“Il diritto di cronaca è la libertà di informare la collettività su fatti di interesse pubblico, garantita dall’art. 21 della Costituzione italiana. Affinché sia esercitato legittimamente, deve rispettare tre condizioni: verità, ovvero che la notizia sia corrispondente al vero o quantomeno verosimile; interesse pubblico, cioè che il fatto sia rilevante per la comunità”
Spesso, quando si pubblica una notizia “particolare”, specialmente se tocca la politica, si viene accusati di voler fare gossip o cercare la polemica a tutti i costi.
Ma c’è una netta differenza tra le chiacchiere da bar e l’informazione che aiuta i cittadini a capire cosa succede nelle stanze del potere.
Giusto precisare che l’episodio di cui stiamo parlando è accaduto durante un consiglio comunale.
Giorno 15 c.m. abbiamo pubblicato una notizia, qui l’articolo, supportata da un video, come spesso facciamo, siano essi consigli comunale o Q.T. e non appena è arrivata la smentita, l’abbiamo immediatamente pubblicata, qui l’articolo.
Questo non è fare gossip, né tantomeno una voler fare polemica, giusto per il gusto di farla.
È il diritto di cronaca che si sposa con il diritto dei cittadini ad essere informati.
Il gossip riguarda indiscrezioni sulla vita privata, spesso non verificate, che non hanno rilevanza pubblica, in quel caso si può realmente parlate veramente di gossip o chiacchiericco.
L’episodio in questione, invece, si è svolto in un’assemblea civica, un luogo istituzionale, la casa dei cittadini, non al bar o a un festa qualsiasi.
Le parole pronunciate e le dinamiche che ne sono emerse non sono affari privati, ma fanno parte della vita politica e amministrativa della comunità.
Un giornalista che riporta una notizia avvenuta in un aula consiliare, non fa altro che informare i lettori su ciò che accade dove si prendono decisioni che riguardano tutti noi, come anche sulle persone che siedono attivamente in quell’aula.
Il compito di una testate giornalistica non è quello di proteggere o accusare qualcuno a tutti i costi ma, al contrario, è quello di riportare i fatti, anche se possono risultare imbarazzanti.
La pubblicazione della smentita successiva è un chiaro segno di onestà intellettuale e che non voleva innescare una polemica.
Anche perché il giornalismo non deve, anzi non dovrebbe, mai essere un semplice megafono di una parte politica o dare solo una sola versione dei fatti, ma al contrario, deve presentare la realtà nella sua interezza, dando voce a tutte le parti coinvolte.
Chi critica l’aver dato quella notizia, suggerendo che magari era meglio “sorvolare”, probabilmente lo fa per nascondere un episodio che poteva danneggiare l’immagine di qualcuno o per evitare che avvennisse la smentita ufficiale, in modo che passasse il solo messaggio iniziale.
Una volta lanciato il sasso, specialmente se “pesante”, non si può e non si deve far finta che non sia successo nulla.
Il cittadino ha il diritto di essere informato e di sentire le due campane. Solo conoscendo i fatti per come stanno, può formarsi un’opinione generale e valutare chi lo rappresenta.
In democrazia, la trasparenza è essenziale. Un giornalismo onesto e imparziale è o dovrebbe essere, il custode di questa trasparenza….i cosidetti “guardiani della verità”.
Inoltre un politico, quando ricopre una carica pubblica, deve comprendere che la sua attività non è più una questione privata, dove può dire quello che meglio ritiene, ma un servizio alla comunità, e la comunità ha il diritto di sapere tutto ciò che accade nella casa dei cittadini.
Offrire ai cittadini tutte le informazioni, come nel caso in questione, notizia e smentita, è un vero atto di servizio, non certo altro e chi ha voluto vederci altro non è certo in buona fede.
La fiducia si conquista solo raccontando la verità e non nascondendo nulla.
Questo genere di servizio è quello che noi cerchiamo di portare avanti, a 360° e senza sconti per nessuno.
La redazione
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