Parafrasando Gino Paoli, un’amara verità con un pizzico di ironia
A Caltanissetta, in piena campagna elettorale, sembravano i salvatori della patria, ma con un programma più ambizioso di un piano quinquennale a livello mondiale.
Avevano promesso l’impossibile, l’Università come Oxford, un Policlinico che avrebbe fatto impallidire Milano e Roma, la Piscina Comunale che sarebbe diventata la culla dei campioni olimpici, una Rete Idrica quasi tutta rifatta e un Centro Storico risanato così bene che avremmo dovuto pagare il biglietto per entrare nel “salotto di città”.
Tutti a sventolare bandiere, tutti a battere le mani, “Vedrete, amici, vedrete la città che verrà”.
E molti nisseni, ingenui cronici, credevano che il cambiamento fosse davvero dietro l’angolo.
Ma il tempo è volato, è già passato un anno e mezzo e la “rivoluzione” si è fermata al bancone del bar.
Ma quell’ambizioso programma che fine ha fatto, si chiedono in tanti.
Noi abbiamo avuto la fortuna di trovarne una copia, una di quelle che dovrebbe stare, per essere giornalmente letta, sulle scrivanie del sindaco e dei suoi assessori.
A leggerlo oggi è diventato un “capolavoro di narrativa”, 18 belle pagine per ricordarci quanto eravamo ottimisti… o ingenui.
In città se per caso, o per puro errore, qualcosa si è mosso, non è stato per merito della loro visionaria spinta, ma solo perchè è intervenuto il “Provvidenziale Notaio”
Non un personaggio in carne ed ossa, ma quel famoso angelo della burocrazia che, un bel giorno, ha aperto un “testamento” lasciando inaspettatamente al Comune una ricca eredità da usare per far bella figura, visto che delle promesse neanche l’ombra.
Ma ecco la dura verità, l’unica grande opera realizzata ad oggi, rifacimento manto stradale, è stata finanziata grazie all’eredità ricevuta, il resto fantasia politica.
Tutto il resto è un catalogo di paradossi, un manuale pratico del “fare finta di fare” e, per gli amici “del far finta di crederci”
L’Università. Mentre da noi si attende ancora che il neo presidente del consorzio si affacci dal balcone e pronunci il suo discorso, dopo il tanto atteso “Habemus…”, per dimostrare che realmente esiste, altri comuni della nostra stessa provincia, fanno accordi con Atenei “concorrenti”, come a dire: “Abbiamo capito che con voi è tempo perso, meglio altri”.
La Sanità. L’ospedale dei vicini cresce e si espande, noi ancora aspettiamo quanto promesso, assistendo anche al non invito del padrone di casa da parte di coloro che vorrebbero sviluppare il tutto, ma forse anche loro hanno capito e pensato la stessa cosa di chi va a cercare accordi fuori provincia.
La Piscina Comunale non è un impianto sportivo, sfatiamo questo “mito”, è la metafora dell’eterna attesa, ormai si va per la settima candelina.
È chiusa, ma si aprirà quanto prima, ci hanno detto. Frase che ricorda il più famoso “il prima possibile”, espressione che fu tanto criticata e quasi derisa da chi oggi in sostanza dice la stessa cosa.
I cittadini, oramai, non chiedono più di nuotare, chiedono a questo punto che l’Amministrazione si attivi per un cambio di destinazione d’uso, da impianto sportivo o monumento all’incompiuta, chiedendo anche venga posto un vincolo, essendo oramia quasi un reperto archeologico.
E poi c’è il “Santo Graal” delle promesse, i famosissimi 4,2 milioni di euro per il rifacimento parziale della rete idrica.
Sono stati annunciati con clamore, salutati come la fine del calvario idrico. La Regione ha detto “sì”, il Comune ha detto “grazie”, ma tra il “sì” e i “tubi” nuovi sotto terra c’è il silenzio.
I soldi, per ora, rimangono in uno stato “mistico”, esistono sulla carta, almeno si spera, ma non si sono ancora materializzati in nuove condotte.
Sono il simbolo di una città dove il denaro per risolvere i problemi ci sarebbe, pare sia stato pure stanziato, ma il problema rimane, a ricordarci che tra il dire e il fare, nel pubblico, c’è di mezzo il mare, nel nostro caso quello di acqua potabile che si perde nel sottosuolo.
Risanamento del centro storico. Su questo tema non scriveremo nulla, tutti sanno e vedono. Basta solo questa foto per comprendere il resto. Un’immagine che riassume tutto.

La Fontana del Tritone, vuota e piena di immondizia, con tutto il resto che la circonda…nulla da aggiungere.
“Erano quattro amici al bar, che volevano cambiare la città”, che dire oltre.
Oggi i “quattro amici” si sono rivelati, sicuramente delle brave persone, che probabilmente e forse inconsciamente hanno riempito delle pagine con tanti bei propositi, il problema che forse loro si sono spinti un po’ “oltre”, beh…se abbiamo torto, allora dimostrino che ci stiamo sbagliando.
Ad Maiora
——————
Per rimanere aggiornato sulle ultime notizie locali segui gratis il canale WhatsApp di Caltanissetta401.it https://whatsapp.com/channel/0029VbAkvGI77qVRlECsmk0o
Si precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un’intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell’autore e/o dell’intervistato che ci ha fornito il contenuto. L’intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull’argomento trattato, caltanissetta401.it è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d’interpretazione.
