni, di professionalità, di persone che credono nel valore della propria terra. Il cambiamento non arriverà dall’alto, ma dal cammino condiviso di coloro che scelgono di esserci, che si impegnano, che raccontano, che fotografano, che ascoltano, che parlano alla città e della città.
Figure che custodiscono la città: mani, memoria e dedizione.
Nel percorso odierno, tra strade, racconti e fotografie, abbiamo incontrato persone che rappresentano in modo esemplare la capacità di Caltanissetta di conservare e tramandare valori autentici. Sono figure che, ognuna a modo suo, incarnano la continuità tra passato e presente, tra ciò che la città è stata e ciò che può ancora diventare.
La storia della Merceria Lorina ne è un esempio luminoso. Il signor Cosimo Lorina, oggi custode di quell’antica bottega nata nel 1924, porta avanti un’eredità che appartiene alla sua famiglia da tre generazioni. La merceria non è solo un esercizio commerciale ma una piccola istituzione cittadina, un luogo dove la pazienza, la manualità, il sapere pratico e la cura degli oggetti diventano un racconto silenzioso dell’identità nissena. In ogni nastro, in ogni bottone, in ogni stoffa si avverte il profumo della tradizione, quella tradizione che la famiglia Lorina ha difeso e coltivato per un secolo. Il loro lavoro quotidiano ricorda a tutti noi che l’artigianato non è un residuo del passato, ma un patrimonio vivo che dà forma alla memoria di una città.
Non lontano dalla merceria, lungo il nostro cammino, abbiamo ritrovato anche la figura di suora Bernadette del Collegio di Maria, luogo storico voluto dai nobili del passato di Caltanissetta per l’istruzione femminile. La sua presenza, discreta e luminosa, ha riportato al centro il valore dell’educazione, dell’attenzione ai giovani, della cura della comunità. Il Collegio di Maria è una testimonianza concreta di quanto Caltanissetta abbia investito, lungo i secoli, nel formare le nuove generazioni, in particolare le ragazze, offrendo loro cultura, senso del dovere e consapevolezza del proprio ruolo nel mondo. Suora Bernadette incarna questa tradizione educativa con grazia e dedizione, ricordandoci che la crescita di un territorio passa necessariamente dall’istruzione e dall’esempio quotidiano.
Durante la tappa è stato significativo anche l’interesse mostrato dal signor Fabiano Lo Monaco, già Assessore con deleghe allo sport, turismo e spettacolo della Provincia di Caltanissetta. La sua partecipazione, non in veste istituzionale ma come cittadino innamorato della propria terra, ha dato un segnale importante: la Cultura non è un comparto amministrativo, ma un impegno collettivo. Il suo sguardo attento verso le realtà storiche, artistiche e artigianali del percorso testimonia quanto anche chi ha ricoperto ruoli pubblici possa continuare a contribuire, con sensibilità e partecipazione, alla valorizzazione del territorio. La sua presenza ha rappresentato un ponte tra passato amministrativo e presente cittadino, tra responsabilità istituzionale e responsabilità morale.
Queste tre figure: Cosimo Lorina con il suo sapere artigiano, suora Bernadette con la sua dedizione educativa, Fabiano Lomonaco con la sua attenzione culturale, sono il riflesso di una Caltanissetta che resiste, che si impegna, che crede nelle proprie radici.
Sono tasselli preziosi di un mosaico più grande, quello della città che vuole essere vista, ascoltata e finalmente riconosciuta nella sua dignità e nel suo valore.
“Lungo il filo della storia” ha dimostrato ancora una volta che questo filo non si è spezzato. È rimasto intatto, anche nei momenti di difficoltà, e oggi è pronto a essere raccolto e intrecciato a una nuova visione del futuro. Una visione che nasce dalla bellezza silenziosa dei luoghi e dalla forza dei cittadini che hanno deciso che l’indifferenza non sarà più un destino possibile.
Caltanissetta rinasce così, passo dopo passo, nel coraggio di chi la vede, la ama e la racconta.
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