L’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, risarcirà il parlamento regionale con 28.646,70 euro per il danno di immagine arrecato all’istituzione nella vicenda dell’uso improprio dell’auto blu. La vettura di servizio venne utilizzata anche per accompagnare il gatto di famiglia dal veterinario per un’emergenza.
Il consiglio di presidenza dell’Ars questa mattina ha accettato la proposta di mediazione, che ha ricevuto parere favorevole dall’avvocatura dello Stato, avanzata dalla difesa del deputato.
L’unica astensione è stata quella del Movimento 5 Stelle, rappresentato in consiglio di presidenza da Nuccio Di Paola, mentre tutti gli altri, con la sola assenza del leghista Vincenzo Figuccia, hanno votato favorevolmente. Incluso il successore di Micciché, Gaetano Galvagno, oggi indagato per corruzione.
Lo scorso 5 novembre il consiglio di presidenza aveva deliberato la costituzione di parte civile
dell’Ars nel processo a carico di Micciché, «in ragione dei plurimi profili di danno derivanti dalle
condotte contestate».
Danni quantificati in 50 mila euro più le spese, a cui la difesa di Micciché ha risposto proponendo
una riduzione del 50 per cento sulla base del riconoscimento del danno, aggiungendo 3.646,70 euro a integrale «risarcimento richiesto per l’uso indebito » dell’auto blu.
L’Ars ha atteso il parere dell’avvocatura dello Stato sulla proposta avanzata dalla difesa di Micciché.
Parere secondo cui le somme offerte appaiono congrue. Da qui il via libera dall’Ars, che naturalmente fa venire meno la costituzione di parte civile del
parlamento siciliano, che teme di essere nuovamente travolto dall’indagine che vede protagonista
l’attuale presidente di Sala / d’Ercole.

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