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Enna: “Si comincia”, Caltanissetta: “Si finisce di finire”

Last updated: 09/10/2024 17:15
By Sergio Cirlinci 307 Views 6 Min Read
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Enna come una Ferrari, Caltanissetta come un vecchio maggiolino.

Mentre a Enna si assiste, notizia di pochi giorni fa, alla posa della prima pietra dell’Emodinamica, sono stati infatti consegnati e avviati i lavori di ristrutturazione e impiantistica nei locali situati al secondo piano dell’ospedale Umberto I, che ridurrà la mobilità verso altre province, diventando anche attrattiva, a Caltanissetta, l’Emodinamica, fiore all’occhiello del Sant’Elia, rischia di essere sopraffatta da quella ennese.

Mentre a Enna, grazie alle autorizzazioni dei Ministeri dell’Università e della Salute, il loro Dipartimento di Medicina si arricchisce con l’attivazione delle prime scuole di specializzazione in Anestesia Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore, Igiene e Medicina Preventiva, Ginecologia e Ostetricia, tutto in funzione e proiezione del Policlinico, che è il loro sogno, non segreto, a Caltanissetta attendiamo ancora di avere notizie certe dei famosi protocolli, tanto di moda in campagna elettorale.

Mentre a Enna si istituisce la seconda Residenza universitaria, presso l’ex Hotel del Lago con 72 posti disponibili, a Caltanissetta gli studenti, sfrattati anni fa dal Cefpas, hanno a disposizione la Casa dello Studente nel bellissimo ex Convento Domenicano, ma che pare sia poco “frequentato” dagli studenti… e pensare che di immobili per ospitare studenti non ne mancherebbero di certo.

Mentre a Enna si aprono nuove sedi dell’Università, Enna alta, a Caltanissetta aspettiamo ancora di sapere se e quando la Casa delle Comunità lascerà i locali per far posto alla Facoltà di Medicina, in considerazione che nel concedere i locali non fu specificata una data precisa, ma il classico a “compimento dei lavori”.

Mentre a Enna la didattica funziona regolarmente, a Caltanissetta alcune lezioni si tengono da remoto, causa mancanza di acqua.

Mentre a Enna gli studenti corrono ad iscriversi, a Caltanissetta gli studenti fuggono per mancanza d’acqua.Mentre a Enna l’organigramma è completo, a Caltanissetta, dopo le dimissioni dell’Avv. Tesauro, si aspetta che Palermo decida sul suo successore.

Mentre a Enna la politica locale, regionale e nazionale si compatta per il attivare nuovi servizi, a Caltanissetta la politica langue o addirittura latita su certe importanti tematiche.

Mentre a Enna i politici chiedono il voto, ma danno risposte concrete ai loro elettori, a Caltanissetta bastano annunci e/o apparizioni.

C’è una cosa però che va a nostro favore.

Mentre a Enna le tasse universitarie sono molto più elevate, a Caltanissetta si paga molto meno.

Beh, con tutto quello che offrono, verrebbe normale dire che è normale che si paga idi più, certo sarebbe meglio che a Caltanissetta si riuscissero ad offrire gli stessi servizi pagando però le tasse di una università pubblica.

Forse solo così si potrebbe auspicare quella rinascita che parta dall’Università e dalla Sanità, forse unici volani,ma forse non tutto avviene per caso.

Bisogna ricordare che anche a Enna vivono esattamente come noi la crisi idrica.

Va precisato che questo non vuol essere un attacco a Enna, ma al contrario un apprezzamento su come negli anni la politica ennese, tutta, ha saputo organizzarsi, senza guardare al partito di appartenenza,ma compattandosi per acquisire e poi gestire quelle poche risorse che i nostri territori offrono, in questo caso Università e Sanità.

Questo vuole essere semmai un “rimprovero” alla nostra classe politica, che per logiche e spartizioni, non è riuscita negli anni a portare a casa quello a cui altri sono arrivati.

Si eviti anche di pronunciare la parola scippo, sentita pronunciare diverse volte da certi politici che fanno il bello e il cattivo tempo, si passino semmai mano sulla coscienza e facciano un mea culpa.

Se oggi non abbiamo una nostra Università, se oggi abbiamo un Sant’Elia, che pur essendo un Dea di II livello, con reparti di vera eccellenza, rischia, qualora non si dovesse andare verso quanto auspicato da tutti e promesso dalla politica, di essere depotenziato e non ricoprire quel ruolo che gli spetta soprattutto per la professionalità del personale tutto.

Ma da noi non si ci riesce neanche a compattare davanti a quella che è sicuramente una delle peggiori crisi di questi ultimi decenni.

La politica tutta, mettendo da parte bandiere e appartenenze, frase classica che però da noi non funziona, e dovrebbe concentrarsi per mettere in campo ogni azione possibile per evitare quello che si sta prospettando all’orizzonte.

Ma assistiamo invece a difese, attacchi e soprattutto ad uno scarico di responsabilità, che solo gli ingenui o i più ciechi sostenitori possono credere, atteggiamenti che alla fin fine recano un danno agli stessi cittadini che li applaudono.

Ecco perchè quanto scritto sopra è solo un po’ di “invidia” nel vedere che loro uniti e compatti, viaggiano come avessero una Ferrari, mentre noi, ognuno per la propria parte, con un vecchio maggiolino.

Attenzione, le Ferrari con il tempo crescono sempre più di valore, i vecchi maggiolini, se non portati immediatamente in officina, rischiano di finire allo sfasciacarrozze.

Ad Maiora

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