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Da giugno più donne nelle giunte comunali, almeno il 40% di assessori. A Caltanissetta ne mancano due, sul discorso gettoni, abbiamo già dato

Last updated: 22/03/2025 6:25
By Redazione 143 Views 5 Min Read
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Il primo effetto dell’approvazione della mini-riforma degli enti locali, prevista all’Ars per la prossima
settimana, sarà un maxi rimpasto in tutte le principali giunte comunali e una serie di staffette nei
consigli fra assessori e primi dei non eletti.

Il testo finale della riforma, approvato con l’ultimo voto dalla commissione Affari Istituzionali
dell’Ars mercoledì, ha messo sul tavolo almeno due sorprese.

Rispetto a quanto annunciato in fase di gestazione, le due principali norme entreranno in vigore subito e non dalla prossima legislatura.

Per la precisione, l’articolo che impone a ogni sindaco di arruolare in giunta almeno il 40% di
donne entrerà in vigore “dopo novanta giorni dalla data di pubblicazione della legge sulla Gazzetta
Ufficiale”.

A giugno quindi rimpasto ovunque, il che significa, per fare qualche esempio, che il sindaco di Caltanissetta, forte di una giunta con 9 assessori, al massimo a fine giugno dovrà raddoppiare il numero attuale di assessori donne passando da 2, attualmente l’ass.Candura e l’ass.Falcone a 4.

Con proporzioni diverse, il caso si ripeterà in tutte o quasi le giunte dei Comuni siciliani. Visto
che nessuna, almeno secondo le stime fatte dai deputati dell’Ars, conta già oggi una presenza di
donne pari al 40%.

Solo nei Comuni che contano fino a 15 mila abitanti la riforma entrerà in vigore dopo le prossime elezioni.

In tutti gli altri, compreso il nostro, almeno due uomini dovranno lasciare spazio ad altrettanto donne.

E questo è uno dei motivi che ancora adesso, a un passo dal traguardo, lascia temere alle deputate
dell’Ars uno sgambetto: “Mi auguro – ha detto ieri Marianna Caronia di Noi Moderati – che al momento del voto finale della legge da parte dell’Assemblea di Sala d’Ercole nessuno chieda voto
segreto o si tentino altri sotterfugi per impedire l’approvazione della norma, perché questo vorrebbe
dire che la battaglia a favore della maggiore rappresentanza delle donne è stata solo di facciata”.

Una soluzione per rendere meno “traumatica” per i sindaci l’applicazione della riforma potrebbe essere l’emendamento che aumenta di un assessore tutte le giunte: nel testo per ora non c’è ma tutti giurano che verrà presentato in aula al momento del voto.

Altro punto: Le staffette nei consigli.

C’è una seconda norma che avrà l’effetto di stravolgere subito l’assetto della maggioranza dei Comuni, quella che prevede che nei Comuni con popolazione superiore a 15 mila abitanti il consigliere che diventa assessore “è sospeso dalla carica di consigliere all’atto dell’accettazione della nomina ed al suo posto subentra il primo dei non eletti nella medesima lista come consigliere comunale supplente”.

La riforma entrerà in vigore il giorno stesso della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale: dunque le staffette saranno immediate.

Il terzo mandato dei sindaci.

Il testo che sta per arrivare in Parlamento è costruito in modo che ogni partito o coalizione abbia interesse nel sostenere la riforma per via di specifiche norme che contiene.
Quella sul consigliere supplente è condivisa da molti e in modo trasversale. Mentre quella che consentirà a tutti i sindaci di Comuni con più di 15 mila abitanti di svolgere un terzo mandato è sponsorizzata da Cateno De Luca, da tempo avvicinatosi alla maggioranza, e da vaste aree del centrodestra. Ma ha anche vari avversari che potrebbero affondarla col voto segreto.

Gli aumenti ai consiglieri

Il testo finale ha mostrato anche altri due articoli che hanno un peso specifico enorme.

Uno lo ha sostenuto il Pd con Fabio Venezia che prevede che ai consiglieri dei Comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 50 mila abitanti è corrisposto il gettone di presenza previsto per i Comuni della fascia demografica successiva. È un aumento che premierà i consiglieri di Enna che guadagnerebbero quanto quelli di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Trapani.

A Caltanissetta l’aumento dei gettoni di presenza, come ben sappiamo, è già avvenuto a gennaio, dopo che la giunta si è aumentata gli emolumenti, circa il doppio.

A quel punto la maggioranza che siede in consiglio ha presentato e si è votata all’unanimità l’aumento del 68% del gettone, con un solo voto favorevole dell’opposizione, la consigliera del M5S, il resto dell’opposizione ha votato contro l’aumento, ritenendolo probabilmente un mettere ulteriormente le mani nelle tasche dei cittadini (cit.), già intaccate dall’aumento della TARI.

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