Il detto ha un antico precedente nel Miles Gloriosus di Plauto, 148, che esprime lo stesso concetto con l’espressione “calare la cateratta sugli occhi”
Circa un mese fa, appena pubblicati gli eventi natalizi a Caltanissetta, qualcuno commentava: “l’inizio di una nuova storia per Caltanissetta. Insieme possono trasformare un sogno natalizio in una realtà di rinascita”…commovente.
A fine eventi, non poteva mancare il comunicato dell’amministrazione, dopo le centinaia di foto pubblicate, anche se solitamente i complimenti, per qualcosa di fatto, è meglio riceverli che farseli da soli, “chi si loda s’imbroda”.
A quando un bel comunicato sulla reale situazione idrica in città, pozzi compresi ?
Saggezza popolare ricorda che quando chi si fa i complimenti da soli, vantandosi dei successi, che ovviamente per chi ha organizzato non possono che essere più che positivi, si finisce per danneggiarsi; può infatti attirare le critiche che non sarebbero state fatte se si avesse avuto più modestia e meno presunzione.
Bisogna rendersi pur conto che una realtà come la nostra, da anni confinata agli ultimi posti delle varie classifiche nazionali, necessita di ben altro e non solamente balli, canti, mangiate e spettacoli vari.
Ben vengano, ci mancherebbe altro, i 400.000,00€ spesi tra “Settembre è Nisseno” e “Natale in Piazza”, ma non basta e alcuni hanno fatto rilevare alcune “note stonate”, come ad esempio il biglietto da pagare per salire su ruota e trenino.
Avendo l’amministrazione comunale già pagato ai giostrai, per la ruota 16.000,00€ e 8.000,00€ per il trenino, perchè si pagavano 5 e 3 €, si son chiesti in molti ?.
Effettivamente i cittadini non dovevano pagare nulla, praticamente chi è salito sulla ruota o sul trenino ha pagato due volte, uno direttamente al gestore e l’altro indirettamente, tramite il pagamento del comune.
E’ mancata la classica ciliegina, il Capodanno, fatto magari non “in una certa maniera”, ma in maniera normale, per l’ultimo dell’anno qualcosina in più e meglio onestamente si poteva osare, ma forse il soldi erano già finiti.
Altra nota stonata, e nello stesso tempo preoccupante per il prosieguo della legislatura, la “censura” o esclusione, come si è detto nella “giustificazione”, dell’opera d’arte dell’artista Floresta, sperando che in futuro non succedano mai più fatti simili.
Ma ormai è andata, onestamente non si può dire che non sia andata bene, si spera adesso che spente le luci si affrontino le tante altre tematiche, solo così Caltanissetta potrebbe realmente invertire la rotta e risalire in quelle classifiche, che ci vedono sempre gli ultimi tra gli ultimi.
Non vorremmo credere che veramente si pensi che solo grazie agli eventi, con tutto il rispetto per gli organizzatori, possano far rinascere la città.
Spente luci, si spera che ci si renda conto che in centro, ma non solo in centro e non parliamo di un “fattore elettrico”, è tornato il buio.
Dove sono finite le tante idee, che non si sta qui a ripetere, dove sono finiti quei consiglieri che per cinque anni, stando all’opposizione, sapevano come affrontare e risolvere tutto e definivano chi amministrava degli incapaci, degli scappati di casa e altro ancora.
Oggi molti di loro hanno fatto un salto in avanti, il classico salto della quaglia, politicamente parlando, e di conseguenza sarebbe facilissimo mettere in pratica tutte quelle idee e soluzioni che rimproveravano a chi amministrava di non avere o di non esserne capaci, che accusavano, tra gli altri insulti, anche di non conoscere l’ABC della politica.
Bene, loro che sono “studiati” e sanno l’intero alfabeto, dimostrino che non erano parole dette tanto per dire o facili da pronunciare stando all’opposizione.
Puntavano anche su Università e Sanità, temi sui quali hanno costruito la campagna elettorale e che ha raccolto anche i voti di chi non era simpatizzante dei partiti di quella coalizione, temi che effettivamente potrebbero essere i veri e forse gli unici due volani che creerebbero, tra le altre cose, anche un importante indotto, uno su tutti, sparirebbero dai portoni tanti “locasi”, per non parlare dell’indotto per tutti i commercianti.
Ma oggi di quel dire “è certo che il Policlinico si farà a Caltanissetta”, non si sente neanche più l’eco, adesso si sente solo “ci vorrà del tempo”, sperando che nel frattempo non lo facciano a Enna e nessuno osi parlare in futuro di “scippo”, come si disse venti anni fa per l’università.
Oggi si aspetta ancora da maggio che venga nominato il nuovo Presidente del Consorzio e, pur sapendo che la nomina spetta alla Regione, l’amministrazione attuale, insieme ai suoi referenti regionali, entrambi vicinissimi al Presidente Schifani, potrebbero sollecitarne la nomina.
Un Consorzio “azzoppato” non consente tante attività, come denunciato dal comitato degli studenti universitari giorni addietro.
Ma queste cose le notato tutti, associazioni, sindacati, commercianti, tutti sanno bene di questa lenta agonia della città, ma tra timori reverenziali, silenzi e poche reazioni, rimane tutto fermo e immobile.
Spente le luci, rimangono tante domande che si spera si abbia prima o poi il coraggio di rispondere, Situazione idrica, per sapere come preparaci all’estate, Sanità, liste d’attesa e altro, Università, Antenna, Viabilità, e non ultimo la Piscina, gran cavallo di battaglia usato per attaccare l’amministrazione Gambino e l’assessore Caracuasi.
Qualcuno scrisse che quando le cose non vanno bene, organizzare tanti eventi, è un modo per distrarre l’attenzione dai veri problemi, dando un’apparenza del “Tutto va bene, non vedi come ci divertiamo ?”…un po’ come fa il “disperato” che si attacca alla bottiglia per cercare di dimenticare i tanti problemi che lo affliggono, non capendo che se ne crea altri.
Ma forse, senza forse, ci meritiamo tutto questo, visto che a lamentarsene sono in pochi e sempre i soliti, gli unici definiti in vario modo, pazzi, critici, denigratori e lamentosi, che parlano e scrivono nel silenzio quasi generale di chi passivamente accetta che tutto ciò avvenga, compresi chi dovrebbe correttamente informare i cittadini, che invece pensa ad altro.
Peccato non ci si renda conto che l’accettare passivamente fa male anche a chi tace e sta zitto e che così facendo si agevolano solo coloro che dovrebbe fare ma non fanno.
Ma probabilmente a molti il fumo non fa irrita o piangere gli occhi, mette allegria, infatti al momento al netto di divertimenti poco o nulla si è concretizzato di serio per la rinascita della città.
Ad Maiora