Tagliola anti-evasione del governo per gli stipendi dei dipendenti pubblici: un settimo di stipendio tagliato per chi guadagna oltre i 2500 euro al mese e ha debiti oltre i 5000 euro
I dipendenti pubblici che hanno debiti con il Fisco di almeno 5000 euro potranno vedersi “pignorata” fino a un settimo dello stipendio, se questo supera i 2500 euro.
È quanto prevede un comma dell’articolo 10 dell’ultima Legge di Bilancio, nell’ambito delle misure anti-evasione del governo. Si tratta si una platea di circa 30 mila lavoratori che secondo i dati della relazione tecnica hanno un reddito medio di 3500 euro, e a cui verrebbe sottratto – in media – 500 euro al mese. La misura è già presente nel nostro ordinamento ma fino ad oggi scattava solo oltre i 5000 euro di stipendio.
Taglio ridotto per chi arriva a 2500 euro solo con la tredicesima
La misura prevede anche la fattispecie di chi supera i 2500 euro di reddito mensile soltanto grazie alla tredicesima, spalmata sulle altre mensilità. In questo caso la decurtazione prevista è di un decimo e non più di un settimo.
Tutte le nuove misure entrerebbero in vigore soltanto dal primo gennaio 2026.
La relazione tecnica però spiega che la tagliola del governo non scatterà in automatico per tutti, visto che una parte della platea interessata dalla misura.
Il governo stima che solo 2 su dieci non decida di pagare spontaneamente rispondendo agli avvisi delle Entrate. Nel complesso dalla misura l’esecutivo si attende un gettito da 36 milioni di euro nel 2026 e 90 milioni a regime.